La mia non classifica musicale del 2023

La mia non classifica musicale del 2023

Sarà che il tempo libero è sempre poco e vari eventi personali hanno richiesto priorità e precedenza. Poche parole quest’anno, ma buoni ascolti.

  • Arabia Saudade – Estudando a América do Sul
  • Gina Birch – I play my bass very loud
  • Blonde Redhead – Sit down for dinner
  • Vinicio Capossela – Tredici canzoni urgenti
  • PJ Harvey – I inside the old year dying
  • Lalli e Stefano Risso – Qui
  • Lol x Budgie x Jacknife Lee – Los Angeles
  • Public Image Ltd – End of world

La mia non classifica musicale annuale degli anni scorsi è qui.

P.J. Harvey denuncia la vigliaccheria della guerra moderna

P.J. Harvey è una cantautrice rock inglese di grande talento e sensibilità. Negli ultimi album ha prestato la sua arte, per denunciare e dare voce alle vittime delle guerre recenti, in cui era spesso coinvolta la Gran Bretagna. Il brano Guilty fu registrato nel 2015 assieme alle canzoni per l’album The Hope Six Demolition Project (2016), ma non fu incluso e uscì come singolo. La canzone ha degli aspetti molto interessanti, che l’autrice fa emergere, sia nelle parole, che nella musica. Il testo è di estrema attualità, perché tratta di persone ignare del proprio destino, mentre un’altra persona a decine di migliaia di chilometri li sta osservando, decidendo di far scendere un drone esplosivo. Le vittime che stanno accanto ad un obiettivo di un drone, sono il più delle volte inconsapevoli. In gergo militare sono definite danni collaterali.

La canzone Guilty è musicalmente più ombrosa delle canzoni registrate per l’album, che l’ha preceduto. Una marcia militare che suona come una mitragliata di ottoni e di percussioni. Su tutto la voce di P.J. Harvey dura e dolce, a seconda delle parti cantate.

GuiltyColpevole
Rules and regulation
Rules and regulation
Rules and regulation
Rules and regulation

There’s a little figure on the television
Scratching at the ground by a pile of rags
Grainy little figures on television screens
Weighing up the moment — guilty, guilty

What’s he doing with that stick?
What’s he doing with that stick?
Which one is guilty?
Which one is guilty?
What’s he doing with that stick?
What’s he doing with that stick?
Which one is guilty?
Which one is guilty?

Power to the predator, The Grim Reaper
Grainy little suspects running for shelter
The drones have come
Come in their thousands
But nobody asked us if we wanted them
If we wanted them
If we wanted them

Back in the bunker in the operations room
A bored soldier is eating his lunch
While drones in their thousands are unveiled in Texas
To roaring voices, but nobody asked us if we wanted them

What’s he doing with that stick?
What’s he doing with that stick?
Which one is guilty?
Which one is guilty?
What’s he doing with that stick?
What’s he doing with that stick?
Which one is guilty?
Which one is guilty?

Power to the predator, The Grim Reaper
Grainy little suspects running for shelter
The drones have come
Come in their thousands
But nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us
Regole e regolamento
Regole e regolamento
Regole e regolamento
Regole e regolamento

C'è una piccola figura in televisione
Grattarsi per terra da un mucchio di stracci
Piccole figure sgranate sugli schermi televisivi
Soppesare il momento: colpevole, colpevole

Cosa sta facendo con quel bastone?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Quale è il colpevole?
Quale è il colpevole?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Quale è il colpevole?
Quale è il colpevole?

Potere al predatore, The Grim Reaper (triste mietitore)
Piccoli sospetti granulosi che corrono in cerca di riparo
Sono arrivati ​​i droni
Venite a migliaia
Ma nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Se li volessimo
Se li volessimo

Di nuovo nel bunker nella sala operativa
Un soldato annoiato sta mangiando il suo pranzo
Mentre i droni a migliaia vengono svelati in Texas
A voci ruggenti, ma nessuno ci ha chiesto se le volevamo

Cosa sta facendo con quel bastone?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Quale è il colpevole?
Quale è il colpevole?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Quale è il colpevole?
Quale è il colpevole?

Potere al predatore, The Grim Reaper
Piccoli sospetti granulosi che corrono in cerca di riparo
Sono arrivati ​​i droni
Venite a migliaia
Ma nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto

La mia non classifica musicale del 2018

La non classifica musicale del 2018

Non è una classifica vera e propria, ma soltanto i dischi che ho maggiormente ascoltato del 2018. Mi sono goduto perché alcuni sono album di musicisti che ho scoperto, grazie agli amici o leggendo alcuni blogger. Le autrici hanno avuto una presenza importante, che sia il “girl power“, come dice Anna? Direi proprio di sì. Scrivendo questo post ho notato che più di qualcuno dei musicisti, ha voluto scrivere la propria situazione nell’America di Donald Trump. Quest’anno ho avuto il piacere di essere presente a dei concerti straordinari: Roger Waters, LCD Soundsystem, Beach House e Le Luci della Centrale Elettrica ecc. Un grazie speciale a Giulio, il mio giovane adolescente, che si è fidato nel venire con la banda dei musicofili ai concerti.

Amen Dunes – Freedom

Avere qualcosa da raccontare di personale, vuol dire essere un cantautore. Questo americano ci è riuscito.
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Beach House – 7

Un album fra musica elettronica e rock per ottenere dei suoni interessanti, cantati da una voce femminile sognante.
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Dead Can Dance – Dionysus

Album straordinario, con delle ritmiche pazzesche, ispirato alla mitologia greca ed agreste. Il duo australiano mi ha portato in giro per il mondo con strumenti etnici e non. In attesa per il concerto a Milano.
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David Eugene Edwards & Alexander Hacke – Risha

Un americano e un tedesco che hanno inciso un disco pieno di rock indipendente, libero e di grandi canzoni.
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Federico Fiumani & Alex Spalck – Il primato dell’immaginazione

Album interessante, forse più nel progetto che nella realizzazione. Sono stati i protagonisti (a loro non piacerà) della new wave Fiorentina degli anni’80.
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Julia Holter – Aviary

Se devo pensare alla fantasia e all’originalità in un album, non ho alcun dubbio: è questo.
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Interpol – Marauder

Rock indipendente che parte dal post punk anni’ 80. Non male.
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Mark Lanegan & Duke Garrwood – With Animals

Un blues viscerale con venature acustiche ed elettroniche, cantato con una voce profonda e vissuta. Un connubio dei due musicisti molto riuscito.
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Low – Double Negative

L’album che più mi ha appassionato, che più mi ha sorpreso e lasciato senza parole. Un analisi dei tempi “Trump” sottoforma di musica. Magnetico e profondo. Duro e lieve. A volte sembra di ascoltare una sorta di scultura sonora, con svariate sfaccettature. Alcuni brani non rispettano la struttura – canzone, per avere qualche riferimento siamo al confine di un rock indipendente ed elettronico. Questo è davvero il mio Album del 2018.
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J Mascis – Elastic Days

Bello, acustico ed intimo. Il leader dei Dinosaur Jr rifinisce un album esplorando acusticamente la sua sfera personale. Fra gli ospiti anche Pall Jenkins dei The Black Heart Procession.
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Moby – Everything was Beautiful, and Nottingham Hurt

Vi sono molti ospiti alle voci nell’ultimo disco di Moby. Mi è piaciuto abbastanza ma non come gli altri suoi dischi precedenti, gli riconosco una sorta di rabbia e di disillusione, sarà che pure lui è ‘merigano?!?

Mouse on Mars – Dimensional People

Elettronica sperimentale, mah?!? Mi sa che non l’ho capito. Riproverò ad ascoltarlo.

John Parish – Bird Dog Dante

Parish è sia produttore che musicista, una sorta di cantautore che ha sempre deciso di seguire una sua strada personale e in questo album ho trovato canzoni rock nuove rispetto a quello che offre il panorama musicale attuale. Fra i gioielli sonori spicca la canzone dedicata a Mark Linkous degli Sparklehorse, cantata da P. J. Harvey.
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Preoccupations – New Material

Sono un quartetto canadese e il loro stile musicale nasce dal post punk anni’80, ma non c’è alcuna operazione nostalgica. Mi sono piaciuti molto per la loro modernità, per le ritmiche ripetitive e per gli intrecci melodici fra gli strumenti. I quattro canadesi definiscono la loro musica come una sorta di labirinto sonoro e credo che sia proprio così. Un gruppo che “spacca“.
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Marc Ribot – Songs of Resistance

Un album di “resistenza” ai tempi dell’era Trump, registrato che sembra di avere in salotto il chitarrista e i suoi musicisti. Marc Ribot è conosciuto per essere il chitarrista di Tom Waits, ma ha una ha inciso molti album solisti, che spaziano in svariati stili musicali, di fatto è un chitarrista classico e sperimentale allo stesso tempo. Ribot ha sentito l’esigenza di raccontare la sua resistenza ad una America “trumpiana“, utilizzando stili musicali diversi fra loro (blues, folk, jazz, rap e persino punk). Il brano che ha fatto da apripista è la nostra Bella Ciao, cantata da Tom Waits! Album imperdibile come quello dei Low.
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Sparkle in Grey – Milano

Un collettivo musicale italiano davvero davvero molto interessante. Hanno creato un loro universo musicale originale. Musicalmente il gruppo, tanto per dare dei riferimenti, mescola i generi e gli stili musicali della scena indie.
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Tracy Thorne – Record

La cantante inglese ha composto un album particolarmente leggero su musiche disco dance, ma è solo un pretesto per cantare la condizione femminile e per dire che le Donne sono vive. Se si vuol ballare e divertirsi con intelligenza.
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Jonathan Wilson – Rare Birds

Un disco caldo e molto estivo, registrato molto bene alla vecchia maniera: come essere all’inizio degli anni’70 della West Coast. Wilson sicuramente si ispira a quel periodo ma il disco suona attuale. Il cantante e chitarrista ha suonato sia nell’ultimo album di Roger Waters, che nel tour di quest’anno dell’ex bassista dei Pink Floyd.
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Wooden Shjips – V.

Un rock psichedelico che si sviluppa in melodie atmosferiche, per accompagnare viaggi immaginari verso chissà quali nebulose. Piacevolmente estivo.
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Neil Young – Roxy

Direttamente dagli archivi live del musicista canadese. Suonato come se fossimo al Roxy. Non occorre aggiungere altro se amate Tonight’s The night.
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La mia non classifica musicale annuale degli anni scorsi è qui.

La mia non classifica musicale del 2016

La mia non classifica 2016 musicale

Ecco la mia non classifica musicale del 2016.
I dischi usciti quest’anno sono sempre tanti: non è facile scegliere e trovare il tempo per ascoltarli. Gli album di questo 2016 sono in parte di musicisti fra i miei preferiti da sempre, altri invece sono stati una piacevole sorpresa.
Mi sono piaciute molte le autrici femminili: P. J. Harvey su tutte, d’altronde le donne, come l’anno scorso, hanno inciso dei dischi interessanti. Gli autori italiani hanno scritto degli ottimi album che lasciano il segno. Alcune di queste canzoni sono riuscito ad ascoltarle in concerto. Non so se sono i migliori, ma sono quelli che davvero mi sono piaciuti e mi hanno dato tanto.

Il 2016 purtroppo si è portato via due meravigliosi artisti: David Bowie e Leonard Cohen.

Bon Iver “22, A Million”

Un disco strano e particolare, almeno per il mio gusto. Musica folk ed elettronica, curato e non scontato. Vi è un enigma che non ho ancora scoperto … Chissà …
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Vinicio Capossela “Le Canzoni della Cupa”

Un album doppio che richiede il suo tempo per entrare nelle storie di Vinicio. Le canzoni provengono dalla sua personale ricerca nella musica popolare della Basilicata, altre sono ispirate dalla stessa regione. Si imboccano i sentieri musicali di Vinicio per arrivare alla cittadella del suo universo da cantastorie / poeta.
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Nick Cave & The Bad Seeds “Skeleton Tree”

Uno dei miei miti e musicisti preferiti, i suoi album, come per P. J., li prendo sempre. Skeleton Tree non è facile da assorbire, perché è stato terminato dopo un fatto triste e drammatico per Cave. Le musiche e i suoni che lo compongono sono molto originali e nuovi per Cave, i testi poi … beh li trovate tradotti qui: nickcave.it.

Eleanor Friedberger “New View”

L’ex cantante dei Fiery Furnaces ha registrato un disco indie cantautoriale, piacevole e carino. Non male.

PJ Harvey “The Hope Six Demolition Project”

Una delle mie autrici preferite, cosa devo dire di più? I suoi dischi si prendono a scatola chiusa. Questo album ha una sua originalità nei suoni e nel modo in cui è stato pensato e registrato, poi su tutto la voce di P. J. è straordinaria. Amo P. J.Link traccia d’ascolto

Mau Mau “8000 Km”

Il gruppo torinese è tornato con un album dedicato al nostro paese. Ci sono storie del passato che mi hanno portato al presente. Un album dove la musica è allegra ma non rinuncia a denunciare e a farti tenere gli occhi e le orecchie aperte. Sempre emozionanti in concerto: visti al Festival di Radio Onda d’Urto, Brescia.

99 Posse “Il Tempo. Le Parole. Il Suono”

Luca O’Zulu e soci sono tornati con un disco più introspettivo, più rivolto “al capirsi” e al mondo che ci circonda. Apparentemente meno battagliero ma sempre attento alle situazioni sociali. Grandi i suoni, poi i testi di Luca lasciano il segno. Belle le collaborazioni con i rapper napoletani. Dal vivo i 99 Posse sono fenomenali: visti in concerto a Brescia.

Radiohead “A Moon Shaped Pool”

Riescono ad essere orginali e riconoscibili pochi, giocando fra musica rock, cantautorato e musica elettronica. Un disco che cresce, ascolto dopo ascolto.

Soundwalk Collective & Jesse Paris Smith con Patti Smith “Killer Road”

Gli autori creano un sottofondo notevole per ambientare l’omaggio a Nico. Su tutto domina la voce di Patti Smith, che legge, interpreta, prega, racconta e accompagna nella lunga passeggiata che porta a Nico.

Teho Teardo & Blixa Bargeld “Nerissimo”

Un disco densissimo di suoni, parole e storie. Un modo originale di raccontare musicalmente ed interpretare vocalmente le canzoni. Un album che ho atteso perché trovo intrigante la collaborazione fra un italiano e un berlinese.

Ben Watt “Fever Dream”

Ecco un disco attuale, fatto da un musicista eclettico e completo. Un album ricco di sfumature, da scoprire. Un rock intimo, amichevole, insomma un disco d’autore.

Warpaint “Heads Up”

Le quattro ragazze ci sanno fare e in questo album suonano più dolcemente, melodiose e leggere, un po’ meno post punk. Le canzoni sono seducenti e ballabili ma chisenefrega: sono brave e dal vivo a Berlino hanno “spaccato“.
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Neil Young “Earth”

Mannàggia, quest’uomo non è capace di stare fermo a oltre settant’anni: continua a pubblicare album e fare concerti. Proprio a dicembre è arrivato un suo nuovo album solista di denuncia. Il disco live “Earth” è straniante, Young ha pensato di mixare le voci della Natura assieme ai brani registrati dal vivo. Mi è piaciuto ascoltare il ronzio delle api e lo starnazzare delle anatre, nelle canzoni suonate con i Promise of the Real. Visti dal vivo quest’estate a Piazzola sul Brenta.

Inoltre non voglio scordare due produzioni della non etichetta stella*nera: beat! Roma II festival internazionale dei poeti 28 luglio 1980 e “Non un uomo né un soldo …” di Stefano Dellifranti.

La mia non classifica musicale annuale degli anni scorsi è qui.

Album che attendo per il 2016

Album che attendo per il 2016: Vinicio Capossela - Le canzoni della cupa PJ Harvey - The Hope Six Demolition Project Theo Teardo Blixa Bargeld Nerissimo

Siamo già al secondo mese del 2016 e dalle notizie che ho letto, finalmente saranno in uscita i nuovi album di Vinicio Capossela, di PJ Harvey e della coppia Theo Teardo Blixa Bargeld.

Vinicio Capossela – “Le canzoni della cupa”

Per me è il Cantautore italiano, un artista a tutto tondo, esploratore letterario e musicale. Scava nelle radici della musica e della letteratura, reinterpreta non scordando il mondo attuale. Il disco è stato anticipato dal docufilm Nel paese dei coppoloni.
Vinicio sono con te, sono convinto che superai anche l’operazione alla corde vocali, da poco annunciata nella tua pagina FB. Tornerai a riscaldare i corpi e le anime di chi ti ama.

PJ Harvey – “The Hope Six Demolition Project”

Sono passati cinque anni da quel disco regalato alla Gran Bretagna, era un un controcanto ironico e pacifista. In primavera PJ sarà qui a raccontare, nonostante le storture delle nazioni occidentali, che non saremo soli. Come ci ricorda il Reverendo Lys abbiamo PJ Harvey.

Theo Teardo Blixa Bargeld – “Nerissimo”

Una coppia artistica straordinaria perché riesce a farmi amare la ricerca musicale e vocale. L’album collega idealmente un italiano e un tedesco, che vivono a Roma e a Berlino. La copertina promette bene ed è liberamente ispirata al quadro Gli ambasciatori di Holbein il Giovane.
Musica contemporanea.

PJ Harvey canta Red Right Hand di Nick Cave

Una delle mie musiciste preferite è PJ Harvey e la sua versione di Red Right Hand è stata scelta per il film Crimson Peak di Guillermo del Toro. Mi piace molto perché il brano cantato da PJ Harvey è reinterpretato creando una atmosfera soffusa d’attesa e di tensione, che penso si adatterà bene al film Crimson Peak.

Red Right Hand è stata scritta da Nick Cave, Mick Harvey e Thomas Wydler e fa parte dell’album Let Love In (1994).

→ Prosegui la lettura di PJ Harvey canta Red Right Hand di Nick Cave

PJ Harvey – Dry

energia
amore profondo, dolore
solitudine
orizzonti pieni di spazio, spirito di osservazione, percezioni
sensibilità che si raffina, ascolta in silenzio e cresce
bisogno di colpire forte. l’identità’ trova una dimensione propria
un muro.
di musica, di parole, di significati
il senso primitivo della vita prende il sopravvento
happy and bleeding. for you.
dono estremo
annullamento del “sé” di fronte all’immenso che scopri di avere dentro
e’ troppo per essere compreso e contenuto
due sole direzioni possibili: l’esterno percepisce la sensualità, dall’interno la propria anima grida
il bisogno di non essere “interpretata “
perché voler capire con la ragione ciò che solo il cuore può dirti?

P.J. Harvey
“Dry”
1992, Indigo Records

di Fabrizio Cavallaro