Superman: un saggio sul personaggio dei fumetti – Intervista a Filippo Rossi

SUPER 80 anni del primo supereroe da Nembo Kid a Superman di Filippo Rossi

Poco tempo fa ero in una libreria e stavo guardando gli scaffali dei fumetti. Fra i vari albi mi è capitato fra le mani un saggio dedicato a Superman. Mi sono ricordato che proprio l’anno scorso il supereroe americano ha compiuto ottant’anni. Così tanto per curiosità l’ho sfogliato, poi sono tornato all’indice e l’ho guardato con più attenzione. L’autore del saggio, Filippo Rossi, analizza tutta la “vita” di Superman, dagli esordi dell’aprile 1938, fino ad oggi. Il personaggio è “volato” passando tra molteplici media: fumetti, televisione, radio, teatro, cinema, divenendo un fenomeno “pop”. Questa icona americana è stata amata da intere generazioni di lettori, tornando alla ribalta con le sue ultime gesta cinematografiche. L’autore del libro Rossi racconta l’intero periodo di vita del personaggio, non dimenticando anche i suoi super-amici: Batman e Wonder Woman, che in più di qualche frangente lo hanno aiutato.

Sinceramente non pensavo di trovare un opera saggistica così completa e ben argomentata, mosso dalla curiosità ho fatto chiacchierata con l’autore, Filippo Rossi.

Domanda: Filippo, chi è esattamente Superman?
Risposta: Superman è sia popolare che misterioso. Essendo il personaggio un’icona culturale dell’America, da otto decadi tra le più riconoscibili e famose, è ovviamente un paradosso, ma non casuale. L’essere umano vive tramite i paradossi. Tanto Star Wars (altro mito noto ma ancora da studiare nel profondo) quanto Superman hanno la forza, a mio parere ancora poco compresa dal grande pubblico, della contemporaneità. La saga science fantasy o space fantasy americana, o meglio globale, di Guerre Stellari è un intreccio di scontri generazionali che si applicano anche alla realtà: sono sempre i giovani a produrre un nuovo film o una nuova esperienza, andando contro la generazione precedente e distruggendola, pur conoscendola e amandola. I supereroi DC Comics e in particolar modo Superman hanno, allo stesso modo, la forza dell’attualità: in ottant’anni il personaggio dell’alieno caduto sul nostro mondo per acquisire poteri eccezionali si è evoluto e si è adattato a ogni periodo storico umano del “Secolo breve”, tra il Novecento e il Duemila. Il secolo che ha avuto e ha il potere di esaltare o distruggere l’umanità del pianeta Terra. Grazie ai creatori fumettistici Jerry Siegel e Joe Shuster, e al complesso e lungo lavoro editoriale della DC Comics, Superman e i suoi amici supereroi hanno vissuto, con noi e come noi, ogni epoca; dalla Grande Depressione alla Seconda guerra mondiale, dalla Coca Cola alle bombe atomiche, dal Rock and Roll al Vietnam, dalla Contestazione studentesca alla Guerra fredda, dalle crisi energetiche al terrorismo, dalla caduta del muro di Berlino ai movimenti populisti. Superman c’è sempre stato, interprete delle più intime pulsioni del genere umano.
Il mio “Super: 80 anni di Superman, il primo supereroe” per Runa Editrice, Padova, narra le gesta dell’Uomo d’Acciaio e dei suoi super-amici: Batman e Wonder Woman, ossia la “Trinità” DC, e di tutti gli altri supereroi.

D: … e per te chi è “l’uomo d’acciaio“?
R: Superman è “semplicemente” un buono che, dotato di poteri immensi, sceglie di usarli per aiutare il prossimo, un essere vivente che avrebbe il potere di spaccare tutto o dominare tutto ma non lo fa, lasciando spazio libero agli umani, alle loro scelte, ai loro eroismi e alle loro meschinità, ai loro trionfi e ai loro fallimenti. Si limita, dolorosamente, a dare un esempio concreto, necessario per quanto spesso inascoltato o incompreso. È un testimone partecipe del libero arbitrio dell’umanità. Ne ha dato una visione interessante l’ultimo lavoro multi-film di Zack Snyder, colui che ha proiettato luce cinematografica alla storia inenarrabile di “Watchmen” e ha saputo usarla per modernizzare, a suo modo, Kal-El. Superman è migrante e clandestino, un buon samaritano apolide che soffre: un Cristo del XX e del XXI secolo. In fin dei conti è frutto dell’invenzione di due ebrei. Di Supermen reali ce ne sono tanti e tutti hanno sofferto, tutti sono stati uccisi dalle circostanze umane: dal Gesù storico a Mahatma Gandhi, da Martin Luther King a Nelson Mandela, distrutto da decenni di carcere duro e ingiusto. Oggi, Superman l’ho intravisto in un’immagine ripresa per caso di Marc Gasol, il famoso e ricchissimo e fisicatissimo cestista catalano dell’NBA che, pur avendo la possibilità di godersi la vita, ha deciso di tuffarsi segretamente in mare per salvare migranti, come volontario, senza pubblicità. L’ha fatto “togliendosi gli occhiali”, sfruttando l’identità segreta, senza fiatare, sporcandosi il corpo nell’acqua salmastra del Mediterraneo e lordandosi le mani con il sangue degli innocenti. Di Supermen ce ne sono anche oggi, anche se non danno nell’occhio.

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Arrival di Denis Villeneuve

Arrival è un film di genere fantastico o meglio di fantascienza, ma è anche attuale perché alcuni protagonisti sono degli immigrati (alieni).
I personaggi principali non hanno paura di prendere contatto con degli esseri provenienti da chissà dove.
La difficoltà è di interpretare correttamente il loro linguaggio per non fraintenderlo.
Il tempo diventa un aspetto importante: non è propriamente orario, come noi pensiamo.
Un film non scontato e direi affascinante, sia per le parte emozionale che per la riflessione sulla vita.
Un film che ti fa venire voglia di rivederlo per capirne maggiormente il significato.

Arrival trailer ufficiale

Voto

ciack 4 voto film

Due amici di blog hanno scritto dei post sul film di Denis Villeneuve, sicuramente meglio del mio e mi hanno convinto ad andarci: La teiera volante e Sourtoe Cocktail Club.