La mia non classifica musicale del 2021

La mia non classifica musicale 2021

Ecco la fine dell’anno e sono qui a scrivere la mia personale Non classifica musicale del 2021. Devo riconoscere che non ho un gran ché voglia di scrivere queste parole, non per gli album che ho scelto di inserire ma perché sono stanco del periodo in cui stiamo vivendo e penso che questo influisca sulle parole, che perdono di significato e che confondono la mente. Vengo alla musica che è sicuramente meglio. Mi sono tuffato da poco nella musica liquida, perché i figli mi hanno chiesto come regalo natalizio l’abbonamento ad una piattaforma musicale digitale: “… dai papà che così ascoltiamo bene, senza interruzioni pubblicitarie e ci facciamo le playlist liberamente”. Alla richiesta ho risposto con un abbonamento familiare ed infondo all’articolo c’è la mia playlist del 2021. Per i gruppi che ho scelto e che mi sono piaciuti, siamo sempre sui binari del rock sperimentale e del mescolamento degli stili musicali, ma la matrice di fondo resta il rock. Fatta eccezione per un gruppo inglese di nuovo jazz e per il compositore francese Jarre, che dedica un album di ricerca ambientale al polmone del mondo, l’Amazzonia. I gruppi scelti sono scozzesi, canadesi, australiani, inglesi, tedeschi, statunitensi ed italiani. Insomma quasi il giro del mondo. Ognuno di loro racconta musicalmente il loro e nostro 2021.

Arab Strap – As day get dark

Traccia d’ascolto

Black Country, New Road –

Traccia d’ascolto

Vasco Brondi – Paesaggio dopo la battaglia

Traccia d’ascolto

Can – Live in Stuccart 1975

Traccia d’ascolto

Fly Pan Am – Frontera

Traccia d’ascolto

Godspeed You Black Emperor! – G_d’s Pee At State’s End!

Traccia d’ascolto

Jean-Michelle Jarre – Amazonia

Traccia d’ascolto

Low – Hey What

Traccia d’ascolto

Nick Cave & The Bad Seeds – B-sides & Rarities Part II

Traccia d’ascolto

Nick Cave & Warren ellis – Carnage

Traccia d’ascolto

Mogwai – As The Loves Continues

Traccia d’ascolto

Rudimentary Peni – Great War

Traccia d’ascolto

the Sisters of Mercy – Sessions 1982 – 1984

Traccia d’ascolto

Sofa – Source Crossfire (1995-1997)

Traccia d’ascolto

Sons of Kemet – Black to the Future

Traccia d’ascolto

Tausend Augen – Westend

Traccia d’ascolto

Various – Vennero in sella due gendarmi Vennero in sella con le armi

Presentazione ed intervista ai curatori della raccolta.

Se poi volete ascoltare la mia non classifica musicale di quest’anno, ho preparato una playlist:

La mia non classifica musicale annuale degli anni scorsi è qui.

La foto con il telefonino è presa da Pixabay.

Auguri di buone feste 2021

Ecco sono arrivate le feste natalizie.
Sono in forma minore per tutto quello che stiamo vivendo da marzo 2020, sicuramente si è capito a cosa mi riferisco e alle situazioni conseguenti.
Una canzone che ascolto in ripetizione è il brano Avalanche di Leonard Cohen, nella struggente interpretazione di Nick Cave. La sua voce profonda mi guida in una lieve tristezza e ad una consapevolezza nel resistere a vivere bene, ora e dopo. Non è una canzone natalizia, perché il testo del brano è ricco di amarezza riguardante lo svolgimento di un rapporto di coppia, ma ora non mi curo del significato, perché la voce di Nick mi scalda il cuore ed è ricca di vera umanità, mettendo a nudo la debolezza del vivere e la sua resistenza.
Non importa nulla, ma solamente il pensiero d’amore per i miei figli, per la mia compagna, per i miei genitori, mio fratello, mia sorella e per i quei cari amici che sempre sono qui.
Buone feste.

Le icone sono state gentilmente concesse da Rockettheme.

La mia non classifica musicale del 2020

La mia non classifica musicale 2020

Il 2020 è giunto al termine ed è stato segnato dall’orribile presenza del virus Covid-19.
Non ho seguito le molteplici uscite discografiche di quest’anno, perché mi è piaciuto di più scavare nei sotterranei musicali del passato, scoprendo o riascoltando musicisti degli anni passati.
Le uscite musicali del 2020 hanno uno stacco fra i suoni di molti questi nuovi gruppi, che faccio fatica a fare mio. In alcuni casi, ad esempio, mi sembrano palesemente del passato, oppure sono io che ho una scarsa attenzione a certe novità. Il dubbio mi rimane, ma mi consolo con i dischi che ho scelto, perché ho trovato emozioni, curiosità, energia ed idee. Durante il 2020 ho visto solo due concerti, mentre altri tre, di cui avevo preso il biglietto, sono stati rimandati al prossimo anno, speriamo bene, in tutti i sensi.
I miei figli fruiscono la musica tramite le piattaforme digitali e quindi hanno perennemente le cuffie addosso, ma continuano anche ad ascoltare il supporto fisico: CD o vinile, vanno bene entrambi.
Quest’anno ho apprezzato le sfumature e le moltitudini di significati di Bob Dylan, nel suo ultimo album. Verso la fine dell’anno, ho scoperto due opere musicali di modern classical, ispirate dal periodo, in cui tutti noi, abbiamo vissuto col Covid-19. Entrambe sono ricche di emozioni a tutto campo, ma con un sentimento di speranza per tirar dritto. Ecco la lista e buon ascolto.

Matt Berninger – Serpentine Prison

Il cantante dei The National è uscito con un suo album solista bello e dal suono caldo, del resto con una voce baritonale come la sua è facile attirare l’attenzione. La musica è semi acustica ed intima.
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Campos – Latlong

I pisani Campos producono un album italiano personale, in cui ho trovato suoni acustici ed elettronici, una specie di folk alternativo. Particolari i testi, seguendo una scrittura di tipo cantautoriale.
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Nick Cave – Idiot prayer – Alone at Alexandra Palace

Avere le canzoni di una carriera ultra decennale e presentarle in una forma embrionale e senza il gruppo dei Bad Seeds. Un piccolo regalo (ben pagato fra l’altro) che il cantautore rock ha dato al pubblico. Questo concerto solista (voce e pianoforte) è stato registrato in piena solitudine, senza pubblico. Grande esecuzione, magari qualche brano è meglio nella sua versione con la band, ma resta davvero una grande interpretazione. Idiot Prayer è nato durante il lock down in Inghilterra.
Link video introduttivo

Nick Cave, Nicholas Lens – L.I.T.A.N.I.E.S.

Lens, compositore di classica moderna, ha chiesto, durante il lock down, a Cave di scrivere dei testi per delle litanie di lodi e di richieste verso un essere divino (?!?). Lens ha poi musicato le litanie in dodici composizioni di circa cinque minuti ciascuna. I brani vanno ascoltati tutti insieme, per non interrompere il flusso poetico e magico dell’opera. Straordinarie ed emozionanti le voci dei cantanti.
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Bob Dylan – Rough and rowdy ways

Dylan durante questo periodo è uscito con disco nuovo: folk rock blues. Musicalmente bello da ascoltare e suonato splendidamente. La sua voce è magnetica in molti brani, non puoi restare impassibile. I testi? Beh, sono la parte importante di questo album, perché l’immaginazione poetica di Dylan non ha confini per i temi: la storia, la letteratura, la musica, l’amore e il destino riguardante l’autore o l’uomo? Bella domanda, eh? Diciamo che c’è chi l’ha spiegato meglio di me, oltre che con le parole, ha fatto una bella ricerca iconografica, il suo bel articolo lo trovate nel blog: Intonazioni conseguenti. Se proprio non vi bastasse, come del resto ho fatto pure io, c’è un sito italiano vecchio stile, dedicato completamente a Bob Dylan, dove hanno tradotto i testi di Rough and rowdy ways.
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Einstürzende Neubauten – Alles im Allem

Il gruppo berlinese era da molti anni che non registrava un album. Alles im Allem è stato ideato nel loro solito modus operandi: tutto da soli, nel proprio studio, con il supporto dei fan, così facendo hanno il pieno controllo della propria opera musicale. Il centro nevralgico di tutta la loro quarantennale carriera è Berlino, a cui il disco è dedicato. Un disco che cresce, ascolto dopo ascolto, mostrando luci ed ombre della storia, delle situazioni del passato e del presente della metropoli tedesca. L’album, musicalmente e liricamente, è molto raffinato e carico di un espressionismo sonoro indimenticabile.
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Max Richter – Voices

Il compositore Max Richter si è ispirato alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, per scrivere l’album Voices. Ho recuperato queste parole del compositore: “In questi momenti è facile sentirsi senza speranza ma, proprio come i problemi del nostro mondo sono di nostra creazione, così lo possono essere le soluzioni. Mentre il passato è immutabile, il futuro è ancora da scrivere e la dichiarazione delinea una visione di un mondo migliore e più giusto che è alla nostra portata se lo scegliamo. ‘Voices’ è uno spazio musicale per riconnettersi con questi principi ispiratori“. L’album è composto di due dischi, nel primo ascoltiamo, assieme alla musica, una moltitudine di voci e di lingue, che leggono le frasi iniziali della Dichiarazione dei diritti, nel secondo disco solo le musiche senza le voci. Entrambi i dischi sono molto suggestivi ed emozionanti.
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The Last five minutes – The Last five minutes

Suoni e ripetizioni che prendono forme musicali per esplorare gli ambienti. Questo progetto musicale nasce da un’idea di Marco Pandin suggerita ad Alberto Carozzi e Matteo Uggeri degli Sparkle in Grey. Se volete approfondire trovate qui un’intervista ai due autori.
Link traccia d’ascolto

La mia non classifica musicale annuale degli anni scorsi è qui.

Auguri di buone feste 2020

Eccoci arrivati a Natale e che dire?!? Sará una festa insolita, strana, un pochetto triste o magari felice, comunque sia, Buone Feste!

La canzone che ho scelto è molto intrisa di speranza grazie alla voce della cantante e al testo di Cave, accompagnata da una melodia essenziale ma emozionante.

Nick Cave, Nicholas Lens – Litany of Forsaken (2020)

La mia non classifica musicale del 2019

Colpevole ritardo… Ogni anno ascolto tanta musica, cercando di seguire le novità musicali, sia di artisti a me già noti o nuovi. Il 2019 invece mi ha riportato per lo più a scoprire/riscoprire dischi degli anni passati, spulciando fra mercatini e venditori in internet, cercandoli in vinile. Di fatto le uscite discografiche del 2019 che ho ascoltato sono state poche. Le vere novità invece sono state le scelte musicali dei figli: ascoltano i grandi rockers della “mia vecchia musica“. In casa la musica si ascolta utilizzando il lettore CD, il “lettore dei vinili” e il “telefonino” collegato all’impianto stereo. Insomma é stato tutto un “metti su questo, ascolta questo, ho sentito che, ma ce l’hai?!?“. Comunque ecco la mia non classifica musicale del 2019.

Vinicio Capossela – Ballate per uomini e bestie
Deerhunter – Why Hasn’t Everything Already Disappeared?
Fontaines D.C. – Dogrel
Kazu Makino – Adult baby

La cantante di origine giapponese canta e suona un album principalmente di musica elettronica, carino da ascoltare, richiede una certa attenzione per entrare nella musica.

Massimo Volume – Il nuotatore
Nick Cave and the Bad Seeds – Ghosteen

Un doppio disco in cui la musica si espande nell’ambiente, portando la tristezza e la malinconia di una perdita.

Iggy Pop – Free

E’ stato sorprendente sentire la duttilità di questo musicista/interprete che ha collaborato con un jazzista, per ottenere un album notturno ed eterogeneo nel complesso. Un album figo.

Sleaford Mods – Eton alive
Test Dept. – Disturbance

Uno dei gruppi storici inglesi della musica “industriale” ha prodotto una sorta di “danza” sul bordo del precipizio della Brexit. Avranno ragione loro?!?

Vampire Weekend – Father of the bride

Divertente, ballabile e molto piacevole da ascoltare, che altro chiedere a un disco ben realizzato, con cura ed intelligenza?

Thom Yorke – Anima

Bello da ascoltare, crea un sottofondo elettronico particolare, lasciandosi riconscere vocalmente..

La mia non classifica musicale annuale degli anni scorsi è qui.

Conway Savage … The Ones you love

Conway Savage è morto pochi giorni fa
e
come ulteriore omaggio riprendo
il post e la traduzione della canzone The One You love dal blog dell’amico Flavio.

The Ones you loveQuelli che ami
I try to speak to you,
but my words are not useful.
So I write to you,
hoping you change your mind.

It’s been a while since I lost you,
this feeling’s lost in time.
When I think about it, and us,
I lose my mind.

That’s when my heart skips the beat, skips the beat.
I’m on my own again.
That’s when my heart skips the beat, skips the beat,
I’m on my own again.

Will you open the door?
Would you let me in?
Is this right or this is the end, is this is the end?

There is no other way to explain what’s become of us.
I just can’t let go of better days, it’s crazy.

That’s when my heart skips the beat, skips the beat.
I’m on my own again.
That’s when my heart skips the beat, skips the beat,
I’m on my own again.

Will you open the door?
Would you let me in?
Is this right or this is the end, is this is the end?
Provo a parlarti,
ma le mie parole non sono utili.
Quindi ti scrivo,
sperando che cambi idea.

È passato un po ‘di tempo da quando ti ho perso,
questa sensazione è smarrita nel tempo.
Quando ci penso,
perdo la testa.

In quel momento il mio cuore salta il ritmo, salta il ritmo.
Sono da solo di nuovo.

Aprirai la porta?
Mi lasceresti entrare?
È giusto o è finita, questa è la fine?

Non c’è altro modo per spiegare cosa ci è successo.
Non riesco a lasciare andare giorni migliori, è pazzesco.

Aprirai la porta?
Mi lasceresti entrare?
È giusto o è finita, questa è la fine?

Conway Savage … addio

La firma di Conway Savage dopo il concerto all’Interzona VR

Conway Savage è mancato domenica scorsa. Il musicista suonò per quasi trent’anni nei Bad Seeds di Nick Cave.
Lo vidi come solista parecchi anni fa all’Interzona a Verona.
A vederlo non faceva una gran impressione, almeno prima di iniziare a suonare.
Sul palco era proprio un solitario: il tipico perdente contro la vita.
Il fatto che mi colpì fu la sua voce dorata: alta, dolce e commovente.
Il suo era uno stile dolce e malinconico.
Aveva poco tempo a disposizione ma riuscì a dare emozioni con la musica e la voce.
Un breve concerto che non lasciò indifferenti.

Conway Savage, foto di Peter Milne

Conway Savage da una foto di Peter Milne

Songs of your life TAG

Songs of your life TAG

Ho scritto il post che stai leggendo, su invito di Kikkakonekka del 16 febbraio. E’ stato gentile a coinvolgermi nell’iniziativa fra blogger: Songs of your life TAG. In pratica si tratta di scrivere un articolo e di rispondere a delle domande riguardanti le canzoni che ti hanno particolarmente segnato nella tua vita. Il post è collegato idealmente e digitalmente ad altri articoli dei partecipanti di Songs of your life TAG. Ero un pochetto indeciso se parteciparvi, sarà che non amo le classifiche definitive e che non è facile sintetizzare una passione di una vita in un post, ma alla fine per rispetto di Kikkakonekka, ci ho voluto provare.

Regole facili di Songs of your life TAG
  • Citare il creatore del post (leggi sotto)
  • Inserire l’immagine ufficiale del post (vedi sopra)
  • Rispondere alle 15 domande (leggi sotto)
  • Nominare 10 blogger più lo stesso Neogrigio che è il creatore dell’iniziativa ed è molto curioso di leggere le risposte dei colleghi
Le 15 domande

Domanda: La tua canzone preferita?
Risposta: Non vale sono sempre tante o troppe, sono fatto così, sono in difficolta, allora scelgo La guerra di Piero di Fabrizio de Andrè.

D: Il tuo cantante/gruppo preferito?
R: Idem come sopra. Devo scegliere eh? Resto ancora in Italia: Vinicio Capossela.

D: Il tuo musicista preferito?
R: Uffa! Nick Cave! Non ci sto: Neil Young, Giorgio Gaber, Tom Waits, Blixa Bargeld, Paolo Conte, Franco Battiato, Ian Curtis dei Joy Division, i Tuxedomoon … vabbè mi fermo.

D: Il vostro cd preferito (no raccolte, live o greatest hits)?
R: Silence is Sexy dei berlinesi Einstürzende Nuebauten: è la somma della loro ricerca sonora e lirica.

D: Potessi fare un duetto in un live, con chi lo faresti? E con quale canzone?
R: Non lo farei proprio, sono stonato come una vecchia campana! Però ci metto due canzoni: Henry Lee cantata da P. J. Harvey e Nick Cave e un terzetto con Pensiero stupendoPatti BravoJoe dei La Crus e Manuel Agnelli degli Afterhours. Sto iniziando a rispondere liberamente.

D: Concerti: l’ultimo visto? Quello che vorresti vedere? Quello più bello? E quello più brutto?
R: Sono stato a tantissimi concerti, spesso ne ho scritto qui nel blog. L’ultimo è stato venerdì sera: Sick Tamburo, un gruppo di rock alternativo italiano, bravi, energetici. Mi piacerebbe vedere moltissimo dal vivo Tom Waits. Devo riconoscere che ho sempre assistito a concerti quasi tutti belli, se devo proprio scegliere, quello che mi è rimasto nel cuore è di Jeff Buckley a Correggio (RE), il 15 luglio del 1995. Il mio brutto? C’è di sicuro ma non lo ricordo.

D: Il tuo più vecchio ricordo musicale?
R: Il giradischi portatile automatico GA 45 POP della Grundig: ce lo alternavamo fra noi fratelli. Poi mia madre che ci raccontava di Sergio Endrigo, Luigi Tenco e metteva sullo stereo grande gli album di Mina.

D: Chi fareste tornare in vita per godere ancora della sua musica?
R: La vita non è come un nastro che puoi riavvolgere. C’e chi se ne è andato troppo presto come Jeff … comunque mi piacerebbe sentire come racconterebbero questo Paese il Signor G e Faber, ma forse l’avevano già fatto in alcune loro canzoni.

D: Dance anni ’70, ’80 o ’90?
R: Non sono mai stato un gran frequentatore delle discoteche, per età anagrafica direi gli anni ’80. In un lampo di memoria sento nelle orecchie New gold dream dei Simple Minds, Tainted love dei Soft Cell e Marian dei The Sisters of Mercy.

D: La canzone che vorreste fosse suonata al vostro matrimonio?
R: Non saprei ora, non mi devo risposare. Al tempo scegliemmo tre canzoni con la mia ex, ma non le scrivo. Si perderanno nella memoria.

D: Cd, mp3, Spotify o vinile?
R: A seconda della praticità della situazione. Non sono un maniaco del vinile, sebbene qualcuno lo compro ancora, se costa poco. Generalmente prendo i Cd, perché ascolto la musica in casa. Se trovo un buon negozio di musica compro sempre qualcosa che sia in Cd o in vinile ma usato: a Padova c’è il 23. In automobile prevalentemente la radio o su una chiavetta usb con gli album che ho in casa.

D: Che ne pensi della discografia musicale italiana degli ultimi 5 anni?
R: Direi che abbiamo Vasco Brondi de Le Luci della Centrale Elettrica: riesce a raccontare bene il recente passato e il presente con una visione futuribile. È molto sulle mie corde. Colgo l’occasione poi di segnalare il lavoro costante ed importante dell’Alligatore: nel suo blog da spazio in modo approfondito a musicisti esordienti. Non entro nel tema festival o altre trasmissioni televisive perché non mi interessano.

D: Qual è l’ultimo cd che hai acquistato?
R: Come ho risposto prima, dopo il concerto dei Sick Tamburo, il loro album del 2017 Un giorno nuovo, a dire il vero in vinile.

D: C’è una canzone che associ ad un bel ricordo? (indica canzone e ricordo).
R: È intrecciata spontaneamente ad un bel fine settimana: Antonella Ruggiero e i Subsonica con Per un ora d’amore.

D: Canzone e cd del momento?
R:  Circa un anno fa, uno dei gestori del sito Riusa: il portale dell’economia circolare, mi ha chiesto una collaborazione per scrivere qualche articolo sulla musica e sull’ecologia. Il tema mi ha parecchio intrigato, ho fatto e sto continuando a fare delle ricerche per pubblicare qualche post: l’ultima canzone quindi è Meat is Murder degli Smiths. L’album che sto ascoltando è Sound of  Silver degli LCD Soundsystem, andremo con un amico ad ascoltarli fra qualche mese a Berlino.

I 10 blogger a modo mio

Ammetto che ho cambiato la regola finale, perché non sono riuscito a raggiungere i dieci nomi di blogger: alcuni sono già coinvolti in Songs of your life TAG, oppure hanno partecipato in passato a qualcosa di simile. Comunque ho pensato ad una sorta di elenco diviso in due parti: nella prima ho messo i compagni musicofili che potrebbero essere interessanti, mentre nell’altra riprendo i blogger musicali che mi piacciono tanto e che ho già citato in La mia non classifica 2017. Dateci una letta ai loro blog, vale il tempo dedicato.

Inoltre ho invitato gli amici del portale RiusaLo scopo di riusa.eu è mettere in rete tutti gli operatori del riuso: aziende, associazioni, enti pubblici, singoli cittadini.” Ecco il loro post Songs of your life TAG.

In questi blog i post sono scritti con una particolare originalità ed accuratezza. Durante la lettura immediatamente si capisce il genere musicale e se vale la pena di approfondire il gruppo. Vi è ironia, profondità e competenza, senza essere saccenti. Sono blog che cerco di leggere con attenzione.

Libro: Mute – A visual document From 1978 -> Tomorrow

Copertina con il dorso, Mute - A visual document From 1978 -> Tomorrow

La Mute Records è un etichetta discografica fondata nel 1978 da Daniel Miller a Londra. Le produzioni di Miller si sono distinte per una certa originalità sugli stili musicali, in particolare sulla musica elettronica. I Depeche Mode, Moby e Nick Cave sono fra i musicisti più noti che hanno inciso per la Mute.

Quest’anno ricorrono i quarant’anni di attività dell’etichetta discografica e per festeggiarli è stato stampato un succulento catalogo con i progetti grafici (artwork) per le uscite discografiche dei musicisti sotto contratto. Il libro è stato pensato dallo scrittore e musicista Terry Burrows, coaudiuvato dallo stesso Daniel Miller. Il tomo è particolarmente curato dal punto visivo e segue un percorso cronologico, selezionando le scelte grafiche per le copertine dei dischi e del materiale promozionale. Non vi sono solo i musicisti più noti. Per ogni periodo si vedono i bozzetti o le fotografie originarie su cui dopo furono fatte le elaborazioni dai grafici: 320 pagine di foto, documenti e memorabilia dagli archivi dell’etichetta discografica.
Fra i fotografi che maggiormente hanno lavorato per la Mute Records, caratterizzando artisti come i Depeche Mode, salta all’occhio Anton Corbijn. Le sue immagini in bianco e nero riescono a contraddistinguere fortemente i soggetti. Corbijn è anche regista di videoclip e ha diretto alcuni film come Control su Ian Curtis dei Joy Division.

Il libro è interessante e appagante: ricco di contenuti musicali per chi né è appassionato ma anche piacevole semplicemente da sfogliare.

Uniti al piacere visivo c’è quello tattile: la copertina è in rilievo, la carta è di una certa grammatura e per ultimo il dorso è con rilegatura a vista curata per ottenere un’ulteriore “trovata” grafica. Una sorta di cronistoria in 320 pagine ricche di foto, fermi immagine, biglietti rari, artwork e attrezzature tratti dagli archivi dell’etichetta e di Miller. Nel volume oltre alle discografie, l’albero genealogico degli artisti Mute.

Riferimenti

La mia non classifica musicale del 2016

La mia non classifica 2016 musicale

Ecco la mia non classifica musicale del 2016.
I dischi usciti quest’anno sono sempre tanti: non è facile scegliere e trovare il tempo per ascoltarli. Gli album di questo 2016 sono in parte di musicisti fra i miei preferiti da sempre, altri invece sono stati una piacevole sorpresa.
Mi sono piaciute molte le autrici femminili: P. J. Harvey su tutte, d’altronde le donne, come l’anno scorso, hanno inciso dei dischi interessanti. Gli autori italiani hanno scritto degli ottimi album che lasciano il segno. Alcune di queste canzoni sono riuscito ad ascoltarle in concerto. Non so se sono i migliori, ma sono quelli che davvero mi sono piaciuti e mi hanno dato tanto.

Il 2016 purtroppo si è portato via due meravigliosi artisti: David Bowie e Leonard Cohen.

Bon Iver “22, A Million”

Un disco strano e particolare, almeno per il mio gusto. Musica folk ed elettronica, curato e non scontato. Vi è un enigma che non ho ancora scoperto … Chissà …
Link traccia d’ascolto

Vinicio Capossela “Le Canzoni della Cupa”

Un album doppio che richiede il suo tempo per entrare nelle storie di Vinicio. Le canzoni provengono dalla sua personale ricerca nella musica popolare della Basilicata, altre sono ispirate dalla stessa regione. Si imboccano i sentieri musicali di Vinicio per arrivare alla cittadella del suo universo da cantastorie / poeta.
Link traccia d’ascolto

Nick Cave & The Bad Seeds “Skeleton Tree”

Uno dei miei miti e musicisti preferiti, i suoi album, come per P. J., li prendo sempre. Skeleton Tree non è facile da assorbire, perché è stato terminato dopo un fatto triste e drammatico per Cave. Le musiche e i suoni che lo compongono sono molto originali e nuovi per Cave, i testi poi … beh li trovate tradotti qui: nickcave.it.

Eleanor Friedberger “New View”

L’ex cantante dei Fiery Furnaces ha registrato un disco indie cantautoriale, piacevole e carino. Non male.

PJ Harvey “The Hope Six Demolition Project”

Una delle mie autrici preferite, cosa devo dire di più? I suoi dischi si prendono a scatola chiusa. Questo album ha una sua originalità nei suoni e nel modo in cui è stato pensato e registrato, poi su tutto la voce di P. J. è straordinaria. Amo P. J.Link traccia d’ascolto

Mau Mau “8000 Km”

Il gruppo torinese è tornato con un album dedicato al nostro paese. Ci sono storie del passato che mi hanno portato al presente. Un album dove la musica è allegra ma non rinuncia a denunciare e a farti tenere gli occhi e le orecchie aperte. Sempre emozionanti in concerto: visti al Festival di Radio Onda d’Urto, Brescia.

99 Posse “Il Tempo. Le Parole. Il Suono”

Luca O’Zulu e soci sono tornati con un disco più introspettivo, più rivolto “al capirsi” e al mondo che ci circonda. Apparentemente meno battagliero ma sempre attento alle situazioni sociali. Grandi i suoni, poi i testi di Luca lasciano il segno. Belle le collaborazioni con i rapper napoletani. Dal vivo i 99 Posse sono fenomenali: visti in concerto a Brescia.

Radiohead “A Moon Shaped Pool”

Riescono ad essere orginali e riconoscibili pochi, giocando fra musica rock, cantautorato e musica elettronica. Un disco che cresce, ascolto dopo ascolto.

Soundwalk Collective & Jesse Paris Smith con Patti Smith “Killer Road”

Gli autori creano un sottofondo notevole per ambientare l’omaggio a Nico. Su tutto domina la voce di Patti Smith, che legge, interpreta, prega, racconta e accompagna nella lunga passeggiata che porta a Nico.

Teho Teardo & Blixa Bargeld “Nerissimo”

Un disco densissimo di suoni, parole e storie. Un modo originale di raccontare musicalmente ed interpretare vocalmente le canzoni. Un album che ho atteso perché trovo intrigante la collaborazione fra un italiano e un berlinese.

Ben Watt “Fever Dream”

Ecco un disco attuale, fatto da un musicista eclettico e completo. Un album ricco di sfumature, da scoprire. Un rock intimo, amichevole, insomma un disco d’autore.

Warpaint “Heads Up”

Le quattro ragazze ci sanno fare e in questo album suonano più dolcemente, melodiose e leggere, un po’ meno post punk. Le canzoni sono seducenti e ballabili ma chisenefrega: sono brave e dal vivo a Berlino hanno “spaccato“.
Link traccia d’ascolto

Neil Young “Earth”

Mannàggia, quest’uomo non è capace di stare fermo a oltre settant’anni: continua a pubblicare album e fare concerti. Proprio a dicembre è arrivato un suo nuovo album solista di denuncia. Il disco live “Earth” è straniante, Young ha pensato di mixare le voci della Natura assieme ai brani registrati dal vivo. Mi è piaciuto ascoltare il ronzio delle api e lo starnazzare delle anatre, nelle canzoni suonate con i Promise of the Real. Visti dal vivo quest’estate a Piazzola sul Brenta.

Inoltre non voglio scordare due produzioni della non etichetta stella*nera: beat! Roma II festival internazionale dei poeti 28 luglio 1980 e “Non un uomo né un soldo …” di Stefano Dellifranti.

La mia non classifica musicale annuale degli anni scorsi è qui.