Sarebbe la parola guerra, non avrei alcun dubbio, perché fa parte della storia dell’uomo e la stiamo sentendo ripetutamente in questi ultimi tempi. Però proprio perché fa parte di noi, non la bandirei, la terrei lontana perché è una parola malsana.
Scaraventata a terra maestà d’Israele Piange nella notte lacrime d’amaro Non un consolatore tra i suoi amanti Lunghe lamentazioni e langue il cuore
Magnificat Magnificat anima Dominum Magnificat
Le nostre case ad altri le donne vedove Pietre disperse all’imbocco della strada Guidano i passi dell’intifada Agli insolenti l’ira la grazia ai giusti
Andy Rourke ha suonato negli Smiths come bassista. La loro musica ha fatto parte della mia adolescenza. Nel video seguente possiamo goderci il “tiro” del suo basso.
Il 25 aprile non lo festeggerò andando alle manifestazioni, perché quest’anno sono in forte imbarazzo nel vedere le istituzioni italiane che parlano di antifascismo e di pace, ma continuano ad inviare armi per una guerra che senso non ha.
La canzone che ho scelto narra di alcune delle protagoniste della Resistenza italiana, che andavano in bicicletta per portare nascosti messaggi e dispacci. La canzone è scritta da Vinicio Capossela e cantata assieme a Mara Redeghieri. Le staffette sono raccontate a due voci in modo rispettoso, allegro e con molta ammirazione da Mara e Vinicio, che interpretano il senso del coraggio delle staffette. Sono fra l’altro ricordate con i loro nomi.
Vanda, Gina Rina, Rosina Bruna, Antonia, Elisabetta La staffetta in bicicletta Pompa cuore Il sangue ancora Batti cuore, batti nel cuore La staffetta in bicicletta Serafina, Alice, Anita Passa il ferro, l’arma, la vita Passa il testimone Che arrivi fino a noi Come il vento di primavera Non si ingabbia nella rete Come i vostri capelli, come i sorrisi Come l’aria quando corre in bicicletta Questa è la libertà: azione e responsabilità Guardo i vostri nomi che sanno di bucato Che sanno di un altro paese Di aspirazioni migliori In cui è venuto naturale Prendere parte e da che parte stare Iside, Nelda Natalina Adriana, Stella Ada, Armina La staffetta in bicicletta Emma, Zaira Alma, Corina, Vincenzina Desdemona, Lina La staffetta in bicicletta Baluardo di civiltà Testimoni di umanità Fiori sulle sepolture E cure, cure Per fare Guerra alla guerra Dispacci nascosti nei bigodini E poi guanti e maglioni Filati e calzini E nomi di martiri in cornici Arrotolati nelle canne delle bici Ada, Gina Agnese, Armida Che scrivete una storia minore Di partecipazione Un litro di latte Un pezzo di pane Un chilo di carbone tolto al nemico È fermare l’occupazione Resistenza, latitanza Corrimi dietro Corri veloce E non dire parole Non dire parole, non dire parole E non dire parole… Voi che passate il testimone Perché arrivi più avanti Perché arrivi fino a noi Che ancora abbiamo da resistere Al mostro e le sue fauci Sepolte ai nostri piedi Per fermare la guerra Per fermare ogni guerra, insegnateci Voi madri, figlie Sorelle, compagne dell’umanità ricordateci Come il vento di primavera Non si ingabbia nella rete Come i vostri capelli, come i sorrisi Come l’aria quando corre in bicicletta Questa è la libertà: azione e responsabilità Voi che di voi dite che Non vi sembra d’aver fatto granché
Testo de Staffette in bicicletta, tratto dall’album Tredici Canzoni Urgenti di Vinicio Capossela (2023), cantato assieme a Mara Redeghieri.
Nel 1977 il 18 marzo uscì White Riot dei Clash. Cosi tanto per ricordare. La canzone è ispirata alle rivolte di Notting Hill Gate a Londra nell’agosto del 1976, durante gli scontri razziali fra i residenti giamaicani e la polizia.
White riot – I want to riot White riot – a riot of my own White riot – I want to riot White riot – a riot of my own
Questo è un obice di una guerra del secolo scorso. L’abbiamo trovato presso la pieve sulla sommità del monte Loffa, lungo il sentiero delle “Sette fontane” in Lessinia (VR).
“Mettete dei fiori nei vostri cannoni“: ecco noi l’abbiamo fatto.
I Giganti - Proposta (Mettete dei fiori nei vostri cannoni)
Mettete dei fiori nei vostri cannoni
era scritto in un cartello
sulla schiena di ragazzi
che senza conoscersi,
di città diverse,
socialmente differenti
in giro per le strade della loro città
cantavano
la loro proposta,
ora pare che ci sarà un'inchiesta
tu come ti chiami?
Sei molto giovane
Me ciami Brambilla e fu l'uperari
lavori la ghisa per pochi denari
e non ho in tasca mai
la lira
per poter fare un ballo con lei
mi piace il lavoro,
ma non son contento
non è per i soldi che io mi lamento,
ma per questa gioventù
c'avrei giurato che mi avrebbe dato di più
Mettete dei fiori nei vostri cannoni
perché non vogliamo mai nel cielo
molecole malate,
ma note musicali
che formino gli accordi
per una ballata di pace,
di pace, di pace
Anche tu sei molto giovane,
quanti anni hai?
E di che cosa non sei soddisfatto?
Ho quasi vent'anni e vendo giornali
girando quartieri fra povera gente
che vive come me,
che sogna come me
sono un pittore che non vende quadri
dipingo soltanto l'amore che vedo
e alla società non chiedo
che la mia libertà
Mettete dei fiori nei vostri cannoni
perché non vogliamo mai nel cielo
molecole malate,
ma note musicali
che formino gli accordi
per una ballata di pace,
di pace, di pace
E tu chi sei?
Non mi pare che abbia di che lamentarti...
La mia famiglia è di gente bene
con mamma non parlo,
col vecchio nemmeno
lui mette le mie camicie
e poi critica se vesto così
guadagno la vita lontano da casa
perché ho rinunciato ad un posto tranquillo
ora mi dite che ho degli impegni
che gli altri han preso per me
Mettete dei fiori nei vostri cannoni
perché non vogliamo mai nel cielo
molecole malate,
ma note musicali
che formino gli accordi
per una ballata di pace,
di pace, di pace
Ce ne stiamo qui in spiaggia verso il tardo pomeriggio: lieve brezza, le onde che sbattono sulla battigia, il sole fra un’ora calerà sul mare, ma intanto lo sta facendo brillare.
Così mi è tornata in mente Giuni Russo con la sua splendida voce e questo brano allegro e spensierato. Le ore passano bene.
Salutiamo le spiagge di Valledoria, Badesi e lo splendido entroterra montuoso.
Enrico mi chiede di partecipare scegliendo una canzone di pace. Ho scelto una canzone di quando avevo vent’anni – sapete, è una di quelle canzoni che mi sarebbe proprio piaciuto scrivere (e ce ne sono dozzine). La traduzione è una di quelle che faccio io, senza istruzione né pretese. Allora sembrava possibile che la musica, la letteratura, l’arte potessero avere una qualche influenza positiva sul destino del mondo. Ma così non è stato. Magari fosse che i messaggi che viaggiano con la musica e la poesia potessero mettere radici ovunque. Dopo aver letto “Addio alle armi” di Ernest Hemingway non ci sarebbe dovuta essere un’altra guerra mondiale. Dopo aver letto “Urlo” di Allen Ginsberg si sarebbe dovuti scendere nelle piazze a cantare a piangere ad abbracciarsi e accarezzarsi e baciarsi e fare l’amore ovunque e in tutti i modi che ci venivano in mente. Sarebbe stato meraviglioso. Dopo aver letto un qualsiasi scritto di Mario Rigoni Stern o “La storia” di Elsa Morante si sarebbe dovuta insegnare la cultura della pace e del sostegno reciproco nelle scuole, ci si sarebbe dovuto prendere amorevolmente cura dei bambini e dei più deboli, degli sfortunati, degli anziani. Ma, come sappiamo, niente di tutto questo è successo. Dopo “All you need is love” si sarebbero dovute distruggere tutte le armi e abbattere i confini, ci si sarebbe dovuti occupare di ospedali, scuole, mense e case per tutti. E invece no, abbiamo continuato ad armare i confini di stato e costruire portaerei, mine, lanciafiamme e cannoni. D’altra parte sono duemila anni che c’è gente disposta a mentire, a rubare, rapinare stuprare torturare e massacrare convinta di mettere in pratica le nobili verità del vangelo. Peter Hammill ha scritto “The future now” nel 1977, quando non aveva ancora trent’anni, e l’ha inclusa nell’album omonimo del 1978. La versione che ha fatto il nido nel mio cuore è quella dell’album dal vivo “The margin” (1985). Riascoltarla oggi mi trasmette uno spaesamento forte: mi sembra di aver percorso tanta strada, ma se mi guardo intorno il mondo è fermo. Fermo proprio sull’orlo del precipizio, a guardare giù. Marco Pandin – stella_nera@tin.it
The Future Now
Il futuro adesso
Here we are, static in the latter half
Of the twentieth century
But it might as well be the Middle Ages,
There'll have to be some changes
But how they'll come about foxes me.
I want the future now,
I want to hold it in my hands;
All men equal and unbowed,
I want the promised land.
But that doesn't seem to get any closer,
And Moses has had his day...
The tablets of law are an advertising poster,
Civilization here to stay
And this is progress?
You must be joking!
Me, I'm looking for any kind of hope.
I want the future now,
I want to see it on the screen,
I want to break the bounds
That make our lives so mean.
Oh, blind, blinded, blinding hatred
Of race, sex, religion, colour, country and creed,
These scream from the pages of everything I read.
You just bring me oppression and torture,
Apartheid, corruption and plague;
You just bring me the rape of the planet
And joke world rights at the Hague.
Oh, someday the Millennium!
But how far is someday away?
I want the future now
I'm young, and it's my right.
I want a reason to be proud.
I want to see the light.
I want the future now,
I want to see it on the screen,
I want to break the bounds:
Make life worth more than dreams.
Eccoci, fermi nella seconda metà del ventesimo secolo ma potrebbe anche
essere il medioevo
Serviranno dei cambiamenti, sì
Ma pensare a come arriveranno mi confonde
Voglio il futuro adesso
Voglio stringerlo tra le mani
Tutti uguali e liberi
Voglio la terra promessa ma pare che non ci siamo avvicinati più di
quanto Mosè aveva fatto allora
Le tavole della legge come cartelloni pubblicitari
La civiltà è qui per rimanerci
E questo lo chiamiamo progresso? Stai scherzando, vero?
Io, io cerco una speranza qualsiasi
Voglio il futuro adesso
Lo voglio vedere alla televisione
Voglio spezzare le catene che rendono così infelice la nostra vita
Odio cieco, accecato, accecante nei confronti di razza, sesso,
religione, colore, paese e credo
Ecco ciò che urlano le pagine di tutti i giornali che leggo
Mi raccontano di oppressione e tortura, segregazione, corruzione e
pestilenze
Mi raccontano della distruzione del nostro pianeta e barzellette sui
diritti umani
Oh, domani arriverà il millennio nuovo
Ma quanto è distante il domani?
Voglio il futuro adesso
Sono giovane, è un mio diritto
Voglio un motivo per cui essere fiero
Voglio vedere la luce
Voglio il futuro adesso
Voglio vederlo alla televisione
Voglio spezzare le catene
Voglio che vivere diventi meglio che sognare
P.J. Harvey è una cantautrice rock inglese di grande talento e sensibilità. Negli ultimi album ha prestato la sua arte, per denunciare e dare voce alle vittime delle guerre recenti, in cui era spesso coinvolta la Gran Bretagna. Il brano Guilty fu registrato nel 2015 assieme alle canzoni per l’album The Hope Six Demolition Project (2016), ma non fu incluso e uscì come singolo. La canzone ha degli aspetti molto interessanti, che l’autrice fa emergere, sia nelle parole, che nella musica. Il testo è di estrema attualità, perché tratta di persone ignare del proprio destino, mentre un’altra persona a decine di migliaia di chilometri li sta osservando, decidendo di far scendere un drone esplosivo. Le vittime che stanno accanto ad un obiettivo di un drone, sono il più delle volte inconsapevoli. In gergo militare sono definite danni collaterali.
La canzone Guilty è musicalmente più ombrosa delle canzoni registrate per l’album, che l’ha preceduto. Una marcia militare che suona come una mitragliata di ottoni e di percussioni. Su tutto la voce di P.J. Harvey dura e dolce, a seconda delle parti cantate.
Guilty
Colpevole
Rules and regulation
Rules and regulation
Rules and regulation
Rules and regulation
There’s a little figure on the television
Scratching at the ground by a pile of rags
Grainy little figures on television screens
Weighing up the moment — guilty, guilty
What’s he doing with that stick?
What’s he doing with that stick?
Which one is guilty?
Which one is guilty?
What’s he doing with that stick?
What’s he doing with that stick?
Which one is guilty?
Which one is guilty?
Power to the predator, The Grim Reaper
Grainy little suspects running for shelter
The drones have come
Come in their thousands
But nobody asked us if we wanted them
If we wanted them
If we wanted them
Back in the bunker in the operations room
A bored soldier is eating his lunch
While drones in their thousands are unveiled in Texas
To roaring voices, but nobody asked us if we wanted them
What’s he doing with that stick?
What’s he doing with that stick?
Which one is guilty?
Which one is guilty?
What’s he doing with that stick?
What’s he doing with that stick?
Which one is guilty?
Which one is guilty?
Power to the predator, The Grim Reaper
Grainy little suspects running for shelter
The drones have come
Come in their thousands
But nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us if we wanted them
Nobody asked us
Regole e regolamento
Regole e regolamento
Regole e regolamento
Regole e regolamento
C'è una piccola figura in televisione
Grattarsi per terra da un mucchio di stracci
Piccole figure sgranate sugli schermi televisivi
Soppesare il momento: colpevole, colpevole
Cosa sta facendo con quel bastone?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Quale è il colpevole?
Quale è il colpevole?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Quale è il colpevole?
Quale è il colpevole?
Potere al predatore, The Grim Reaper (triste mietitore)
Piccoli sospetti granulosi che corrono in cerca di riparo
Sono arrivati i droni
Venite a migliaia
Ma nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Se li volessimo
Se li volessimo
Di nuovo nel bunker nella sala operativa
Un soldato annoiato sta mangiando il suo pranzo
Mentre i droni a migliaia vengono svelati in Texas
A voci ruggenti, ma nessuno ci ha chiesto se le volevamo
Cosa sta facendo con quel bastone?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Quale è il colpevole?
Quale è il colpevole?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Cosa sta facendo con quel bastone?
Quale è il colpevole?
Quale è il colpevole?
Potere al predatore, The Grim Reaper
Piccoli sospetti granulosi che corrono in cerca di riparo
Sono arrivati i droni
Venite a migliaia
Ma nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto se li volevamo
Nessuno ci ha chiesto
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