E’ curioso e misterioso come è nato l’album “The Last Five Minutes“. Tutto è partito da una sorta di complimento fatto da un ascoltatore alla fine di un concerto ad uno dei musicisti in merito alla sua chiusa chitarristica: 5 minuti talmente intensi e suggestivi che non si volevano perdere e lasciare solo alla memoria degli spettatori presenti al concerto. Dal complimento al coinvolgimento di un terzo musicista il passo è stato breve: serviva arricchire con battiti ed effetti sonori la trama sonora della chitarra. Il disco di cui sto scrivendo è intitolato “The Last Five Minutes” e i fautori sono Marco Pandin (stella*nera), Alberto Carozzi e Matteo Uggeri, quest’ultimi i due musicisti del progetto e degli Sparkle in Grey. Marco rimase colpito dal flusso sonoro creato dalla chitarra di Alberto, suonato nel finale di un concerto. L’idea era di non perdere quel finale particolare: “una lunga dissolvenza della chitarra, quasi a non suonarla ma mantenendo viva quella melodia in una spirale infinita, una sorta di feedback che non finisce“. Alberto, mantendo lo spirito della serata originaria, riprende quella registrazione e con qualche minimale intervento decide di coinvolgere Matteo Uggeri, suo compagno nella parte elettronica degli Sparkle in Grey. Matteo arricchisce e spezzetta “5 minuti” di effetti sonori, di percussioni etniche, creando un album di musica ambientale di ben cinque brani, ognuno allungato di oltre quei famosi cinque minuti.
I “battiti” percussivi sono di origine esotica, tribale e talvolta suonati modernamente dalle piccole figlie di Matteo, mentre ascoltavano i brani “quasi finiti” dal padre. Il risultato è affascinante, straniante, a volte rilassante e sicuramente interessante. Ci si addentra in cinque percorsi immaginari, all’inizio magari timorosi e come non lo è un inizio di viaggio? Proseguendo il sentiero musicale, appaiono le meraviglie della notte, come lucciole o forse scintille nel buio.
Per ricevere “The Last Five Minutes” potete rivolgervi a:
- stella*nera oppure a Grey Sparkle oppure a Dethector oppure a Silentes
Ciao. Ah, potresti chedere appunto se hanno preso qualcosa dalla musica orientale. Molti brani “di meditazione”, “di rilassamento”£, li chiamo cosi’ perche’ non ne conosco terminologia specifica, che girano, hanno somiglianza, attinenza. Ciao.
Prendo nota! Grazie
Anche a me, piace molto. Produce nell’ascoltatore un certo senso di “vibrazione viscerale”, qualcosa di simile a certi suoni orientali. Non mi stupire se ci fosse qualche nesso. Ciao 🙂
Grazie, glielo potremo chiedere: sto pensando ad un’intervista ai due musicisti.
Ho trovato suggestivo questo album.
Ottime e coinvolgenti percussioni, riascoltarla immersi nella natura sarebbe il top.
Sereno giorno.
Mi fa piacere che ti sia piaciuto. Grazie.