The Cure con l’album The Top si muovono verso un territorio più melodico e meno gotico. Si sentono sfumature arabe e psichedeliche nelle canzoni. Questo disco non è fra i più amati dai fan, perché fa da ponte da un periodo musicale “dark” e quello più aperto al grande pubblico. Personalmente mi ha sempre incuriosito fin dalla sua copertina colorata. Vi sono dei brani memorabili come Piggy in the Mirror o Snake Dog Snake.
I precursori insieme ai Police e Depeche Mode della new wave europea.
Diciamo fra i più noti. Fa piacere che ti piacciono.
😉
Sono nato rockettaro e morirò rockettaro ma le sfumature del rock di questo spessore come la new wave mi fanno stare bene.
Ascolto tutto il Rock nelle sue forme e generi, il periodo punk, new wave e post punk lo amo molto.
Adoro le loro sonorità inconfondibili equella sottile vena straziante nella voce di Boy George.
Abbraccio
Mi sa che hai scambiato Robert Smith… curiosa svista.
🙂
Opssss davvero imperdonabile. Hai ragione!!!
Dai, il periodo era quello.
Troppo buono Lei!
Siamo sotto natale….
Yuppieeeeee posso commentare da te
Bene benvenuta
Che contentezza
Per così poco
Per me non lo è
🙂
Fantastico!
Grazie
Grandiosi!
Ti auguro una buona serata.
Grazie del tuo passaggio qui, anche a te.
che flashback,lo avevo su cassetta l anno che è uscito,grande album !
Ciao! Benvenuto qui nel blog. Ti ho sbloccato un ricordo, vero?
L’uscita dall’underground verso lidi più commerciali
Si, infatti per me fa da ponte nella loro discografia. Ti piace?
sì
Ciao 🙂
[…] Post molto bello perché rievoca eventi di quasi quarant’anni fa, è innegabile che i Cure siano stati per me un percorso alternative della mia esistenza; questo post mi ha ricordato certe cose, e come non postare allora il video dell’esibizione di Smith e compagni in divisa bellissima nerovestita dark, mentre performano un brano misconosciuto ma intrigante quante il surreale: Piggy in the mirror. […]
Pensa che in quel periodo ancora non li conoscevo. Ho iniziato a seguirli dal 1987, per poi andare a ritroso nei loro lavori. Li seguo ancora con attenzione e affetto.
Pure io, non con costanza, ma piace Robert Smith.
Pensavo non ti fossi perso il loro recente passaggio in Italia, e invece…
Si magari, tra una cosa e l’altra… in compenso ho visto Massimo Zamboni e anche Nada.
Io di loro preferisco i primi album, quelli più dark, dopo non li ho più seguiti anche perché la voce del leader non mi faceva impazzire. Ma sono gusti personali che lasciano il tempo che trovano, sono sempre stati un gruppo seminale.
Si, molto belli i primi dark, poi anche il resto che non conosco bene come i primi. Questo album mi colpì molto al tempo per la copertina e il distacco rispetto ai primi. Grazie caro amico.
il mio punto d’ingresso ai Cure che fu contemporaneo all’uscita del disco, band che poi ho amato visceralmente in Pornography, tuttora un caposaldo goth_acid_misanthropy.
Passato il tempo adolescenziale o post, i Cure mi sono rimasti ai margini, troppo adolescenziali, troppo pop, gli schizzi acidi che di tanto in tanto arrivano non mi sembrano sufficienti…
Si, comprendo il senso di quello che dici, mi piacciono molto. Hanno poi portato al grande pubblico il “dark”.
Shake dog shake amico
Si si si, grazie
Non si poteva andare avanti con la cupezza ancora per molto e tutto quello che era meno dark era gradito.
Infatti mi piacque molto, sia la scelta.
Grazie del tuo commento, come stai?
Bene, grazie, e tu?
Dai un occhiata al mio post di stamattina, è su una cosa di Vittore Baroni.
Come Persona, si bene!
Vado a leggere. Grazie.
Appunto, come persona, il contesto è pessimo. Ieri vedevo un documentario sui Devo e potevano dire che le loro idee sulla devoluzione si sono avverate, anche prima del previsto
Cavolo sei hai ragione! Passami il link per favore.
Contesto geopolitico, sociale pessimi.
Il link sul documentario? Non era su internet, era su RAI 5 e lì i programmi vengono continuamente replicati.
Cerco grazie
Ho letto dell’album delle Forbici di Manitu’ e dell’omaggio alla The Incredible String Band,metto in nota. Grazie.
Buongiorno
Buongiorno a te.
Come già ti dissi è un mondo che mi ha scavalcato, sono fermo ai tempi di Musica jazz, rivistina improvvisata che adoravo e alla riunioni in oratori e posti di fortuna dove ci si trovava ad ascoltare le novità, i preziosi vinili che qualcuno riusciva a farsi arrivare dall’America.
Bei tempi! Si godeva della pace dopo il cataclisma delle guerre, si era in pieno boom e il futuro sorrideva e il jazz (be bop, cool jazz…) ne era la colonna musicale.
Complimenti, Enri, tu sei l’enciclopedia dell’attuale 🙂
Csro Guido, sai che ti aspetto sempre qui con i tuoi passaggi, mi fanno sempre piacere, mi pare che si crei ogni volta un legame, una partecipazione. Grazie!
Splendido!
Davvero! È la premessa per quello che venuto dopo da Robert Smith e soci. Ciao!
Un lungo viaggio introspettivo…alcune volte difficile, ma il risultato è stato ottimo!
Assolutamente si, sono diventati un gruppo musicale famoso, famosissimo, ma sono restati validi a livello qualitativo.
Condivido. Visti nel ’92…sono epici!
A me mancano da vivo… chissà che prima o poi…
Gli ultimi concerti in Italia, mi hanno detto che sono stati strepitosi!
Si, mi risultano e lunghi come durata, senza risparmio.
Esatto…niente risparmio e lunghissimi
Visti 1 mese fa: grandiosi.
2 ore e 50 minuti di concerto.
Sono dei mostri sacri. Un ragazzo che conosco era al settimo concerto dei Cure. Tutti belli!
Beato lui!
Si!
Mi ricordo che ne parlammo.
🙂
Bravo! Hai fatto bene.