Intervista ai curatori di Vennero in sella due gendarmi

Vennero in sella due gendarmi è una raccolta di scritti e musica curata per aiutare il fondo di difesa Genova Antifascista. I curatori sono Marco Pandin e Marco Sommariva, così ho pensato di sentire da loro come sta andando la situazione per supportare il fondo di difesa genovese.

Come sta proseguendo l’iniziativa?

Marco Sommariva: Alla grande: da sabato scorso 6 febbraio la prima tiratura è da considerarsi esaurita, e questo significa che è andata via in sole tre settimane. A giorni partirà la ristampa.
Marco Pandin: Vero, questa velocità di diffusione mi sorprende e mi rende felice. Ma la soddisfazione più grande è stata il rendersi conto della grande voglia di partecipare, di essere e di esserci, del desiderio di contribuire come possibile. Marco ed io abbiamo costruito questa rete di contatti senza avere un disegno o una strategia, sono bastati cinque-dieci minuti al telefono quindi neanche il tempo tecnico per metterci d’accordo. Abbiamo chiesto, fatto girare la voce. E non ne farei neanche una questione di comune orientamento politico, tanto siamo diversi – tutti. Penso che sia stato compreso a fondo il nostro spirito più autentico, la nostra voglia di fare qualcosa. Ho già curato altre raccolte nel passato, penso che sia la prima volta che nessuno tra i partecipanti mi abbia chiesto una qualche lista delle adesioni già pervenute – e questo trovo la dica lunga sull’atteggiamento di come ciascuno ha messo a disposizione la propria creatività senza chiedere niente in cambio.

Qual’è la tiratura di Vennero due gendarmi … ?

M. S.: 600 copie la prima tiratura, e di altre 600 sarà la seconda.

Avete agito su espressioni artistiche diverse: il disegno, la musica e la scrittura.

M. S.: Ogni forma d’arte può veicolare il messaggio antifascista, così come ognuno di noi può combattere quotidianamente ogni forma di fascismo, e se per caso avessimo difficoltà a identificare questo cancro che a volte s’insedia anche in famiglia, forse può aiutare ricordare cosa scrisse Pasolini nel ’74: “Se la parola fascismo significa la prepotenza del potere, la “società dei consumi” ha bene realizzato il fascismo”. E aggiungo che quello di combattere personalmente il fascismo, ogni giorno e in ogni luogo, è uno sforzo che dobbiamo fare perché, come scriveva Orwell, “Se sostenete che il fascismo è soltanto un’aberrazione che in breve tempo si esaurirà da sola, vi cullate in un sogno dal quale vi desterete nel momento in cui qualcuno vi darà una manganellata sulla testa”.
M. P.: Quando avevo vent’anni ho letto un volantino dei Crass dove c’era scritto press’a poco “La nostra arma più potente è la creatività”. Ero un fanzinaro, del genere non so cosa fare e come fare, ma lo faccio comunque. Col mio giro di amici di allora amavamo ascoltare musica, suonare, disegnare, scrivere, sognare – tutti pretesti per incontrare, conoscere, imparare, scambiare, confrontarsi, crescere. Ecco, quella frase mi ha colpito, ispirato ed accompagnato, ed ho cercato di farla mia anche nelle mie storie di tutti i giorni. Se ne ho ricavato un insegnamento? Direi che pensarla così è stato fondamentale per riuscire a sopravvivere nel posto di lavoro, per impostare la vita in casa e l’educazione dei figli. Per costruire una mentalità che sia condivisione, oltre che perenne capacità di meravigliarsi.

Come è stata accolta dai genovesi la raccolta per il fondo di difesa Genova Antifascista?

M. S.: Benissimo. Tutte le realtà antifasciste genovesi hanno acquistato numerose copie e, ne avessimo ancora a disposizione, ne acquisterebbero altre: abbiamo consegnato pacchi contenenti sino a 40 confezioni. Grande attenzione ci è stata dedicata anche dalle altre province liguri: Savona, Imperia e La Spezia. Ma l’iniziativa sta andando forte anche fuori dai confini regionali: tutta l’Italia s’è mossa, dal Friuli alla Calabria, dalla Sicilia al Piemonte, passando per la Sardegna.

Alla luce di quanto mi avete raccontato, come sarà il futuro?

M. S.: Dopo l’evoluzione della repressione che è passata dal “solo” picchiare coi manganelli al picchiare coi manganelli e sulle tasche degli antifascisti, ho l’impressione che il Sistema dovrà ulteriormente cambiare tattica per provare a mettere in ginocchio l’antifascismo, visto che – militanti e non – non ci hanno pensato su due volte a metter mano al portafogli per riempire la cassa che occorrerà a coprire le spese legali dei 56 denunciati per gli scontri di Piazza Corvetto, del maggio 2019. Per noi antifascisti il futuro è roseo, e non può essere diversamente dopo i “muscoli intellettuali” mostrati con questo doppio cd; lo vedo nero, invece, per chi sta dall’altra parte. Siamo tanti, uniti, preparati, e combattiamo su più livelli: noi abbiamo un futuro, questo è certo.
M. P.: Sorrido nel sentire Marco che parla così: parla come un disco di Franti, io tenderei a essere più introspettivo e pensoso come un disco dei Kina. Entrambi facevano però fiorire in cuore delle belle speranze, e non c’era bisogno di trucchi e travestimenti o slogan urlati dal palco. Miravano al cuore della gente, e hanno fatto centro. Quando ero ragazzo era stato creato questo mito del “non futuro” – coi Sex Pistols lo cantava buona parte del punk, e dopo gli anni di piombo e nel bel mezzo degli anni di televisione obbligatoria io lo trovavo opprimente e insostenibile. Il futuro c’era eccome, solo che bisognava farsi il culo per costruirlo. Una cosa che ho imparato in questi anni è che il “non futuro” era una trovata pubblicitaria per derubarci degli spiccioli e della speranza. Forse ho fatto bene allora ad ascoltare il cuore.

Si può richiedere la raccolta in 2CD, con offerta libera e responsabile a: Genova Antifascista

Si ascoltare l’intervista a Marco Sommariva per Genova Antifascista a cura di Gianluca Polverari su: Radio Città Aperta Podcast.

Contributi scritti di:

Erri de Luca, Giansandro Merli, Franco Arminio, Maurizio Maggiani, Fabio Geda, Paolo Cognetti, Haidi Gaggio Giuliani, Max Mauro, Alessandro Spinazzi, Carmine Mangone, Stefano Giaccone, Marco Sommariva

Contributi grafici di:

Zerocalcare, Gaia Cocchi, Fabio Santin, Chiara Sestili, Elia Fortunato, Federico Zenoni, Stefano Sommariva, Shinbross [Giulio Sciaccaluga], NicoComix

Le canzoni del doppio CD “Vennero in sella due gendarmi, vennero in sella con le armi”:
  1. Giorgio Canali – Genova per noi
  2. Andrea Sigona – La ballata dell’innocenza
  3. Yo Yo Mundi con Marco Rovelli – Anarcobaleno
  4. Ascanio Celestini – La camminata del moribondo
  5. Mars on Pluto – La violenza
  6. L’Estorio Drolo – La chansoun de Nadu
  7. Alessio Lega – Matteotti
  8. Banda POPolare dell’Emilia Rossa – Non mi scorderò di te
  9. Modena City Ramblers – La legge giusta
  10. Nuovo canzoniere Partigiano – Festa d’aprile
  11. Bandabardò – Tre passi avanti
  12. Lo ZOO di Berlino con Franco Fabbri – Pontelandolfo
  13. Gang – Marenostro
  14. Luca Bassanese – Il bombarolo
  15. Loris Vescovo – Sigur
  16. Simona Boo – Estate ’89 (Una storia dal mare)
  17. Paolo Capodacqua – I nidi degli uccelli
  18. Od Fulmine con Davide Toffolo – La verità
  19. Dany Franchi – Wanna know
  20. Franti – Quando me ne andrò
  21. Massimo Zamboni – Fine
  22. Umberto Maria Giardini – Molteplici e riflessi
  23. Subsonica – Preso blu
  24. Kina – Sabbie mobili
  25. Wu Ming Contigent – Peter Norman
  26. Daniele Sepe e i Fratelli della Costa – Cazzimmao (Pesciolini & pesci a brodo)
  27. Caparezza – L’uomo che premette
  28. Luca ‘O Zulù Persico – Bella ciao
  29. Mauràs – Majorana
  30. Signor K feat. ‘O Zulù – Corre forte la locomotiva
  31. Assalti Frontali – Roma meticcia
  32. Putan Club – Sens la mort
  33. Cesare Basile – Nesima rodeo
  34. Lalli e Stefano Risso – Le colline spezzate

Si può richiedere la raccolta in 2CD, con offerta libera e responsabile a: Genova Antifascista

Vennero in sella due gendarmi – 2CD per il fondo di difesa di Genova Antifascista

A Genova, il 23 maggio 2019, più di un migliaio di cittadini, si sono incontrati a Piazza Corvetto per esprimere la propria contrarietà ad un comizio di casa pound. Purtroppo ci fu una reazione spropositata delle forze dell’ordine verso il giornalista Stefano Origone di Repubblica e i partecipanti antifascisti. Il primo fu vittima e testimone delle violenze. Successivamente, agli altri sono arrivate 56 denunce e circa 60.000 euro di multe da pagare e quindi queste persone si dovranno difendere in tribunale dall’accusa di antifascismo. Una situazione, posso dire, paradossale.

Vennero in sella due gendarmi Copertina

Per dare una mano e per non far sentire soli, è nato un fondo di difesa e per sostenerlo Marco Pandin e Marco Sommariva hanno avuto l’idea di chiedere ad amici artisti un supporto. Musicisti, disegnatori, pittori, scrittori e performer hanno partecipato con una loro opera. Così è nata la raccolta in 2CD “Vennero in sella due gendarmi, vennero in sella con le armi“. Creata con il semplice passaparola, oltrepassando le distanze e gli stili espressivi dei partecipanti, ma con la volontà di unire la propria voce “in un coro di vibrante protesta“. I due Marco sono rimasti felici e anche un pochetto sorpresi da tutta questa solidarietà, per sostenere il fondo di difesa.

Tutti gli artisti, chi più o meno noto, hanno partecipato in maniera volontaria e del tutto gratuita. La raccolta è interessante e mi piace molto perché variegata, ma proprio dalla diversità di voci, suoni, disegni e parole, si respira un ossigeno vitale, che invita a non restare indifferenti. Un altro motivo per ascoltare “Vennero in sella due gendarmi, vennero in sella con le armi“, è che fra le canzoni vi sono parecchi inediti.
La copertina è una elaborazione grafica autorizzata di Zerocalcare e rappresenta un estintore, di tragica memoria: il G8 di Genova del 20 luglio del 2001.

Si può richiedere la raccolta in 2CD, con offerta libera e responsabile a: Marco Sommariva

Si ascoltare l’intervista a Marco Sommariva per Genova Antifascista a cura di Gianluca Polverari su: Radio Città Aperta Podcast.

Contributi scritti di:

Erri de Luca, Giansandro Merli, Franco Arminio, Maurizio Maggiani, Fabio Geda, Paolo Cognetti, Haidi Gaggio Giuliani, Max Mauro, Alessandro Spinazzi, Carmine Mangone, Stefano Giaccone, Marco Sommariva

Contributi grafici di:

Zerocalcare, Gaia Cocchi, Fabio Santin, Chiara Sestili, Elia Fortunato, Federico Zenoni, Stefano Sommariva, Shinbross [Giulio Sciaccaluga], NicoComix

Le canzoni del doppio CD “Vennero in sella due gendarmi, vennero in sella con le armi”:
  1. Giorgio Canali – Genova per noi
  2. Andrea Sigona – La ballata dell’innocenza
  3. Yo Yo Mundi con Marco Rovelli – Anarcobaleno
  4. Ascanio Celestini – La camminata del moribondo
  5. Mars on Pluto – La violenza
  6. L’Estorio Drolo – La chansoun de Nadu
  7. Alessio Lega – Matteotti
  8. Banda POPolare dell’Emilia Rossa – Non mi scorderò di te
  9. Modena City Ramblers – La legge giusta
  10. Nuovo canzoniere Partigiano – Festa d’aprile
  11. Bandabardò – Tre passi avanti
  12. Lo ZOO di Berlino con Franco Fabbri – Pontelandolfo
  13. Gang – Marenostro
  14. Luca Bassanese – Il bombarolo
  15. Loris Vescovo – Sigur
  16. Simona Boo – Estate ’89 (Una storia dal mare)
  17. Paolo Capodacqua – I nidi degli uccelli
  18. Od Fulmine con Davide Toffolo – La verità
  19. Dany Franchi – Wanna know
  20. Franti – Quando me ne andrò
  21. Massimo Zamboni – Fine
  22. Umberto Maria Giardini – Molteplici e riflessi
  23. Subsonica – Preso blu
  24. Kina – Sabbie mobili
  25. Wu Ming Contigent – Peter Norman
  26. Daniele Sepe e i Fratelli della Costa – Cazzimmao (Pesciolini & pesci a brodo)
  27. Caparezza – L’uomo che premette
  28. Luca ‘O Zulù Persico – Bella ciao
  29. Mauràs – Majorana
  30. Signor K feat. ‘O Zulù – Corre forte la locomotiva
  31. Assalti Frontali – Roma meticcia
  32. Putan Club – Sens la mort
  33. Cesare Basile – Nesima rodeo
  34. Lalli e Stefano Risso – Le colline spezzate

Si può richiedere la raccolta in 2CD, con offerta libera e responsabile a: Marco Sommariva

Franti 2016 situazione non classificata

Franti, riprendendo quelle situazioni …

Talvolta parlando con amici e conoscenti ci si chiede … e i Franti? Chi per curiosità, chi per amicizia ma soprattutto per chi l’esperienza lasciata dal collettivo musicale torinese era ed è rimasta importante.

Pur non amando le classificazioni, i Franti si autodefinirono una hardcore folk band.

Lalli, Stefano Giaccone e gli altri componenti dei Franti hanno continuato da soli o a volte incrociandosi ma troppo forte è la memoria musicale dei Franti lasciata a molto di noi, sulla società, sul lavoro, sul rapportarsi con gli altri. Tutto nasceva dalla loro musica per raggiungere chi aveva o ha il desiderio di non essere assimilato a una persona non pensante. Una delle loro caratteristiche fu di attenersi alla completa autogestione: dischi, cassette audio e concerti con la loro supervisione.

La non etichetta stella*nera di Marco Pandin ristabilisce un contatto con l’opera dei Franti, ristampando i 3 CD di “Non Classificato” e l’album di Stefano Dellifranti “Non un uomo né un soldo …”, entrambi esauriti da tempo. L’edizione del 2015 contiene i tre album e un libro ricco ricco di materiali sui Franti. Entrambe le edizioni sono state curate personalmente da Marco Pandin con Ettore Valmassoi e l’approvazione dei membri del gruppo torinese.

Dopo aver avuto fra le mani queste ristampe, ho voluto parlarne con Marco.

Domanda: Da dove nascono registrazioni de “Non un uomo né un soldo …”?
Risposta: Si era nel gennaio e febbraio 1991, prima guerra del Golfo, alla fine dell’escalation di eventi che avevano portato all’operazione Desert Storm. Stefano Giaccone, Lalli e Toni Ciavarra avevano raccolto una manciata di canzoni per dire ancora una volta no alla guerra. Sono bastate poche ore, buona la prima. Ne era stata fatta una cassetta a nome Stefano Dellifranti (+ Lalli e Toni), titolo “Non un uomo né un soldo”, messa in circolazione in poche copie di fattura casalinga, invitando a copiare e diffondere. Un messaggio in bottiglia, come si fa da sempre, affidato al mare con la speranza che non arrivi sulla spiaggia sbagliata.

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Stefano Dellifranti alias Stafano Giaccone

Stefano Dellifranti + Lalli e Toni Ciavarra Stefano Giaccone

Non un uomo né un soldo …” di Stefano Dellifranti esce in ristampa su CD-r, dal nastro realizzato nel 1991, ormai introvabile.
Si tratta di una delle diramazioni di Stefano Giaccone, alias Stefano Dellifranti.
Nella ristampa ho scoperto che oltre a Stefano vi sono i contributi strumentali e vocali di Lalli e Toni Ciavarra.

Il CD-r uscirà il 24 settembre e se sarete a Milano lo troverete al Liber Salone.

Riferimenti:
  • Il CD-r non è distribuito commercialmente, si può richiedere a stella*nera oppure a Dethector in cambio di un’offerta libera/consapevole.

Franti Non classificato edizione 2015

Franti Non classificato 2015 risquardi CD3 stella*nera stella *neraFinalmente stella*nera ha pubblicato una nuova edizione di Non classificato dei Franti, una delle più importanti band dell’underground italiano degli anni’80. I Franti si crearono uno stile proprio e ben riconoscibile nei testi e nella musica, mescolando le carte dei generi musicali: jazz, punk, new wave, blues, sperimentazione …
Parole e musica si fondevano nella loro vita, nel raccontare storie vere, raccolte fra la gente, in strada, in periferia, in fabbrica. Interpretando chi non voleva essere appiattito dalla società, ma essere una testa pensante e parlante.

Proprio come i Crass, i Franti erano anarcopunk nell’animo e quindi non scelsero delle vie facili per proporre la loro musica. L’idea di “prodotto musicale” dei Franti era di far nascere un qualcosa per confrontarsi con l’ascoltatore.
Lalli, Stefano Giaccone, Vanni Picciuolo, Massimo D’Ambrosio, Marco Ciari e gli altri compagni di musica non hanno aderito a movimenti musicali degli anni ’80. Hanno sempre creduto nell’idea dell’auto produzione (do it yourself): produrre i dischi, organizzare i concerti tramite una rete di conoscenze e passaparola … ecco come cresceva il loro pubblico.
I concerti creavano atmosfere molto coinvolgenti e profonde con gli ascoltatori, la musica ti si appiccicava addosso perché noi eravamo loro e loro noi.

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Eighty Blues 1 ovvero non si esce vivi dagli anni’ 80

Non si esce vivi dagli anni' 80 Eighty BluesGli anni ’80 erano gli anni della mia adolescenza, quelli che mi hanno portato alla maggiore età. I primi amori, le corse in bicicletta perché mio padre: “… no, il motorino no!” e dunque “via!” verso una certa autonomia di vita. C’erano i racconti di mio nonno Primo sui partigiani, sulla guerra e sui fascisti. C’erano due sistemi politici uno contro l’altro, fino alla caduta del muro di Berlino. E poi la corsa agli armamenti nucleari.
Negli anni ’80 tutto cambiava attorno a me.
Nuove passioni nascevano o si sviluppavano: il cinema, i fumetti di Hugo Pratt, di Enki Bilal e di Andrea Pazienza e poi la musica. Si, tanta musica.
Mettere da parte le “mancette” o lavorare in estate per poi andare in treno a Padova nei negozi di dischi, come la Crash Records e poi scambiarsi i vinili con qualche amico per farsi i “nastrini”. Il primo viaggio a Londra con mio fratello.
No, niente nostalgia perché un po’ si cambia ma sono sicuro dagli anni ’80 ho imparato a crescere e in un certo andare modo avanti.

E per Voi, amici musicisti, fanzinari e/o blogger?

 

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Rockgarage, la Fanzine e l’autoproduzione, ne parla Marco Pandin

Rockgarage, è stata la prima Fanzine che lessi un bel po’ di anni fa. L’acquistai alla Crash Records di Padova e fu veramente una scoperta. Ero un ragazzino (un teenager) e non mi era mai capitata fra le mani una fanzine o meglio “il primo giornale rock di mestre-venezia 1982-1984“. Il numero Zero/Quattro conteneva due vinili a 7” ma era tutto l’insieme che mi incuriosì e mi appassionò, trovavo interessante leggere di gruppi musicali che non conoscevo ma che erano  italiani e che avevano davvero qualcosa di reale da esprimere. Mi piaceva il formato e lo stile di Rockgarage. Per farla breve, scrivo a Marco e mi faccio raccontare qualcosa. Ne è venuta fuori questa specie d’intervista che è anche un racconto di quegli anni, di un gruppo di ragazzi e ragazze che si sono inventati davvero qualcosa di speciale.

D: Come ebbe inizio la fanzine Rockgarage? Cos’era che ti spinse a farla?
R: Mi trovo un po’ perso a raccontare la mia vita nella Mestre di trent’anni fa, e non tanto perché ho traslocato altrove nel 1987 quanto perché nel frattempo sono successe tante cose anche gravi che mi hanno sradicato da tutti i giri. Ho interrotto i rapporti con grande parte dei miei amici e compagni di quartiere, coi compagni di scuola, di radio e col gruppo in cui suonavo; sono riuscito a riprendere in mano qualche vecchio filo rosso solo da poco. Te la faccio breve, ma le radici di questa storia affondano molto più indietro nel tempo: nell’estate del 1981 ho trascorso quattro settimane a Londra (le prime ferie della mia vita, da quando avevo 16 anni durante le vacanze estive lavoricchiavo) e al ritorno ho dato vita con un gruppo di compagni a Rockgarage. Avevo lo zaino pieno di dischi, cassette, volantini e fanzine, roba praticamente mai vista da queste parti: è stata forse solo un’imitazione di quello che succedeva altrove, non credo di essere stato particolarmente bravo o brillante.

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