Un concerto memorabile dei belgi Balthazar al Locomotiv a Bologna. Il gruppo del nordeuropeo fa parte delle scena musicale indipendente: arrangiamenti raffinati, atmosfere notturne e un certo gusto bohemien.
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Un concerto memorabile dei belgi Balthazar al Locomotiv a Bologna. Il gruppo del nordeuropeo fa parte delle scena musicale indipendente: arrangiamenti raffinati, atmosfere notturne e un certo gusto bohemien. Dopo un’attesa che sembra infinita, si diffonde nei frattali della sala dell’ Hall di Padova (attrezzata per l’occasione di sedie blu) la musica oscura e avvolgente dei Low, accompagnata dalle loro ombre sullo sfondo, lunghe e mobili. Marco + Enrico
RiferimentiIl sito ufficiale dei Low Sono un colpo di pistola Jerusalem in My Heart, e colpiscono al cuore! Così, al Kroen di Verona, hanno presentato il loro ultimo lavoro Daqa’iq Tudaiq, e sembrava di essere ne l’Egitto prima delle sabbie del primo Battiato. Gli artisti scrivono che il live è un site-specific performance happening, che unisce elementi multimediali e teatrali in un’unico spettacolo. Marco + Enrico
Il sistema di proiettori a pellicola utilizzati durante il concerto.
RiferimentiIl sito ufficiale dei Jerusalem in My Heart Nell’autunno 2018 io e Marco siamo stati intrigati dall’ultimo album V dei Wooden Shjips, gruppo statunitense capitanato dal chitarrista Ripley Johnson. Lo stile musicale della band è un rock psichedelico sulle tracce della West Coast americana. Da qui la decisione di andare a Roma al circolo Monk, lo scorso 14 marzo, dove si esibivano. Nel concerto, il suono è stato incalzante, raffinato ed avvolgente. Nel gruppo, composto da quattro musicisti (Nash Whalen all’organo, Omar Ahsanuddin alla batteria, Dusty Jermier alla basso) ha spiccato la chitarra di Ripley Johnson che di fatto guida e trascina la band (e il pubblico) in un vortice caldo e colorato. I riff di chitarra sono sembrati puliti e mai ripetitivi, gli affondi in distorsione mai grezzi o cupi. L’effetto finale è stato un suono piacevole e coinvolgente, per oltre un‘ora di musica, con un pubblico (non particolarmente giovane) entusiasta. Sul fondale dietro i musicisti (e quindi addosso a loro!) Sanae Yamada, la compagna (sia nei Moon Duo che nella vita) di Ripley, proiettava dei giochi di luce caleidoscopica in un loop psichedelico. Efficiente la gestione del Monk nell’organizzazione degli spazi (di fronte alla sala concerto, oltre un cortile, c’è un piacevole ritrovo con cucina e bar), oltre che nella possibilità di offrire una fruizione di qualità della musica. Siamo in teatro a Ferrara per la chiusura del tour finale di Vasco Brondi e del suo gruppo Le Luci della Centrale Elettrica. Le canzoni sono state arrangiate proprio per il tour teatrale.
Post dedicato a Giulio. I Beach House sono un duo di rock indipendente di Baltimora (USA). Il gruppo è formato da Victoria Legrand ed Alex Scally. Le loro canzoni fondono atmosfere sognanti e seduttive: la voce suadente ed estasiata di Victoria Legrand invita, insieme alla musica, a creare un’atmosfera da sogno.
Unica nota negativa: l’acustica del Lingotto di Torino non ha reso giustizia ai Beach House. Il festival era La luce al buio. Non ho intitolato a caso questo post, perché oramai lo smartphone è nelle tasche, anzi nelle mani di tutti.
C’era invece chi come il Prof. Valentine scriveva una poesia. Le foto sono state scattate ai concerti di Rag’n’Bone Man a Verona (2017) e dei Cigarettes After Sex a Ferrara (2018). I Calexico sono una band fondata da Joey Burns e John Convertino, cantante e chitarrista il primo, batterista il secondo. La loro caratteristica è fondere stili musicali messicani ed americani, creando una immaginaria frontiera musicale. La musica dei Calexico non ha confini, ma rispetto e dignità, una colonna sonora da deserto western, un po’ alla Ennio Morricone. Il concerto era per la maggior parte incentrato sugli ultimi album, dove le canzoni sono per lo più ballate che mantengono le influenze musicali messicane e rock americane. La loro musica trasmette calore ed umanità, perché intreccia le radici del folklore messicano con quello rock, con un suono contemporaneo. Un tema sfiorato discretamente e in modo intelligente è stato quello dell’immigrazione: due volte Joey Burns ce l’ha ricordato. Sebbene la band provenga dall’Arizona è riuscita idealmente ad avvicinare la provincia veronese alle terre desertiche del confine messicano e statunitense. I due Calexico si sono fatti, diciamo così, le ossa nei Giant Sand di Howe Gelb.
Il post è dedicato agli Amici (loro sanno chi sono). Il gruppo americano dei Cigarettes After Sex proviene da El Paso ed è stato ospite del festival Ferrara sotto le stelle. La loro musica è lenta, suadente e notturna, caratterizzata dalla voce sottile e monotona di Greg Gonzalez. Il quartetto si è esibito all’interno del cortile del Castello Estense. A me e al Prof. Valentine è sembrata una buona occasione di ascoltare il gruppo statunitense. Ci siamo ritrovati nella splendida cornice interna del castello, dove il pubblico in adorante attesa aspettava l’inizio della performance. L’inizio è stato disturbante, perché il suono del basso era alto e distorto. Ho pensato: hanno fatto il sound check?!?. Infatti il tecnico del suono è intervenuto al secondo brano e ne ha regolato il volume e “meno male”. Un concerto piuttosto monocorde, solo verso la fine qualche brano ha avuto un po’ di brio, che ha reso meno noiosa la musica, dato che la voce di Greg era sempre uguale nel cantato. Ogni tanto girandomi vedevo il gioco di luci che proiettava le ombre del batterista e del cantante sulla facciata opposta del castello. Il pubblico entusiasta alzava le mani e con “aggeggi luminescenti” fotografava e riprendeva la band; questo rituale di usare gli smartphone era continuo e seccante: “ma goditi il concerto, no?!?”. Il tutto compreso il bis finale è durato poco più di ora. Un concerto sufficiente e non memorabile, visto anche il costo del biglietto e della trasferta.
Rock e musica elettronica: LCD Soundsystem da New York. Ritmo ritmo ritmo che proprio non riesci a star fermo, anche se ogni tanto un po’ di tregua la concedono. Posso dire che vi sono dei riferimenti new wave anni’80 nella loro musica, ma il gruppo di James Murphy è proprio divertente e godibile dal vivo, forse anche meglio che su disco.
Riferimenti
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