L’ombra si riposa sulla vecchia mulattiera e tira il fiato (pure lei), per raggiungere Prada Alta (VR).
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L’ombra si riposa sulla vecchia mulattiera e tira il fiato (pure lei), per raggiungere Prada Alta (VR). Dalle pendici occidentali del monte Baldo alla riva del lago di Garda, lungo “Le vie dei monti e Le antiche mulattiere selciate”, percorso numero 2. Tra andare e tornare abbiamo percorso poco più di 11 chilometri, in cinque ore e quarto. Siamo partiti in auto e passando per Affi (VR), Caprino Veronese e Prada Alta (1003 s.l.m), abbiamo parcheggiato in un’areA di sosta di un parco giochi. Abbiamo camminato per il sentiero numero 2, che porta giù dritti fino alla riva del lago di Garda a Castelletto di Brenzone. Il percorso scende giù ripido lungo le vecchie mulattiere selciate, utilizzate per trasportare la raccolta del lavoro delle comunità montanara. Questi luoghi offrono una flora molto vasta (e anche utile): faggi, querce, roverelli, lecci e carpini, da cui si ricava molta legna, e poi anche castagni e ulivi, che vengono raccolte in base all’altitudine. Il segnale di partenza per la discesa e sullo sfondo il monte Baldo. Suggestivo il sentiero anche in pieno inverno. Durante una piccola pausa, è bello guardarsi attorno e scoprire un piccolo dettaglio dell’ambiente: una foglia brinata. Oltre al segnavia, c’è sempre un cartello che indica la via per il lago di Garda. Alcuni scorci del panorama a 700 metri s.l.m., alle nostre spalle, invece, c’è sempre il monte Baldo. In questa foto ci troviamo nella località Le Cà a 637 metri s.l.m.: una contrada isolata, raggiungibile solo tramite la mulattiera, che era il fulcro di una piccola comunità rurale. Siamo giunti alla Fontana Coperta: un cunicolo chiuso con soffitto a volta, impreziosito da un piccolo atrio coperto. In passato questa, insieme alle sorgenti nelle vicinanze, furono una risorsa importante per le comunità rurali, poiché il lato occidentale del monte Baldo è molto povero di acque superficiali e fonti, a causa degli strati rocciosi paralleli e dei fenomeni carsici di infiltrazione e scorrimento sotterraneo delle acque. Sebbene velato, di fronte a noi il lago di Garda. Le antiche mulattiere risalgono il sentiero ripido, che noi però abbiamo percorso in discesa. Per la maggior parte, queste sono tutt’ora presenti con il caratteristico selciato. Il trasporto dei prodotti rurali avveniva tramite una particolare slitta, detta càreta, con asini o muli. Nei punti più inclinati, a lato delle mulattiere, si notano ancora oggi dei ganci di ferro fissati nella roccia,che servivano da freno per legare la slitta e accompagnarla. Forse ci siamo, perché finalmente siamo giunti alla chiesetta di San Antonio Abate del XIII – XIV secolo, situata nella località Biaza. Ed ecco finalmente la riva del lago di Garda, a Castelletto Brenzone! Ci hanno accolto molto furbescamente una coppia di cigni scrocconi: si aspettano sicuramente del cibo. Pochi passi per raggiungere il colorato porticciolo, dove ci siamo seduti per mangiare “al sacco” e riprendere energia, prima di affrontare la salita verso Prada Alta, seguendo lo stesso sentiero. Prima di ripartire avevamo pensato di farci fare un caffè al ristorante-bar “Da Umberto”, ma quando siamo entrati, con scortese gentilezza ci è stato risposto: ” È tutto prenotato, non abbiamo tempo”. Come la discesa era una “falsa amica”, la salita è stata tanto amichevole, d’altronde c’è un dislivello di circa 900 metri. Mi viene in mente un vecchio detto veneto: “In discesa ogni santo t’aiuta, mentre in salita ci vuol tutta!”. La mappa dei sentieri con il percorso che abbiamo fatto (numero 2). I Kailashnero fanno “rock popolare di protesta” e sono di Verona. La musica è un ondata elettrica fluttuante, a volte ipnotica, ma non ripetitiva. Molte interessanti ed emozionanti i ricami delle chitarre. I testi sono in italiano e colpiscono per la critica sociale, soprattutto per il periodo attuale. I musicisti hanno trasmesso con la musica, la voglia di suonare per le persone. Un gruppo musicale da tenere sott’occhio. Il gruppo veronese è formato da: Giulio (voce), Graziano (basso), Riccardo (batteria), Sebastiano e Gianluca (chitarre). Riferimento: Kailashnero su Bandcamp.com I Kailashnero sono: Svend: Voce Parole: Svend Questo è un obice di una guerra del secolo scorso. L’abbiamo trovato presso la pieve sulla sommità del monte Loffa, lungo il sentiero delle “Sette fontane” in Lessinia (VR). “Mettete dei fiori nei vostri cannoni“: ecco noi l’abbiamo fatto.
I Gorillaz sono una band musicale inglese fondata nel 1998 dal cantante e polistrumentista Damon Albarn e dal fumettista Jamie Hewlett. Nel gruppo ruotano sempre vari musicisti di differenti nazionalità e generi musicali: in questa etereogenerità nasce una musica allegra, ritmata e ricca di influenze musicali. Il concerto si è tenuto nella splendida cornice dell’anfiteatro romano dell’Arena, in centro storico a Verona. Durante il concerto scorrevano i videoclip di Jamie Hewlett, tutti ispirati alla musica e alle canzoni. E’ stato uno show davvero bello, ben suonato dai musicisti, che erano accompagnati da un coro gospel di 5 elementi. Un pochetto alla volta l’Arena si è riempita ed il concerto è iniziato: fuoco alle polveri! Mi ha fatto sorridere poi il cantante Damon Albarn, visibilmente emozionato dal posto e dal pubblico, che in uno stentato italiano ha detto ringraziando il pubblico: “Che bel palazzo!“, riferendosi all’Arena. Damon Albarn è andato più volte a cantare a destra e sinistra del palco fra il pubblico, senza alcun timore. Poi durante una canzone per omaggiare i musicisti per il concerto, abbiamo acceso le torce dei cellulari. Mica male come colpo d’occhio, no? Uno dei tanti video del fumettista Jamie Hewlett, proiettati durante il concerto. Finalmente è entrata la cantante Fatoumata Diawara della Costa d’Avorio, che assieme a Damon Albarn ha cantato la meravigliosa canzone Désolé. Il concerto è continuato infuocando l’Arena, grazie anche alla voce calda e potente di una delle cantanti del coro gospel, che ha preso il posto di Damon. Verso la seconda parte del concerto, sono intervenuti alcuni cantanti rap e hip hop (credo si dica così) a dare una mano al cantante. per arricchire la festa sonora dei Gorillaz. Grazie agli amici Ale&Dani che mi hanno invitato! La locandina del concerto dei Gorillaz a Verona. Sembra uno scherzo di una specie di macchina del tempo: l’anfiteatro romano di Verona e la statua di un faraone egiziano. Come è possibile? Facile, il faraone fa parte della scenografia dell’opera lirica Aida. Camminando oggi in centro ho scorto questa “cosa”, che mi ha fatto risere e pensare a uno scherzo della storia. A Verona giovedì 28 aprile 2022, sarà presentato il libro e il DVD “Se ho vinto Se ho perso”, dedicati al gruppo anarcopunk dei Kina, storica band della scena underground italiana degli anni’80. Vi aspettiamo a Verona, presso La Sobilla in Salita San Sepolcro, 6b. Ad est di Verona vi sono varie strade provinciali che portano nella Lessinia orientale. Una di queste è la provinciale 10, che sale dritta fino al piccolo villaggio di Giazza (di origine Cimbra). Proseguendo per la strada per circa 4 chilometri da Giazza e poco prima di ponte Revolto, a destra si trova l’ampio spazio adibito ad area di sosta e parcheggio. Alla fine dell’area di sosta, parte il sentiero che segue inizialmente il torrente, per poi entrare nel bosco e salire per le ripide serpentine. Siamo entrati nel bosco di Giazza, ricco di conifere, faggi e pini mughi. Il sentiero è suggestivo e bello, in alcuni tratti insidioso, ma ben tenuto e comunque c’è un simpatico cartello che indica dove proseguire se non si è sicuri: “De quá” (tradotto di qui). Lungo il sentiero si trovano i resti di una vecchia malga e da qui si può tirare il fiato, ora la salita è meno tesa. Salendo di quota, si giunge al Passo delle Tre Croci (ex Lora).
Finalmente un concerto! Eh si, la voglia era davvero tanta. L’occasione è nata perché Giovanni Lindo Ferretti è venuto a cantare al Teatro Romano a Verona. L’artista era accompagnato sul palco da Ezio Bonicelli e Luca Rossi, entrambi membri degli Üstmamò. Ferretti è stato il cantante di tre storiche band rock italiane: CCCP, C.S.I. e P.G.R. Il concerto è iniziato con Aria di Rivoluzione, omaggio a Franco Battiato. La scaletta era composta da svariati brani della sua carriera: alcuni del suo periodo da solista e la maggior parte del suo periodo con i tre gruppi. Tutti i brani erano splendidamente arrangiati e suonati da Ezio e Luca. Sul palco c’era un’intesa palpabile fra i tre musicisti : il suono fluiva armonioso verso il pubblico. |
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