Mike Watt Le tre opere: intervista al traduttore

Mike Watt writing poems stella * nera

Il libro Watt di Hector Valmassoi contiene i testi delle canzoni del musicista Mike Watt. Hector ha scelto di tradurre gli album che il musicista ha ribattezzato le Tre opere punkContemplating the engine room, The secondman’s middle stand e Hyphenated-man. Questi dischi sono significativi perché riguardano dei passaggi particolari nella vita del musicista di San Pedro. Gli album sono stati pubblicati fra il 1997 ed il 2010.

Oltre ai testi degli album, Hector ha inserito una raccolta di poesie di Mike Watt: impressioni di vita, punti di vista introspettivi o in ricordo di musicisti (John Coltrane, John Entwistle dei The Who). Un approfondimento per scoprire un’altra sfaccettatura della sensibilità del musicista di San Pedro.

Mike Watt è stato il bassista dei Minutemen, un gruppo musicale dell’underground americano degli anni’80. La band iniziò con il punk ma il loro stile si trasformò in una musica più creativa, mescolando punk rock con sonorità jazz e funk. I Minutemen interruppero l’attività musicale per la morte prematura di D. Boon, cofondatore del gruppo e amico fraterno di Mike. Il musicista ha continuato a suonare dando vita ai fIREHOSE e collaborando con gruppi indipendenti, come i Sonic Youth oltre a suonare dal 2003 il basso con Iggy Pop and the Stooges.
Sono state la presentazione del libro, la cura e la passione con cui Hector ha svolto il lavoro, che mi hanno fatto intuire un qualcosa in più oltre alla traduzione dei testi di Mike Watt.

Domanda: Hector, sono rimasto piuttosto sorpreso di vedere e leggere un libro italiano sui testi di Mike Watt.
Risposta: Sono sorpreso anch’io che finora nessuno ci abbia pensato. Probabilmente è qualcosa che non ha mercato. Mentre raccoglievo materiale che mi sarebbe servito per la realizzazione del libro, ho spesso osservato che l’editoria italiana, tranne qualche raro caso – “American hardcore” di Steven Blush tradotto e pubblicato da Shake e, più tardi, “American Indie”, traduzione di “Our band could be your life” di Michael Azerrad uscito per Arcana – ha stranamente trattato di punk o della cosiddetta musica indie saltando dai Sex Pistols direttamente ai Nirvana, dimenticando tutto ciò che è avvenuto in mezzo. Mi riferisco alla scena underground americana degli anni ottanta ed in particolare a tutto il fermento che ne è scaturito con i gruppi che, partendo da sonorità hardcore, hanno sviluppato linguaggi differenti ed originali, virando verso contaminazioni con altri generi musicali ed arricchendo così il proprio lavoro di nuove idee e nuove sonorità: Minutemen, Hüsker Dü, Saccharine Trust, Mission of Burma, Butthole Surfers, solo per citare alcune bands tra quelle che hanno contribuito alla mia “educazione”. Ecco, credo di aver voluto scrivere il libro che avrei voluto leggere.

D Boon Minutemen - punk is whatever we made it to besticker di Robert Locker

D: Mike Watt e i Minutemen sono stati un esperienza importante nel panorama della musica underground americana.
R: I Minutemen hanno aperto nuove strade: musicalmente hanno esplorato nuovi territori, sono stati rappresentativi dell’etica punk del do-it-yourself, hanno riempito le canzoni di riflessioni personali e di idee politiche, hanno funzionato anche da collante per la comunità punk della South Bay di Los Angeles e come esempio per molte bands sparse per gli Stati Uniti. Con la morte di D. Boon, avvenuta nel 1985 in un incidente stradale, molto è andato perso. Mike Watt continua a portare avanti i messaggi e le motivazioni che sono stati la spinta iniziale del suo motore: ancora oggi conclude i suoi concerti con l’invito “Start your own band”, mettete in piedi il vostro gruppo.

D: Perché hai scelto di tradurre gli album “Contemplating the engine room”, “The secondman’s middle stand”e “Hyphenated-man” e non i testi dei Minutemen?
R: Sono partito con l’idea, in verità abbastanza folle, di pubblicare le traduzioni di tutti i testi scritti da Mike Watt, comprendendo quindi le canzoni scritte, cronologicamente, per Reactionaries, Minutemen e fIREHOSE, per arrivare infine ai dischi solisti. Intorno ai vent’anni avevo già tradotto, ad uso strettamente personale, per comprendere meglio qualcosa che percepivo così vicino a quello che mi girava in testa, le canzoni di Minutemen e fIREHOSE, chiedendomi nel corso degli anni se valesse la pena riprenderli in mano e ricavarne un libro. Le traduzioni sono ancora tutte lì ed ogni tanto penso che sì, potrei tirarci fuori qualcosa di interessante. La scelta di focalizzare il libro sulle tre opere è stata di Watt, con cui ho condiviso tutto il percorso di realizzazione, dalla traduzione fino alla decisione di pubblicarlo fuori dai canali commerciali.

Mike Watt albums Contemplating The Engine Room - The Secondman's Middle Stand - Hyphenated-Man

D: Mike Watt come l’hai conosciuto?
R: Provengo dalla scena punk degli anni ottanta, in Cadore ho messo in piedi una piccola distribuzione di dischi punk e di stampa anarchica e libertaria; all’epoca i contatti si prendevano con carta, penna e francobolli, scrivendo lettere, aspettando i pacchi postali pieni di dischi o fanzine, un casino di cose da ascoltare, da leggere, da passare ai raggi x. Con Watt è stata più o meno la stessa cosa: ho scritto una lettera (stavolta al computer), gli ho spedito il libretto che avevo realizzato con tutti i testi, altri scritti che pensavo potessero rientrare nel libro, le sue poesie ed una discografia che avevo ricostruito raccogliendo quanto pubblicato / suonato da Watt come solista, nei gruppi, nelle collaborazioni storiche ed in quelle occasionali. Purtroppo qualcosa è andato storto e Watt non ha mai ricevuto il mio pacco. A questo punto, non ricevendo risposta, ho puntato ad una soluzione alternativa, che negli anni ottanta non sarebbe stata possibile: gli ho scritto una semplice mail, dopo pochi giorni mi ha risposto e da lì è iniziato tutto. Quando ci siamo conosciuti di persona a Bologna in occasione di un concerto, gli ho potuto finalmente consegnare una copia del libretto andato perduto ed abbiamo discusso sul progetto. Mi ha raccontato storie ed aneddoti su D. Boon, su suo padre, sulla sua vita, con una sincerità ed un’intensità impossibili da dimenticare.

D: Che ne ha pensato del libro? come ti sei organizzato per la traduzione e il confronto con l’autore?
R: E’ stato da subito entusiasta del progetto, mi ha costantemente supportato nelle parti dubbie o oscure che incontravo nelle traduzioni, mi ha inondato di dettagli e di riferimenti, mi ha parlato di Divina Commedia, di Hieronymus Bosch, delle cose che gli erano servite come fonte di ispirazione.

Mike Watt Le tre opere copertina libroD: Non è un caso poi la scelta di pubblicare il libro con stella*nera di Marco Pandin?
R: Con Marco il legame è forte, ci conosciamo da decenni, abbiamo condiviso importanti pezzi di vita, abbiamo alle spalle storie diverse, ma abbiamo sempre viaggiato su rotte che in un modo o nell’altro si sono spesso incrociate. Il mio libro sulle tre opere di Mike Watt è stato l’inizio di una collaborazione che continua su altri progetti, esplora altre strade; le uscite successive ci trovano rispettivamente ed alternativamente nei ruoli di pilota o copilota con i marchi stella*nera e Dethector. L’intesa con Marco è spesso telepatica: ci chiediamo alle volte perché perdiamo tempo a telefonarci.

D: Hector, dimmi alcune canzoni di Mike Watt e dei Minutemen che ti hanno particolarmente colpito.
R: E’ difficile per me rispondere: ci sono canzoni che mi si sono impresse nella mente e che mi hanno veramente accompagnato per tutta la vita. Per i Minutemen, potrei citare “What makes a man start fires”: è stato il primo disco che ho sentito, ed ho il ricordo della puntina del giradischi che scende sul vinile, lì mi si è letteralmente aperta la testa. Continuo ad ascoltare le tre opere, le ho scavate a fondo, parola dopo parola, nota dopo nota, le sento mie, mi ci riconosco per molte analogie con il percorso della mia vita. Come si conclude “Hyphenated-man”: “penso di aver imparato che la vita è fatta per imparare / mentre vado avanti nei miei viaggi – io sulla ruota mentre sta girando”.

D: Mike Watt è un musicista completo, scrive, suona e produce, non sapevo che scrivesse poesie.
R: Ho scoperto queste poesie navigando sul sito di Watt: è un piccolo link in mezzo ad una lunga lista di altre cose. Mi hanno molto colpito, alcune sono racconti o impressioni che scaturiscono improvvisamente, altre sono scritti al limite del visionario, altre sono immagini cariche di emozioni. Secondo me sono dei piccoli tesori nascosti che sono felice di aver portato alla luce.

Riferimenti:
  • Sito ufficiale di Mike Watt.
  • Il libro, 160 pagine belle piene, non è distribuito commercialmente, si può richiedere a dethector oppure a stella*nera in cambio di un’offerta libera/consapevole.
  • La discografia ragionata di Mike Watt (gruppi, solista, collaborazioni e contributi) e dei Minutemen la si può trovare sempre su dethector.

Mike Watt live foto di http://peakness.com/

Mike Watt live foto di Peakness

18 commenti per Mike Watt Le tre opere: intervista al traduttore

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