Mi ero seduto sul bracciolo del divano, voi stavate guardando un film d’animazione.
Eravate intenti a seguire la storia sullo schermo.
Io alternavo lo sguardo fra le vostre spalle e il film.
Pensavo anche sarebbe meglio infilarmi un maglione.
Tu ti sei alzato, forse ti stavi annoiando, d’altronde sei a vista d’occhio sempre più grande.
Vieni verso il bracciolo e ti siedi al mio fianco.
Lentamente ti stringi, metti il tuo braccio sulla mia schiena e la tua mano sulla mia spalla.
Sento meno freddo.
Poi tu dici: “Papà …“.
Se ci pensi, i nostri ricordi più belli sono spesso attimi, dettagli, fotografie. Un gesto, una parola, una frase all’apparenza insignificante ma che noi ricorderemo per sempre.
Si, grazie del tuo bel commento. Ciao.
Bello…
ReAnto, mi fa piacere ricevere il tuo commento.
uddeu…..
quanta vita in quella parola eh!
Si.
🙂
e qui sei tenero tu…ciao enrico
🙂
Paterson, il protagonista dell’omonimo film, se avesse avuto figli ne avrebbe scritta una così (magari in un ipotetico, forse impossibile seguito, di quel gran film).
Alligatore, sei troppo buono e generoso, grazie!
Eh, magari proviamo a farlo presente a Jim Jarmusch, che ne dici?
Vedendo quel film ho pensato, che Jarmush ne potrebbe fare una serie tv, ne ha tutte le caratteristiche: un lavoro da dove ricavare tante storie, una coppia in una casa con un cane, la solita birra nel solito bar la sera, servita dal solito proprietario del bar … perché no un figlio? E una poesia come la tua da scrivere.
Alligatore, hai una sensibilità gentile.
Effettivamente potrebbe essere un’idea, Jarmusch ne ha sicuramente la capacità, bisogna vedere se ne ha voglia.
Hai poi visto Ghost Dog?
è così dolce…..
Titti, grazie del tuo commento, ha detto tutto.