The Sisters of Mercy 26 aprile 2022 Milano

The Sisters of Mercy 26 aprile 2022 Milano

The Sisters of Mercy sono un gruppo dark inglese degli anni’80. Nel 1985 li vidi a Budrio (BO) e fu il mio primo concerto rock senza essere accompagnato dai genitori. Era il tour del loro primo album First and Last and Always del 1985, il concerto fu memorabile e suggestivo. La band era composta dal cantante e fondatore Andrew Eldritch, da due chitarristi e un bassista. Una delle caratteristiche del cantante era proprio la sua voce profonda che ben si adattava alla musica cupa e pregnante del gruppo dark. Scordavo il batterista, che è sempre stato presente nei dischi, nei tour e il suo nome è Doktor Avalanche. L’unico membro non umano a rimanere fedele nel corso del tempo nei Sisters of Mercy. Infatti durante la sua carriera si è incarnato in varie drum machine. Presi il biglietto per il concerto di Milano circa due anni fa e poco più. L’esibizione fu rimandata più volte a causa della ben nota malattia che ci ha impedito di tornare ad una vita pre 2020. Finalmente quest’anno il tour è stato confermato e ho potuto vedere le vecchie glorie del dark inglese.

Il concerto per certi aspetti è stato deludente, perché il locale non ha una buona acustica (troppo metallo e il suono rimbalza di qua e di là). Probabilmente il tecnico del suono non è riuscito ad eliminare questo difetto. Molte canzoni non sono state facili da riconoscere. Purtroppo Andrew non ha più la voce di una volta e si avvale di due chitarristi (di cui uno mancino) che non sono niente male, ma si atteggiavano, per i miei gusti, un po’ troppo sul palco. Alla musica mancava un bassista in carne e ossa, mentre Doktor Avalanche il suo sporco lavoro riusciva a farlo bene. C’era anche un tipo ai campioni elettronici, ma non c’entrava nulla con la band, si agitava continuamente come ad un concerto rave. Insomma una esibizione non proprio esaltante, il tempo passa per tutti, anche per le vecchie glorie.

26 commenti per The Sisters of Mercy 26 aprile 2022 Milano

  • Che meraviglia meravigliosa. Quanto ho ascoltato i Sisters ❤️

  • Domani sera sarei dovuto andare a vedere Brunori Sas, i cui biglietti erano un regalo di Natale del 2019… Ma mia madre si è rotta il femore. Mi sa che Brunori non fa parte del mio destino

  • Anche se non è stato un concerto esaltante, sono belle esperienze … poi, dopo questi anni 😉

  • Era da un tempo, che non leggevo un post sui Sisters of Mercy.

    • Francamente non pensavo di scriverlo perché il concerto è stato rimandato più volte, poi finalmente è arrivato! Purtroppo per me non è stato molto esaltante. Grazie sei sempre gentile a passare qui nel blog. Ciao!

  • Io purtroppo ho smesso di sentire concerti all’Alcatraz, memore di ascolti pessimi con Cave e gli Swans, non tanto per i protagonisti, ma proprio per il rimbalzo del suono che era devastante. Così ogni volta mi chiedo se una città come Milano, non abbia un locale degno per fare ascoltare concerti di qualità: o sono discoteche e/o palazzetti dalle sonorità mediocri, o luoghi troppo piccoli per nomi grossi. Se poi citiamo San Siro o il forum di Assago, idem come sopra, sono luoghi adibiti per altre funzioni, e non per la musica, la quale a volte sembra più un happening del tipo “io c’ero”, che dell’ascolto vero e proprio. Non c’è niente da fare: non siamo un paese con una cultura musicale come la intendo io, nel senso che, se parliamo di opera ed entriamo in un contesto intellettuale e borghese, allora va bene tutto, ma e parliamo di rock’n’roll e dintorni, cambia tutto.
    Scusa lo sfogo, sono contento comunque che tu abbi potuto rivedere i tuoi idoli, o perlomeno, un gruppo che ti ricorda i tuoi inizi musicali…

    • Sai che sarò recidivo e masochista?!? Lunedì andrò a vedere i Bauhaus, sempre lì all’Alcatraz… spero che il loro tecnico del suono riesca a far meglio, ma ne dubito. Si, sono d’accordo con te, una città come Milano meriterebbe dei luoghi migliori. Tu hai toccato il tema giusto, non abbiamo una vera cultura musicale in Italia, specialmente sul rock. Se penso a una città come Berlino dove ci ho visto due concerti, proprio non c’è paragone.
      Come avrai intuito, il concerto non è stato esaltante.

  • non sapevo nemmeno si fossero ricostituiti, ma nemmeno all’epoca mi piacquero

    • Uhm, invece a me piacevano molto, davvero. Ho nel corso del tempo raccolto la discografia completa fra il primo LP e i vari EP. Dif atto non si sono mai sciolti, penso che abbiano avuto problemi con il contratto discografico, perché non si spiega che non escono da decenni con un album nuovo, mentre continuano a fare concerti.
      Le copertine sono molto belle, se ti va dai una scorcia a questa raccolta di copertine

  • Ricordo alcune loro canzoni “storiche” legati agli anni ’80, e mi piacevano parecchio, specialmente per la voce del cantante. Mi fa strano che usino batteria e strumenti elettronici, neanche fossero i Daft Punk.

    • Aspetta, mi spiego meglio, il batterista Doktor Avalanche non è mai esistito nel senso che è il soprannome della batteria elettronica. Scelta originale per il genere musicale dark. Poi in questa versione concertistica il basso era campionato, di fatto c’erano due chitarristi e una specie di DJ ai campini e basi musicali, oltre al cantante.

      • Avevo capito che il batterista non c’era, io intendevo proprio enfatizzare come fosse una strana scelta quella di non avvalersene mai (nemmeno dal vivo). Cosa strana per una band come la loro.

        • Mah, ipotizzo: essendo un progetto musicale del cantante, quando avrà iniziato per risparmiare sui musicisti…
          😉

          Effettivamente si è dimostrata una scelta originale, mi pare che non ci fosse alcun gruppo dark o gothic al tempo con la batteria elettronica preparata.

  • Caro Enri, sulla montagna ti seguo, se non con i piedi col pensiero e con gli occhi, anche, perchè fai delle foto molto esplicative e anche molto belle, ma qui… questa materia mi suona esoterica :-)… Sono fermo a Chet Baker… My Funny Valentine… 🙂

    • Hahahahaha … beh i concerti bisonga viverli e questo insomma, forse avevo troppe aspettative. Grande Chet Baker, conosco poco il jazz, ma lui mi piace.
      Grazie, cerco sempre di fare delle belle foto che mi possano piacere.

  • Quando i Sisters of Mercy si divisero pensai andate pure, c’era bisogno di uscire a rivedere le stelle e il sole, e infatti pure Cure e Siouxsie erano diventati più “solari”.

    • …per fortuna che poi sono arrivati i Fields Nephilim… 🙂

    • Come ho scritto a Zoon nei commenti, per me i Sisters of Mercy sono i pirmi EP e il primo album, davvero un capolavoro nel suo genere. Probabilmente Andrew non è riuscito a staccarsi da quel suono, sebbene ci abbia provato con il secondo album e con il mini progetto The Sisterhood, che è più elettronico e ha una collabrazione, al tempo sbandierata con Alan Vega, quando il contributo di quest’ultimo è minimo. Probabilmente deve aver avuto problemi anch edi contratto discografico perché le uscite poi non ci sono state. Di fatto ha registrato (Andrew) tre album. Tornando ai Cure e Siouxsie, si sono evoluti e hannofatto delle belle cose. Grazie.

  • È un po’ che ci penso, i SOM in tutte loro incarnazioni mi hanno sempre dato un senso di noia, credo sia proprio Andrew Eldritch a esserlo. Wayne Hussey coi suoi Mission, dopo i SOM, è tutta un’altra storia…

    • Caro Zoon, per me i SOM sono i primi EP e il primo e un pochetto il secondo. Al concerto i fa erano sfegatati, frose per un effetto nostalgia, purtroppo la band e lui non hanno lo smalto di un tempo e ti posso dire che nel 1985 erano una potenza. Come fai notare c’era Wayne Hussey in formazione con un bassista “vero”, secondo me si è persa una certa suggestione. Poi l’acustica sonora non ha favorito l’ascolto della musica. Gli altri membri della band, francamente, erano fuori luogo.
      I Mission? Li ho seguiti poco, anche se ho un EP con Like a hurricane di Neil Young interpretata dai Mission. Grazie del tuo commento, mi fa piacere.

Se ti va, rispondi, mi farà piacere leggere e rispondere ad un tuo commento, grazie! :-)

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.