I Minimal Compact sono un gruppo israeliano di Tel Aviv, che migrò all’inizio degli anni’80 in Europa, ad Amsterdam. La scelta di lasciare il proprio paese fu dettata per esprimersi più liberamente dal punto di vista musicale, non avendo i condizionamenti provinciali della loro città natia.
Questo disco dei Minimal Compact è per me un piacevole ricordo, ricco di suggestioni e nostalgia di quando avevo qualche anno in meno. Il vinile è un EP a 45 giri e che acquistai alla Crash Records di Padova. Fu pubblicato nel 1981 dall’etichetta discografica belga Crammed Discs. I Minimal Compact sono stati spesso paragonati ai Tuxedomoon per lo stile e l’approccio musicale.
La musica dei Minimal Compact è un viaggio musicale interessante e cadenzato, ma non ossessivo, una danza musicale malinconica e talvolta allegra. Una musica che è nuova e ritmica, con sfumature ed ispirazioni nascoste fra le note europee, medio orientali o dalla tradizione ebraica. La band vagabonda fra gli stili della musica dance, elettronica e new wave. Chi fa da guida nei sentieri musicali, è la voce di Sami Birnbach, cupa, sensuale, calda e malinconica, che fa emergere ed ascoltare le più profonde emozioni. Oltre agli strumenti tipicamente “rock”, si insinuano il sax e il clarinetto e proprio quest’ultimo strumento, nella prima uscita discografica, ha un assolo emozionante.
è la prima volta che li sento nominare e cantare…
ho…anche letto… che il gruppo ha suonato in tutto il mondo…ed è diventato famoso per i suoi live energici, imprevedibili e intensi…
Ciao! Mi fa piacere, riservano delle sorprese le vecchie glorie.
Da Crash a Padova…
Cavolicchio!
Quanti ricordi da Crash
Pensa te, anche tu ci andavi! Magari ci saremmo incrociati…
Essendo un frequentatore dei Tuxedomoon, li ho ascoltati, ma in fasi alterne, e di conseguenza anche le fasi di apprezzamento variavano da disco a disco, però sarebbero da riscoprire, così come tanti gruppi di nicchia (per modo di dire) che hanno fatto la storia della musica…
Sai, che li ho ripresi da un paio d’anni, memore questo EP a cui sono particolarmente affezionato. Sono da riscoprire, a parte il disco più noto, sia il primo che Raging souls sono interessanti e forse anche superiori a Deadly weapons. Grazie!
Non li ricordavo.
Saluti a presto.
Ho sbloccato un ricordo?!?
Grazie e ciaooooo
Come già ti dissi tempo fa, sono fermo al cool jazz (Chet Baker&Co) per cui questi sono mondi sconosciuti – ma ugualmente volevo cogliere l’occasione (se non altro) per inviarti un saluto.
Caro Guido, grazie mille, qui tutto bene, spero anche te.
🙂
Credo che nel 1984 Deadly weapons finí in varie Playlist.
Si, è il lavoro più famoso, prodotto dal bassista dei Tuxedomoon, Peter Principle, mi fa piacere ricordarlo. Bei dischi, tutti i loro. Ti piacciono?
Per quel poco che ho potuto sentirli. Mi ricordo Next One Is Real. Ho un cd minore e poi un disco solista di Malka Spiegel non male.
Io li ho quasi tutti, mi manca il Live. Mi piacciono tutt’ora per le suggestioni musicali che sono comprese nella musica.
A giudicare da discogs non sono molti.
Si, vedrai che bello riscoprirli. Ti suggerisco Raging souls e il primo, meno noti rispetto a Deadly Weapons, ma … beh mi dirai.
Vedrò se ne stanno ristampando qualcuno.
E in ogni caso buona musica!
Quella non manca mai.
🙂
Li ricordo eccome…
Bella band, vero. Fra l’altro questo EP contiene Statik dance che fu un piccolo successo nella discoteche alternative all’epoca.
Esatto! Grazie, carissimo…
Tu li hai mai visti dal vivo? Purtroppo io no.
No, purtroppo no
Siamo in due… penso sarà difficile ora, visto che hanno una certa età. Grazie.