Daniel non può riprendere a lavorare a 59 anni dopo un arresto cardiaco. La sua vicenda diventa assurda perché il sistema che dovrebbe aiutarlo, con la sua burocrazia lentamente lo immobilizza, senza fargli ottenere il legittimo sussidio di disoccupazione per invalidità. Il protagonista non si arrende e continua tenacemente la quasi disperata richiesta.
Ken Loach racconta la vicenda con realismo, con un pizzico di ironia e un profondo rispetto per i personaggi.
Il regista mostra i meccanismi articolati che schiacciano Daniel e le storie che si intrecciano con lui.
Un film speciale sul senso di solidarietà e con una critica sociale molto attuale.
Memorabile la scena di Daniel con la bomboletta spray.
Un film ricco di particolari, una ricostruzione degli interni pazzesca e minuziosa, riprese a cielo aperto meravigliose e su tutto la sagoma ingombrante e inconfondibile di William Turner, interpretato da Timothy Spall.
Colori e luci la fanno da padrone ma il regista Mike Leigh non dimentica le persone che hanno accompagnato la vita del pittore inglese: il padre, l’ultima moglie e la serva di casa.
Sono restato incantato dalla narrazione che Leigh ha dedicato all’artista inglese.
Poetico il finale del film, tutto per l’ultima compagna tenuta gelosamente nascosta dal pittore e per la serva di casa.
Proprio quest’ultima chiamata Damigella, è la protagonista umile e silenziosa che piange il pittore.
Bel film tutto da guardare nei dettagli.
Bravissimo Timothy Spall.
Ken Loach racconta la storia vera del reduce irlandese James Jimmy Gralton.
Il film si svolge nel 1932 al ritorno di Jimmy al suo paesino irlandese, dopo dieci anni di esilio a New York.
Ken Loach dirige un film di rievocazione storica sociale con leggerezza e profondità, narrando il sogno di un uomo e dei suoi amici di avere un posto dove condividere impegno politico, culturale e divertimento.
Il regista inglese non fa sconti a nessuno, evitando di cadere nel melodramma ma regalando un filo di speranza ad un finale amaro.
Il verde dei paesaggi irlandese è fotografato splendidamente.
Una giornata della vita di Nick Cave, più tranquilla di quello che un fan può immaginare.
Il film documentario è piuttosto curato nelle scenografie e nella fotografia. Esteticamente meraviglioso e colorato.
Bello il dialogo immaginario / reale con Blixa: chiarisce perché lasciò i Bad Seeds.
Ha l’onestà intellettuale di citare gli amici dei Birthday Party e parlare di Mick Harvey, amico e fido collaboratore.
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