CCCP Fedeli alla Linea – Palestina

Bandiera Palestina e simbolo della Pace

Galilea Samarìa
Nazareth Cafarnao Genesaret
Jerusalem Giudea
Hebron Betlem Emmaus Qumram Qumram Gerico

Scaraventata a terra maestà d’Israele
Piange nella notte lacrime d’amaro
Non un consolatore tra i suoi amanti
Lunghe lamentazioni e langue il cuore

Magnificat
Magnificat anima Dominum
Magnificat

Le nostre case ad altri le donne vedove
Pietre disperse all’imbocco della strada
Guidano i passi dell’intifada
Agli insolenti l’ira la grazia ai giusti

Magnificat magnificat
Magnificat anima Dominum
Magnificat

CCCP – Fedeli alla Linea – Palestina, dall’album “Canzoni, preghiere, danze del II millenio” (1989).

Giovanni Lindo Ferretti Verona 29/06/2021

Finalmente un concerto! Eh si, la voglia era davvero tanta. L’occasione è nata perché Giovanni Lindo Ferretti è venuto a cantare al Teatro Romano a Verona. L’artista era accompagnato sul palco da Ezio Bonicelli e Luca Rossi, entrambi membri degli Üstmamò. Ferretti è stato il cantante di tre storiche band rock italiane: CCCP, C.S.I. e P.G.R.

Il concerto è iniziato con Aria di Rivoluzione, omaggio a Franco Battiato. La scaletta era composta da svariati brani della sua carriera: alcuni del suo periodo da solista e la maggior parte del suo periodo con i tre gruppi. Tutti i brani erano splendidamente arrangiati e suonati da Ezio e Luca. Sul palco c’era un’intesa palpabile fra i tre musicisti : il suono fluiva armonioso verso il pubblico.

Eighty Blues 7 ovvero non si esce vivi dagli anni ’80 parte 7

Leggendo alcuni commenti recenti sugli ultimi post della serie Eighty Blues ovvero non si esce vivi dagli anni ’80, ho pensato che c’era una sottile linea che univa, chi ascoltava musica e leggeva fumetti. Mi sembrava interessante avere un contributo di chi si dedicava a leggere ed ascoltare, magari esplorando nuovi generi di fumetti e di musica.

Leggeremo le parole di Tony Pastel blogger

Su gentile invito di Enri scrivo poche righe sugli anni 80, e sono l’impressione di un lettore/ascoltatore che all’epoca dei fatti era studente universitario. Ho l’impressione che il gioco dei decenni sia iniziato proprio con o a causa degli anni 80, e credo che comunque un gioco debba rimanere, perché ognuno può trovare gli aspetti positivi del suo decennio preferito e quelli negativi degli altri a seconda dei suoi gusti.
Ad esempio chi ci teneva tanto alle ideologie e ne ha pianto la fine preferirà i settanta, ma per me, a parte il fatto che alcune ideologie, come le religioni, sono ancora in buona salute, le ideologie sono come un cibo in scatola, apri un’ideologia e hai già tutto il pensiero bello pronto e non hai bisogno di nient’altro, soprattutto non hai bisogno di pensare. Chi invece era un appassionato di sport ricorderà con piacere il 1982 e la vittoria nel Mondiale, con la cosiddetta fucilata di Goodwood.
Eh? Ci fu pure un altro mondiale? Che curiosa faccenda.

Vignetta tratta da Battutta di caccia di Enki Bilal

Vignetta tratta da Battutta di caccia di Enki Bilal

Una volta ho letto non ricordo dove che gli anni ottanta sono iniziati nel 1977 e finiti nel 1992, che sarebbe come farli iniziare col punk, o con la crisi del cosiddetto movimento nel microcosmo italiano, e finire con cosa? Forse la vera cesura dalle nostre parti fu il ritorno della guerra vera e brutale nel 1991. Io direi che gli anni ’80 sono iniziati nei paesaggi invernali est-europei dei fumetti di Enki Bilal e finiti al caldo del Messico o degli Usa messicani dei fratelli Hernandez, atmosfere riprese pure in Italia da Igort con Fuego, si è passati dal freddo interiore di Pazienza al caldo gommoso dei pupazzetti di Francesca Ghermandi, e in mezzo la Corazzata Anselmo II che entra nella baia dell’Isola di Sant’Agata, momento centrale epocale perché bastava quella tavola iniziale di Fuochi per eleggere Lorenzo Mattotti fumettista massimo, poi a me è bastata, voi fate voi.

Fumetto di Jaime Hernandez: Maggie Chascarrillo

Fumetto di Jaime Hernandez: Maggie Chascarrillo

E poi c’era la musica, e se c’eravate anche voi sapete quanto era difficile informarsi, ascoltare un po’ di musica che non fosse quella, non sempre malvagia, di Deejay Television, difficile trovare un programma radiofonico, ci si aiutava con passaparola e cassettine, lo dicono tutti, e mi ricordo ancora di quando un amico me ne passò una consigliandomi un gruppo italiano che si chiamava CCCP e facevano un pezzo intitolato Spara Juri roba davvero forte e originale, e allora perché ora che internet ci permette di avere molte più informazioni, di ascoltare, di vedere concerti live dall’altro capo del mondo vi lamentate e demonizzate questo mezzo e il computer e l’elettronica eccetera?
Anche per la musica ognuno può trovare gli aspetti positivi o negativi dei decenni, non è che negli anni ’70 ci fosse il deserto, e se i punk inglesi ascoltavano The Who, glam, pub rock, c’era anche tanta altra buona musica e coraggiosa, potete chiedere a quel druido di Julian Cope, e non parliamo certo dei Genesis o dei Pink Floyd di Waters. Ma se nei ’70 c’era voglia di sperimentare, negli anni ’80 c’era innanzitutto voglia di suonare, comunque, ispirandosi anche ad altri genere che non il punk, come il soul e il country (la scena scozzese, soprattutto con Orange Juice e Prefab Sprout), il pop dei sessanta (The Smiths, XTC) con in aggiunta la psichedelia (R.E.M.), ma il gruppo che ebbe più influenza su quel decennio furono senz’altro i Velvet Underground (e non solo per Jesus & Mary Chain e ancora tanta parte del rock scozzese). Insomma si cominciò in bellezza, si continuò in bellezza e si finì col botto di Doolittle di quei Pixies dei cui meriti storici si appropriarono i Nirvana. E infine negli interstizi degli anni ’80 c’erano gli anticipatori della musica che sarebbe venuta, dell’acid jazz (EBTG, Style Council, Sade) e dell’exotica e altri revival annessi (Monochrome Set).
Insomma non si stava male, però le Warpaint ce l’abbiamo solo noi degli anni dieci.

Jesus & Mary Chain cd 3pollici allegato al libro di Stampa Alternativa

Jesus & Mary Chain cd 3pollici allegato al libro di Stampa Alternativa

Riferimenti

Giovanni Lindo Ferretti Brescia 01/11/2014

Giovanni Lindo Ferretti (ex CCCP, ex C.S.I., ex P.G.R.) ha suonato alla Latteria Molloy di Brescia ed è stato un bel concerto.
Prima di andarci mi chiedevo se aveva un senso riproporre canzoni scritte e pensate negli anni’80 e ’90, che hanno sfiorato gli anni duemila (gli anni zero) da parte di Ferretti.
L’artista, cantante e paroliere dei CCCP, CSI, PGR, ha cavalcato di trent’anni della musica indipendente italiana, cantando e declamando storie, situazioni e sentimenti, personalmente l’ho sempre ritenuto una mente interessante e controversa da ascoltare.
Ferretti era accompagnato dai musicisti Ezio Bonicelli e Luca Alfonso Rossi, entrambi ex componenti degli Ustamamò.
Il cantante ha un fare distaccato e questo mi è piaciuto molto, così ha evitato di essere nostalgico e autoreferenziale. I tre musicisti sono così riusciti ad essere sorprendenti, suonando tutti i brani in una veste elettronica, acustica ed elettronica, veramente moderna.
Poi G. L. Ferretti ha un guizzo::

Cittadine, cittadini uno sforzo ancora!
La democrazia suvvia, e’ una connessione web a banda larga.
I nativi digitali sono già tra noi, arriveranno gli ufo robot, vogliono pace progresso e abbondanza, ogni giorno sarà festa, un’eterna vacanza.
Nell’attesa per non stare con le mani in mano abbiamo fatto della Domenica un giorno qualsiasi.
Cittadine, cittadini felicitazioni…
Giovanni Lindo Ferretti

Giovanni Lindo Ferretti 2014 Brescia band

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La collana Sconcerto di Stampa Alternativa

Molti anni fa la casa editrice Stampa Alternativa inaugurò la collana Sconcerto, dedicata ad artisti della musica Rock, privilegiando gruppi poco conosciuti o di culto come i Doors, i Grateful Dead o i Velvet Underground di Lou Reed e John Cale.

Le copertine e i vinili allegati alla Collana Sconcerto di Stampa Alternativa

Le copertine e i vinili allegati alla Collana Sconcerto

L’idea di fondo della collana era giusta per il tempo, perché negli anni ’80 non era facile avere informazioni complete su un gruppo o trovare i testi e le traduzioni. Infatti capitava spesso che le lyrics non erano incluse nell’album.
Assieme alle traduzioni vi erano le schede discografiche, la biografia della band o brani d’ interviste tradotti da magazine stranieri. Mi vengono in mente, ad esempio, le dichiarazioni ad effetto di Morrissey degli Smiths sulla società, il sesso o il cibo vegetariano.
Insomma era davvero un bel compendio per approfondire il proprio artista preferito. I libri erano bilingue, perché oltre ai testi tradotti tutto il contenuto era sia in italiano che in inglese. La caratteristica quindi era l’agilità della lettura di una vera e propria monografia.

Incluso al libretto era allegato un supporto sonoro in vinile con brani rari o cover di gruppi italiani dedicati alla band. Successivamente, nelle seconde edizioni e nei nuovi titoli della collana, il vinile 7″ venne sostituito dai CD in formato 3″.
Caso unico nella collana Sconcerto, i libretti sugli Smiths contenevano delle cartoline con le copertine dei dischi del gruppo.

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