Una nuova zattera per cambiare

La Zattera logo dell'Iniziativa di informazione nell'economia solidale veroneseIl nuovo progetto editoriale: un periodico elettronico per l’economia solidale veronese.

Alzi la mano chi è contento della Verona in cui viviamo. Una provincia terziarizzata, che non produce quasi più niente, che vive di finanza, di speculazione immobiliare, di lavori pubblici, e anche di xenofobia.

Una provincia che, se tornassero i tempi dell’autarchia, non riuscirebbe a sfamare nemmeno il 10 % dei suoi abitanti, a meno che non li si convincesse a mangiare soldi, tabacco e cemento.

Una provincia governata, a tutti i livelli, da un sistema di potere a parole ribelle e secessionista, ma nei fatti dissoluto e rapace, sicuramente distruttivo per il territorio.

Eppure, in tutto questo sistema dominante, c’è qualcosa che si muove. È un movimento poco omogeneo, poco incline a essere etichettato dalle forze politiche, per niente strumentalizzabile, quasi inafferrabile dalle definizioni classiche.

È la Verona che si riconosce nei principi del Sélese, che cerca altri modelli di economia, dove il profitto è un accessorio, non la strategia, dove i valori relazionali contano più di quelli economico-finanziari, dove i progetti e le persone sono al centro delle decisioni.

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Una zattera per cambiare

La Zattera logo dell'Iniziativa di informazione nell'economia solidale veroneseUn periodico elettronico per l’economia solidale veronese.

Alzi la mano chi è contento della Verona in cui viviamo. Una provincia terziarizzata, che non produce quasi più niente, che vive di finanza, di speculazione immobiliare, di lavori pubblici, e anche di xenofobia.

Una provincia che, se tornassero i tempi dell’autarchia, non riuscirebbe a sfamare nemmeno il 10 % dei suoi abitanti, a meno che non li si convincesse a mangiare soldi, tabacco e cemento. Una provincia governata, a tutti i livelli, da un sistema di potere a parole ribelle e secessionista, ma anche dissoluto e rapace, sicuramente distruttivo per il territorio.

Eppure, in tutto questo sistema sociale politicamente e culturalmente dominante, c’è qualcosa che si muove. È un movimento poco omogeneo, poco incline a essere etichettato dalle forze politiche, per niente strumentalizzabile, quasi inafferrabile dalle definizioni classiche.

Sostiene un’altra economia, dove il profitto è un accessorio, non la strategia, dove i valori relazionali contano più di quelli economico-finanziari, dove i progetti e le persone sono al centro delle decisioni.

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Il tappo di sughero e il riciclo, intervista a Davide Boati

In famiglia abbiamo preso la buona abitudine di pensare a come riciclare e scegliere certi cibi in funzione di un minor impatto ambientale. Una piccola pratica, ad esempio, è di scegliere bottiglie di vino tappate con il sughero. Successivamente i tappi li teniamo da parte e ogni tanto li portiamo in un negozio eco solidale dove saranno  consegnati a chi gli riutilizzerà. Qualche tempo fa avevo scritto un post sul sughero segnalando un consorzio che ha alcune iniziative legate al riciclo del sughero, illustrandone le motivazioni. Poco dopo mi scrisse un simpatico navigatore segnalandomi un’iniziativa dell’Associazione milanese Abracciaaperte e così ho pensato d’approfondire la loro iniziativa direttamente con Davide.

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Sughero a Milano

Torno volentieri sul tema del sughero. Un simpatico navigatore mi ha segnalato l’iniziativa dell’Associazione Onlus Abracciaaperte di Milano per la raccolta dei tappi e del loro riciclo. Un modo molto concreto per riutilizzarlo, creando un passaparola eccezionale e organizzando una rete di raccolta ampia. Bravi!