Da Mutazione a Musica per architetture abbandonate di Daniele Ciullini

Daniele Ciullini Musica per architetture abbandonateDaniele Ciullini durante gli anni ’80 gestiva fanzine e componeva musica elettronica e ora grazie alla nuova riscoperta della vecchia scena underground italiana degli anni ’80 è stato selezionato da Alessio Natalizia nella compilation Mutazione, edita per l’etichetta inglese Strut Records. Interessante riprendere gli esperimenti del passato ma ora Daniele sta vivendo una nuova creatività musicale proprio nella sua città, Firenze. Daniele ha sempre cercato delle suggestioni da luoghi isolati o abbandonati per trarne ispirazione.
Il progetto sonoro Musica per architetture abbandonate è ormai rilasciato già da qualche mese ma ci sono altre novità …

Domanda: Daniele, introduci la scena underground degli anni ‘8o a Firerenze.
Risposta: Gli anni ’80 hanno attraversato Firenze con tutto il loro potenziale di creatività un po’ come dovunque. E’ stata un’onda che ha toccato tutte le aree, anche se arti applicate, teatro e musica hanno fatto la parte del leone. Secondo le leggi che governano lo sviluppo della società in genere ad una moltiplicazione quantitativa di prodotti culturali ha corrisposto poi la nascita di una rete di spazi e occasioni nei quali portare in superficie le produzioni; sono così sbocciati discoteche, trasmissioni radio, club, negozi e fanzines nei quali quel variopinto mondo mutante e trasgressivo ha trovato sede. Un circuito che qualitativamente e quantitativamente ha oscurato quello più ufficiale, chiuso nel mantenimento della tradizione e incapace di aprirsi al cambiamento. Queste in sintesi le luci. Le ombre invece, a mio avviso, sono localizzate sul fiato corto che tanti nomi e situazioni hanno avuto. Quasi una fiamma che rapidamente si è spenta, così che soltanto ben pochi progetti sono stati capaci di reggere l’urto del tempo sviluppando quei geni di bellezza e novità mostrati in origine.

D: Tu ne facevi parte.
R: La mia era una presenza molto discreta. Con le mie produzioni di audiocassette con materiali grafici allegati mi muovevo in un’area molto sotterranea, tutta derivata dalla mail art. Per me non esisteva una dimensione pubblica, esisteva il mio lavoro ma non la mia presenza visibile. Non concerti ma spedizioni postali. Uniche eccezioni a tutto questo le apparizioni su diverse emittenti radiofoniche, anche estere, attraverso le quali ho potuto presentare ad un largo pubblico il mio lavoro musicale.

D: Dopo un lunghissimo periodo di silenzio mi viene da pensare che la tua voglia di ricerca e di creatività abbia ripreso linfa.
R: Agli inizi degli anni ‘80 ho interrotto la mia attività musicale perché correvo il rischio che questa confligesse con la mia attività professionale. Scelta dura ma corretta, soprattutto rivista oggi dove il conflitto d’interessi è divenuto una costante. Quindi silenzio per una trentina di anni. Adesso il mio lavoro non presenta rischi d’interferenza con la scrittura musicale e quindi dal 2011 ho ripreso, con tanta voglia arretrata, la mia attività producendo due dischi e una installazione audio-video. Nel frattempo il mondo ha fatto diversi giri e lo scenario è radicalmente cambiato. Ciò che girava in cartaceo e audiocassetta adesso viaggia su cloud e cd e la rete ha sostituito la posta. Ma se la forma di diffusione è cambiata è rimasta per fortuna inalterata la presenza di sperimentatori; musicisti e gruppi che tracciano nuove rotte sul filo di sensibilità ben lontane dai modelli del mercato ufficiale. La presenza poi delle netlabel moltiplica a dismisura la presenza dei nuovi linguaggi.

D: Dopo Mutazione, di cui ci siamo già occupati qui sul blog, sei stato inviati ad altri progetti musicali?
R: Sempre Alessio Natalizia (giù curatore di Mutazione) sta lavorando ad una nuova linea della sua etichetta (Ecstatic Records di Londra) con produzioni sugli anni ’80, stampate esclusivamente su vinile. Mi ha chiesto se ero interessato ad essere la prima uscita e così abbiamo costruito insieme la scaletta dei brani e adesso sto aspettando la grafica del disco che dovrebbe uscire ad agosto. Le note di copertina del disco, ancora senza titolo, sono state scritte da Vittore Baroni che ha tracciato, come sempre magistralmente, un arco che collega il mio lavoro di quegli anni con quello attuale.
La seconda proposta arriva invece dall’etichetta barcellonese Domestica Records. Jordi Serrano è il curatore di una compilation sulla musica europea degli ’80 e mi ha chiesto Marbles in the garden tratto dal mio Domestic Exile. Anche questa produzione uscirà, a breve, in vinile.

D: Parlami di Musica per architetture abbandonate.
R: I luoghi abbandonati hanno sempre avuto per me un fascino e un’attrazione tutta particolare. Mettersi in ascolto di voci e suoni perduti nel tempo/cercare tracce di vita lasciate in luoghi che hanno conosciuto una concentrazione umana (fabbriche e depositi ferroviari, vecchi stabilimenti balneari e termali, manicomi e scuole, ecc….) mi seduce. Da questo sono partito nel costruire l’idea e la musica di MPAA. Ripensando a certi miei transiti fra mattoni e acciaio ho scattato sei polaroid sonore che si muovono fra le consuete atmosfere dark ambient e industrial. Ho costruito musicalmente sei situazioni diverse fra loro ma tutte legate da un fil rouge fragile come l’ ombra sul muro. Quasi un qualcosa che immagini di vedere/sentire.

D: Hai pensato ad un nuovo approccio alla distribuzione musicale, sicuramente contemporaneo.
R: Proprio pensando a come presentare Musica per architetture abbandonate ho preso in considerazione l’ipotesi della distribuzione su piattaforme web. Il lavoro precedente l’ho distribuito a mano e per posta ad una serie mirata di soggetti e situazioni. Sicuramente memore del modo di fare distribuzione autoprodotta degli anni ’80 ho usato il cd come un veicolo di relazioni oltreché come contenitore di suoni. Così facendo ho raggiunto circa 300 contatti ma tutti più o meno iscritti nel cerchio di una geografia limitata. Col secondo lavoro ho voluto invece tentare una strada diversa, sicuramente meno intima ma, almeno teoricamente, geograficamente più ampia. Così, grazie ad Audioglobe di Firenze, MPAA è scaricabile da una trentina di negozi virtuali. Non so bene cosa verrà fuori dallo stare nel mare magnum dell’oceano elettronico. Sicuramente si rischia l’invisibilità, ma ero curioso di provarci.

D: Immagino che starai lavorando a dei nuovi progetti.
R: Per certi versi sento di aver esplorato abbastanza delle possibilità offerte dal fare musica col computer, almeno in quei territori musicali che mi interessavano maggiormente. Cosi sto pensando a spostarmi su un confine perché i confini sono linee d’ombra affascinanti nelle quali si incontrano le diversità. Niente di nuovo in assoluto ma una completa novità per me: unire analogico e digitale, calore e freddezza, immediatezza e costruzione sedimentata. Vorrei lavorare con un trio d’archi col quale costruire un suono dove realtà analogica e suoni elettronici o reali rielaborati elettronicamente si possano fondere. Anche il linguaggio dovrebbe essere un innesto fra tappeti di rumori elettronici, fraseggi minimali analogici e armonie elettroniche. In sintesi non è molto lontano da ciò che faccio adesso ma avrebbe in più tutto il calore dell’esecuzione analogica. Vorrei lavorare a questo nuovo progetto pensando anche ad una sua versione live, cioè suonare i brani dal vivo. Vediamo un po’ …

Daniele Ciullini – Musica per architetture abbandonate (2013)
  1. L’ipnosi della merce
  2. Il calore della ferita
  3. Silenzi liquidi
  4. Carne e acciaio
  5. Il pianoforte sul fondo
  6. Corto circuito

3 commenti per Da Mutazione a Musica per architetture abbandonate di Daniele Ciullini

  • Mi è sembrato di leggere un’intervista ad un ragazzino volenteroso di cominciare una carriera musicale… Onesta poi l’analisi sulla Firenze anni 80, Ciullini non ama gli scranni e si vede, ma di lezioni ne ha date (Trax/Domestic Exile docet), ne puo’ anche dare…auguri

  • desbela

    “Quasi una fiamma che rapidamente si è spenta, così che soltanto ben pochi progetti sono stati capaci di reggere l’urto del tempo sviluppando quei geni di bellezza e novità mostrati in origine.”

    Una bellissima vampata…, ma è stato bello così…

    Ottimo Enri. Grazie

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