Enzo Jannacci

Jannacci, non lo avevo capito, almeno fino a un suo concerto di tanti anni fa.
Fui convinto da Antonio, un caro amico di allora.
Mi disse: “Dai andiamo, fidati.” e come sempre mi fido degli amici.
Eravamo al Teatro Sociale e di quella serata ricordo il gruppo di musicisti, il figlio Paolo al pianoforte che assieme a Jannacci ci diedero energia, passione, ironia e non sense.
Però più di tutte quelle emozioni fui colpito dalla poesia di Vincenzina e la Fabbrica
Grazie Jannacci.