Il 25 aprile non lo festeggerò andando alle manifestazioni, perché quest’anno sono in forte imbarazzo nel vedere le istituzioni italiane che parlano di antifascismo e di pace, ma continuano ad inviare armi per una guerra che senso non ha.
La canzone che ho scelto narra di alcune delle protagoniste della Resistenza italiana, che andavano in bicicletta per portare nascosti messaggi e dispacci. La canzone è scritta da Vinicio Capossela e cantata assieme a Mara Redeghieri. Le staffette sono raccontate a due voci in modo rispettoso, allegro e con molta ammirazione da Mara e Vinicio, che interpretano il senso del coraggio delle staffette. Sono fra l’altro ricordate con i loro nomi.
Vanda, Gina Rina, Rosina Bruna, Antonia, Elisabetta La staffetta in bicicletta Pompa cuore Il sangue ancora Batti cuore, batti nel cuore La staffetta in bicicletta Serafina, Alice, Anita Passa il ferro, l’arma, la vita Passa il testimone Che arrivi fino a noi Come il vento di primavera Non si ingabbia nella rete Come i vostri capelli, come i sorrisi Come l’aria quando corre in bicicletta Questa è la libertà: azione e responsabilità Guardo i vostri nomi che sanno di bucato Che sanno di un altro paese Di aspirazioni migliori In cui è venuto naturale Prendere parte e da che parte stare Iside, Nelda Natalina Adriana, Stella Ada, Armina La staffetta in bicicletta Emma, Zaira Alma, Corina, Vincenzina Desdemona, Lina La staffetta in bicicletta Baluardo di civiltà Testimoni di umanità Fiori sulle sepolture E cure, cure Per fare Guerra alla guerra Dispacci nascosti nei bigodini E poi guanti e maglioni Filati e calzini E nomi di martiri in cornici Arrotolati nelle canne delle bici Ada, Gina Agnese, Armida Che scrivete una storia minore Di partecipazione Un litro di latte Un pezzo di pane Un chilo di carbone tolto al nemico È fermare l’occupazione Resistenza, latitanza Corrimi dietro Corri veloce E non dire parole Non dire parole, non dire parole E non dire parole… Voi che passate il testimone Perché arrivi più avanti Perché arrivi fino a noi Che ancora abbiamo da resistere Al mostro e le sue fauci Sepolte ai nostri piedi Per fermare la guerra Per fermare ogni guerra, insegnateci Voi madri, figlie Sorelle, compagne dell’umanità ricordateci Come il vento di primavera Non si ingabbia nella rete Come i vostri capelli, come i sorrisi Come l’aria quando corre in bicicletta Questa è la libertà: azione e responsabilità Voi che di voi dite che Non vi sembra d’aver fatto granché
Testo de Staffette in bicicletta, tratto dall’album Tredici Canzoni Urgenti di Vinicio Capossela (2023), cantato assieme a Mara Redeghieri.
Per me ogni 25 aprile è un giorno importante, perché vado ai ricordi di mio nonno Primo e di quando mi raccontava del fascismo e della seconda guerra mondiale. I valori di uguaglianza, di diritto al lavoro e di pace, il nonno li fece suoi durante quei decenni. Mai una guerra deve tornare fra le persone.
Questa giornata desidera la pace e non azioni di supporto alla guerra.
25 APRILE 1945 interpretata da Milva, dal’album Libertà (1975)
Non maledire questo nostro tempo Non invidiare chi nascerà domani, chi potrà vivere in un mondo felice senza sporcarsi l’anima e le mani.
Noi siam vissuti come abbiam voluto negli anni oscuri senza libertà. Siamo passati tra le forche e i cannoni chiudendo gli occhi e il cuore alla pietà.
Ma anche dopo il più duro degli inverni ritorna sempre la dolce primavera, la nuova vita che comincia stamattina, di queste mani sporche a una bandiera.
Non siamo più né carne da cannone né voci vuote che dicono di sì. A chi è caduto per la strada noi giuriamo pei loro figli non sarà così.
Vogliamo un mondo fatto per la gente di cui ciascuno possa dire “è mio”, dove sia bello lavorare e far l’amore, dove il morire sia volontà di Dio.
Vogliamo un mondo senza patrie in armi, senza confini tracciati coi coltelli. L’uomo ha due patrie, una è la sua casa, e l’altro è il mondo, e tutti siam fratelli.
Vogliamo un mondo senza ingiusti sprechi, quando c’è ancora chi di fame muore. Vogliamo un mondo in cui chi ruba va in galera, anche se ruba in nome del Signore.
Vogliamo un mondo senza più crociate contro chi vive come più gli piace. Vogliamo un mondo in cui chi uccide è un assassino, anche se uccide in nome della pace.
Voglio augurare buon 25 aprile con la notizia che da pochi giorni è stato pubblicato il sito Noipartigiani.it. Lo scopo del progetto del sito è di raggruppare il maggior numero di testimonianze dei protagonisti della Resistenza, comprese le molte rilasciate precedentemente e sparde in vari archivi.
La canzone per oggi è la versione di Bella ciao cantata da Luca O’Zulu dei 99 Posse.
Questa giornata sarà diversa, perché non potremo festeggiare la Festa della liberazione dell’Italia tutti assieme all’aperto a Casa Cervi. Lo faremo lo stesso, nelle nostre case. Vi auguro una Bella Festa della Liberazione e Resistiamo a casa!
Fra le canzoni che ascolteremo c’è il brano: “Il Partigiano John” degli Africa Unite.
Brano composto dagli Africa Unite per il progetto ”Materiale resistente”. Il partigiano John è in realtà Francesco Raviolo, nonno di Madaski (componente del gruppo musicale), partigiano appartenente alla Brigata Garibaldi, piemontese, ucciso in uno scontro a fuoco mentre ritornava a casa con una ventina di compagni dopo la liberazione di Torino. Il partigiano John torna all’azione dopo 50 anni e la sua voglia di lottare è invariata, anche se oggi il nemico è subdolo, meno identificabile, nega se stesso ed il suo passato per riconquistare il potere. John riabbraccia il suo fucile, gesto non di negazione o violenza, ma di amore assoluto per il maggior bene che conosciamo e che ci è dato possedere: la libertà.
Ho scelto la versione di Bella Ciao cantata da Tom Waits e tratta dall’album Songs of Resistance (2018) del chitarrista Marc Ribot.
Il musicista americano Ribot da tempo effettua una ricerca sulle sonorità del passato, da cui prende spunto per il suo stile personale e nel sul ultimo album ha pensato bene di suonare Goodbye Beautiful (Bella Ciao).
Sicuramente un bel segnale contro tutti gli autoritarismi.
Buon 25 Aprile!
Riferimenti
Bella Ciao cantata da Tom Waits dall’album Songs of Resistance (2018) di Marc Ribot
Il 25 aprile mi piace ricordarlo con l’intensa interpretazione di Marco Paolini e de I Mercanti di Liquore. Il testo fu scritto da Gianni Rodari in memoria dei sette fratelli Cervi.
I Cervi: Gelindo (classe 1901), Antenore (1906), Aldo (1909), Ferdinando (1911), Agostino (1916), Ovidio (1918), Ettore (1921). Nati a Campegine (Reggio Emilia), tutti fucilati il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia.
Buon 25 aprile 2017!
I sette fratelli
C'erano sette fratelli
che andavano per il mondo:
sei erano sempre allegri,
il settimo sempre giocondo.
Sei andavano a piedi
perché non avevano fretta,
il settimo invece perché
non aveva la bicicletta.
La leggenda dirà
dell'ultima battaglia:
dove cantò la cicala
abbaia la mitraglia.
Una muta di cani
la notte ha circondata,
il fumo lecca i muri
della casa incendiata.
Ma quando li portarono
alla crudele morte,
non eri tu, fucile,
il più fermo, il più forte.
C'erano sette fratelli
che andavano per il mondo:
sei erano sempre allegri,
il settimo sempre giocondo.
Sei andavano a piedi
perché non avevano fretta,
il settimo invece perché
non aveva la bicicletta .
Nella nebbia dell'alba
si nascosero i cani,
e chiusero gli occhi
per non vedersi le mani.
Negli occhi dei sette Cervi
l'aurora si specchiò,
dagli occhi fucilati
il sole si levò.
Vecchio, tenero padre,
olmo dai sette rami,
nella vuota prigione
per nome ancora li chiami,
C'erano sette fratelli
che andavano per il mondo:
sei erano sempre allegri,
il settimo sempre giocondo.
Sei andavano a piedi
perché non avevano fretta,
il settimo invece perché
non aveva la bicicletta .
E a notte fra le sbarre
fin dove soffia il vento
intatte vedi splendere
sette stelle d'argento.
Sette stelle dell'Orsa
come sette sorelle.
I cani non potranno
fucilare le stelle.
Sette stelle dell'Orsa
come sette sorelle.
I cani non potranno
fucilare le stelle.
La canzone Sette fratelli è tratta dallo spettacolo Song N. 32 Concerto variabile con Marco Paolini e i Mercanti di liquore (Lorenzo Monguzzi, Piero Mucilli, Simone Spreafico)
Il 25 Aprile resta e resterà una festa speciale: la liberazione dal nazifascismo. La intendo sia per il suo significato storico sia come metafora contro il potere dominante che ci vuole ingabbiare.
Oggi per la nostra famiglia sarà una giornata straordinaria.
Il Giorgio, papà e nonno, festeggerà i suoi primi 80 anni!
Racconti di mio nonno e di mia madre, sono impressi fortemente nella mia memoria.
Sono uniti a un sentire comune come nella canzone cantata da Mara Redeghieri e dagli Üstmamò.
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