1 Perché dovevi registrare un vinile negli anni ’80?

Teac Tascam 4 piste portatileRileggendo le interviste ai musicisti e ai fanzinari dell’underground musicale italiano, mi chiedevo che avventura era la registrazione di qualche traccia sonora negli anni ’80.
Produrre un supporto fonografico (vinile o cassetta audio) e poi che farne?
Chissà che impressione riuscire ad entrare per la prima volta in uno studio di registrazione, mentre il più delle volte si ricorreva ad un amico con gli apparati di recording come i Teac, registrando nel garage dove si provava con il gruppo.
E come facevano a racimolare i denari per pagare le sessioni di registrazione per il vinile? Come fare per promuoverlo?
Scegliere di fare tutto da soli (do it yourself) e venderlo nei luoghi dopo aver suonato per un concerto?
Oppure trovare dei distributori indipendenti o appoggiarsi alla rete dei circuiti delle fanzine e dei centri sociali? Aiutava essere recensiti da qualche rivista musicale?
Perché tutta questa urgenza ed agitazione per registrare un vinile?

Sicuramente è più facile registrare con le tecnologie odierne, la rete internet facilita la conoscenza e la condivisione della musica prodotta, però facciamoci raccontare le storie di chi negli anni ’80 ha prodotto musica indipendente in Italia.

Ecco le parole di Tony Face dei Not Moving, di Vittore Baroni (Trax, mailart ecc.), di Paolo Cesaretti della fanzine FREE e delle Industrie Discografiche Lacerba, di Fox dei Plasticost e di Alessandro Limonta della fanzine VM.

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La storia dei Not Moving

Not Moving - Movin' Over 7" EP 1983Antonio Bacciocchi alias Tony Face è stato il batterista e membro fondatore dei Not Moving, un gruppo italiano degli anni ’80, piuttosto originale per il panorama underground italiano di allora.
Avevano un forte impatto dal vivo grazie ad una miscela di post punk, suoni acidi ’60 e rock and roll.
Sul suo blog Tony Face ripercorre la carriera del gruppo, una sorta di biografia personale e quindi ecco l’occasione di rivolgergli qualche domandina.

Domanda: Perché hai sentito l’esigenza di scrivere la biografia dei Not Moving?
Risposta: Perchè se ne parla relativamente spesso su internet e mi arrivano frequenti domande sui Not Moving. Una volta per tutte ho pensato che sarebbe stato utile dettagliare una storia che reputo comunque interessante anche per chi non ha conosciuto o semplicemente apprezzato il gruppo.
D: Come sarà strutturato, diciamo così, il piano di pubblicazione ?
R: Ogni domenica un capitolo a partire dagli albori del 1981 fino alla fine del mio rapporto con la band.
D: Qualche anno fa hai scritto un libro sugli anni ’80 legato alla tua esperienza di vita musicale, hai preso qualche spunto?
R: Cercherò di non ripetere quello che ho scritto in Uscito vivo dagli anni 80 ma un po’ di spunti ed episodi ci saranno senz’altro.
D: Ci saranno materiali inediti?
R: Ci sarà qualche storia inedita ma credo che un po’ tutto sia poco conosciuto dei Not Moving.

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Eighty Blues 1 ovvero non si esce vivi dagli anni’ 80

Non si esce vivi dagli anni' 80 Eighty BluesGli anni ’80 erano gli anni della mia adolescenza, quelli che mi hanno portato alla maggiore età. I primi amori, le corse in bicicletta perché mio padre: “… no, il motorino no!” e dunque “via!” verso una certa autonomia di vita. C’erano i racconti di mio nonno Primo sui partigiani, sulla guerra e sui fascisti. C’erano due sistemi politici uno contro l’altro, fino alla caduta del muro di Berlino. E poi la corsa agli armamenti nucleari.
Negli anni ’80 tutto cambiava attorno a me.
Nuove passioni nascevano o si sviluppavano: il cinema, i fumetti di Hugo Pratt, di Enki Bilal e di Andrea Pazienza e poi la musica. Si, tanta musica.
Mettere da parte le “mancette” o lavorare in estate per poi andare in treno a Padova nei negozi di dischi, come la Crash Records e poi scambiarsi i vinili con qualche amico per farsi i “nastrini”. Il primo viaggio a Londra con mio fratello.
No, niente nostalgia perché un po’ si cambia ma sono sicuro dagli anni ’80 ho imparato a crescere e in un certo andare modo avanti.

E per Voi, amici musicisti, fanzinari e/o blogger?

 

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