Stefano Solventi si occupa di critica musicale rock da un bel po’ di anni, ma probabilmente non gli bastava più: ecco perché nel 2017 é uscito il suo secondo romanzo “Nastri – una favola post-rock” (finito nella mia valigia per le vacanze estive).
Leggendolo, l’autore mi ha trasportato in un futuro relativamente prossimo, dentro una grande metropoli suddivisa in sezioni cardinali. La vicenda si svolge all’interno di una società molto organizzata, che , dopo una larga epidemia, è ristrutturata in classi sociali livellate e nettamente separate dove è sparita la microcriminalità, sono proibiti gli alcolici e il tabacco. Inoltre secondo un documento medico universitario la musica rock è stata ritenuta dannosa psicologicamente: qualsiasi riproduttore audio e tutti i supporti (vinili, cd e nastri) sono stati distrutti. Il rock è scomparso e vietato, sostituito da innocui e neutri sottofondi musicali. Apparentemente tutto è tranquillo con un senso di stabilità e sicurezza, sotto il controllo della cosiddetta Convenzione Europea. Qualcosa però sta accadendo alla protagonista Polly : entra in contatto con un ambiente clandestino di musicisti e di agitatori musicali, a cui apparteneva il padre, morto da poco. All’inizio e proseguendo la lettura, mi è sembrato di essere immerso nostalgicamente con i protagonisti in una ricerca dei bei tempi andati del rock, come forma di ribellione e provocazione, ma continuando la lettura non c’era nessuna appagante nostalgia: i protagonisti vogliono afferrare il destino delle proprie vite, creando “un qualcosa” di liberatorio e comunitario. Verso il finale, dirompente ed amaramente emozionante, arriva il vero significato: riappropriarsi delle proprie scelte, magari anche sbagliate o dettate dal caso.
Un libro da leggere perché sviluppando una trama “futuribile” mi ha portato ad intuire che una società tranquillizzante riesce a sedare gli istinti e desideri delle persone: ma è questo il futuro che vogliamo?
Riferimenti
- Stefano Solventi, Nastri, Eretica Edizioni, 2017
segno
Non se è il tuo genere però potrebbe piacerti. C’è un senso di attesa ed infine di rivolta.
grazie Enrico!
Sembra un libro folle…
Forse lo e’.
Credo che lo acquistero’.
Poi mi piace il nome Polly*
Mi ricorda i Nirvana.
Non te ne pentirai… potrebbe essere la Polly dei Nirvana, mi è venuto in mente pure a me o PJ Harvey. Chissà.
Folle? Si, nel senso di qualcosa che cova sotto pelle e che si nasconde.
Grazie per il tuo passaggio qui.
Bene, allora oggi cercherò di prenderlo*
Ottimo! Fammi sapere, mi piacerebbe conoscere la tua opinione. Ciao!
Okey
Ciao 🙂
una vita senza il rock… ?
baaaah! non ci voglio nemmeno pensare!
però mi intriga leggere il libro. metto in lista
Grazie per la dritta Enri
Eh!
Leggendo il libro capirai…
sarebbe una brutta situazione, non trovi ? Libro molto interessante, da leggere, utile come riflessioni sul prossimo futuro di una probabile società.
appena trovato in ebook
te e persy siete una garanzia, sicché gli ho fatto fare un balzo in lista ^_^
Grazie! Bene molto bene.
Fammi sapere eh.
contaci ^_^
Ottimo! E buona lettura!
Appena finito.
Ho ancora il ritmo incalzante della storia in mente.
Una prospettiva agghiacciante il mondo descritto da Solventi e, alla fine, la verità: la musica (TUTTA, secondo me) coinvolge, stravolge, avvolge… come la vita.
Ancora Grazie mille, Enrico ^_^
Figurati. Grazie a te che sei ripassata qui.
Mi fa piacere. Concordo con te al 100per100 !
Che ne pensi del finale?
Sinceramente ho iniziato a sorprendermi sin dalla svolta sulla figura di Polly, così come non mi aspettavo quella di Sam e lo stravolgimento finale del buon Leo. Insomma tutto sovvertito.
L’interpretazione che ho dato alla scelta finale di Polly è: il potere non può decidere della mia vita (anonima e “silenziosa”, direi).
va beh, ho cercato di dire senza dire per non togliere il gusto della lettura a chi passa da qui
Perfetta sintesi senza anticipare il finale. Concordo con te nell’azione narrativa di “sovvertimento” che lo scrittore ha ideato.
Beh insomma! Se manca la musica manca un bel pezzo di vita, se provano la rock limitano la libertà d’espressione! Non mi pare giusto e tantomeno fattibile, non credi?
Mah, non si sa mai…
Libro molto interessante, da leggere, utile come riflessioni sul prossimo futuro di una probabile società. Grazie e ciao!
Grazie a te
Grazie Franco e benvenuto a bordo!
Se ho inteso bene il tuo commento, penso che ti piacerà molto il libro di Stefano Solventi.
Non conosco l’autore citato da te ma mi ha molto incuriosito vedrò di recuperare il libro. Ciao!
Combinazione ho appena letto “Noi” di Zamjatin (Oscar Mondadori), probabilmente l’antesignano di tutte le distopie di Orwell, Huxley, Dick…In questo romanzo (palese parodia del regime sovietico) non esiste la privacy, essendo tutte le pareti di vetro. Mi è venuto in mente Facebook, dove tutti mettono in piazza la propria privacy, col benestare e il profitto del Grande Fratello.
Sicuramente vado a comprarmi anche Nastri in qualche Ubik! Grazie della recensione-consiglio.
bella recensione.. Non conosco il libro ma da quel che hai detto deve essere davvero interessante. Buona serata Enri
Se lo leggerai non te ne pentirai… fa riflettere su un probabile futuro. Grazie.
Ma sono io che non riesco a leggere, la prosecuzione, del tuo post??
Sto messo male!! ♂️
Non saprei… riprova. Grazie.
Ci sono riuscito.
Molto interessante la tua recensione, anche se un mondo senza musica sarebbe atroce!! O solo con quella fastidiosissima nenia d’ambiente per centri commerciali!!
Appropriarsi delle proprie scelte. Giuste o sbagliate che siano.
Ma, alla fine, mi chiedo, esiste davvero una scelta??
Per me la musica era ed è un ancora di salvezza.
La scelta? Forse hai ragione, dipende dal contesto in cui ci si trova.
Grazie del tuo commento.
La musica è salvezza. Confermo!!
Si. Indubbiamente.
Colpevolemente riconosco di non averlo mai letto, anche se il nome non mi è nuovo… mo’, me lo segno.
Figurati, c’è sempre tanto da leggere e poi i blog servono anche a far conoscere. Penso che potrebbe piacerti. Grazie.
Musica e ambientazione nel futuro: due temi che mi intrigano parecchio. E’ già in lista!
Veramente consigliato. Ti intrigherà.
È vero, ricorda 1984, ma soprattutto Farenheit 451 film cult di Truffaut (1966) tratto da una romanzo di Ray Bradsbury. In quel caso un ordine superiore invisibile e onnipresente controllava che fossero bruciati tutti i libri. Evidentemente certi climi ispiratori ricorrono.
Caro Guido, grazie del tuo passaggio qui!
Sai, temo che la società possa andare in quelle direzioni, qualche avvisaglia c’è. Comunque la parte che mi ha colpito è il finale in cui la protagonista prende una certa scelta. Poi il potere della musica di scatenare un senso di appartenenza e libertà.
Molto interessante.
Serena giornata.
Grazie del tuo commento.
Ricambio e ciao.
Un po’ anche 1984, non trovi?
Ma comunque un mondo senza alcool e tabacco, chissà… magari è meglio.
Anche se poi ce ne sarebbe il contrabbando clandestino.
Un pochetto di 1984 si ma la futuribile “Convenzione Eurpoea” lavora su un altro livello: non si ha l’impressione di essere sottomessi pesantemente. Ed aggiungo senza “musica”…
Grazie del tuo passaggio qui.
Beh, senza musica è una limitazione che dura poco. Puoi sempre cantare tu, no?
Ah sì sì che son stonato come una campana!
:-))
Infatti i protagonisti raccontano che formarono delle band.
Qualsiasi censura crea un’azione uguale e contraria: clandestinità, contrabbando, sotterfugi. Vale per tabacco, alcool, prostituzione, e non solo.
Purtroppo sì.
Grande! Lo hai letto anche tu. Ha una penna per me … dorata!
Si, cara Perseide, poche settimane fa in vacanza.
Sono rimasto colpito e ho voluto dedicare un modesto post.
Guarda, é uno di quei libri che tengo in evidenza sul comodino. E la dice tutta! Grande post. Stefano merita davvero un premio.
Sei molto gentile. Grazie.
a presto