Noi siamo il traffico, l’inno alla bicicletta in città dei Têtes de Bois

Ascoltando la canzone Noi siamo il traffico dei Têtes de Bois viene da chiedersi: a chi pensa ai ciclisti urbani? La canzone è un accorato e divertente inno all’uso della bicicletta nelle città. Andare su due ruote fa bene alla propria salute, facendo del sano movimento. L’ascolto del brano però solleva delle domande che le amministrazioni pubbliche dovrebbero porsi: i ciclisti cittadini hanno delle corsie preferenziali? Le strade ciclabili sono collegate fra loro? Vengono fatte in tratti in cui ce ne è bisogno? I percorsi ciclabili sono sufficientemente attrezzati e protetti? Periodicamente sono fatte le manutenzioni stradali? È lasciata la precedenza ai ciclisti dagli altri mezzi di trasporto?

Andare in bicicletta è un grande diritto e quindi:

  • reclamiamo piste ciclabili;
  • richiediamo il buon mantenimento delle ciclabili;
  • ricordare alle persone al volante delle automobili di avere rispetto dei ciclisti.

È un bel invito ad usare la bicicletta, più spesso o magari ogni giorno, per compiere spostamenti!

Noi siamo il traffico
noi siamo il traffico

Siamo il caos e ci fottiamo le macchine
tutti in gruppo sulla tangenziale
vogliamo aria e strada senza catrame
e acqua e terra
da bere e coltivare

Noi siamo il traffico
noi siamo il traffico

Passiamo la notte a benedire una bici
che dorme allacciata ad un vecchio lampione
catena leggera
preghiera ogni sera
pisciata di cane proprio sul cerchione

noi siamo il traffico
noi siamo il traffico

che ogni mattina
s’incontra per caso
e s’incammina
che non fa proclami e agisce d’istinto
che non s’iscrive all’alba
e a niente obbedisce
e gira gira e vola
che muove i piedi e vola
divide la corsia ed esce sull’aiuola

siamo il traffico
siamo il traffico

che si rompe e si ripara
che se è vecchio si trasforma
che se è scrostato si vernicia
che se è passato si riaggiorna

Riferimenti
  • Il sito ufficiale dei Têtes de Bois
  • La canzone Noi siamo il traffico fa parte dell’album Goodbike (2010) e della raccolta Mai di moda – Since 1992 (2012)
  • Scritto e pubblicato per Riusa: il portale dell’economia circolare

La mia non classifica musicale del 2012

La mia non classifica musica 2012Chissà perché da un paio d’anni le top list mi annoiano, mi mettono in testa il pensiero “oddio cosa mi sono perso” e quindi ecco la mia non classifica musicale del 2012. Non è un vero e proprio elenco dei migliori dischi o artisti del 2012, ma sono quelli che ho ascoltato e mi sono piaciuti.

Afterhours “Padania”, 2012
Faccio sempre più fatica ad entrare nelle corde musicali di uno dei miei gruppi musicali italiani preferiti, però i loro dischi li compro sempre. Penso che sia interessante la ricerca di suoni e strutture musicali dell’album “Padania”, però la canzone “Costruire Per Distruggere” mi ha letteralmente folgorato! Suggestiva, enigmatica e inquietante, il resto non saprei.

Vinicio Capossela “Rebetiko Gymnastas”, 2012
Finalmente Vinicio si è deciso a pubblicare le canzoni di genere rebetiko che incise assieme ai musicisti greci. Nel disco c’è poco meno di una manciata di inediti, ma è tutto l’album che è interessante, con “colori” nuovi. Capossela si è dimostrato un esploratore di generi e grande interprete. Non ho resistito e sono stato a vedere un concerto del tour rebetiko.

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Michele è il traffico

Michele è un ciclista quotidiano, nel senso che scorazza in giro per la città e la provincia con la sua bella biclicletta.
Ogni suo spostamento è fatto e pensato con la bici, con qualunque tempo e stagione.

Michele ha tutta la mia ammirazione e così ho pensato di dedicare la canzone Noi siamo il traffico dei Têtes de Bois, a lui e alla sua iniziaitiva.

[…] Sei convinto che l’automobile sia la maggior fonte di pericolo per le nostre città? Credi anche tu che stiamo negando ai nostri figli un’infanzia all’aria aperta, solo per non esporli ai pericoli della strada?
[…] Ritieni, come noi, che 127.000 morti ogni anno (quasi 350 al giorno!) nella regione europea monitorata dall’Organizzazione mondiale della sanità (oltre 4.000 in Italia) siano un tributo non accettabile pagato alla civiltà e all’industria dell’auto?Ti fa arrabbiare pensare che 2,4 milioni di persone vengono ferite o rese disabili in incidenti stradali ogni anno (300.000 solo in Italia)?
Firmando questo appello renderai più forte la richiesta alle autorità italiane ed europee di un sistema elettronico che limiti la velocità delle auto, adeguandola ai limiti stabiliti localmente. […]

Per approfondire:

Limitiamo la velocità delle auto.