Da Battiato a Ernest Henry Shackleton

Copertina del libro di Mirella Tenderini La lunga notte di ShackletonHo conosciuto per la prima volta le imprese dell’esploratore britannico Sir Ernest Henry Shackleton ascoltando l’omonimo brano di Franco Battiato dall’album Gommalacca.
Il testo di Manlio Sgalambro racconta l’ultima avventura dell’esploratore al Polo Sud, all’inizio del ‘900.
Shackleton era un veterano della regione antartica, perché aveva partecipato e guidato alcune esplorazioni al Polo Sud. Questa sarebbe stata la sua ennesima impresa di tracciare una nuova strada nell’attraversamento del Polo Sud. Purtroppo la nave Endurance restò bloccata e stritolata fra i ghiacci e quindi lui e i suoi compagni dovettero raggiungere l’Isola Elefante, trascinando sulla banchisa tre scialuppe cariche di viveri.
Il vanto di Shackleton era di non aver mai perso un solo uomo al suo comando e da qui nacque la sua ultima coraggiosa impresa.
Partì assieme a pochi uomini per navigare fino alla Georgia del Sud per chiedere soccorso, “mentre i 22 superstiti dell’isola Elefante sopportavano un tremendo inverno”. [1]

La canzone di Franco Battiato è piuttosto straniante e con un tono lievemente epico, il finale termina in una specie di mantra, ripetendo il cognome dell’esploratore.
Il brano mi era sempre piaciuto ma non mi ero mai incuriosito sul protagonista, forse proprio perché il testo raccontava tutto su Shackleton.

Qualche mese fa passeggiavo nella mia città e sono entrato in una libreria per curiosare fra i libri. Mentre ascoltavo i suggerimenti di Roberta (la simpatica e competente proprietaria della Libreria Pagina Dodici), la mia attenzione è colpita da una copertina blu incorniciata da balene. I cetacei marini mi piacciono da sempre, sarà che uno dei miei sogni è di poterli veder dal vivo.
Tornando al libro mi accorgo che è proprio intitolato La Lunga Notte di Shackleton. Roberta mi spiega che l’autrice Mirella Tenderini è piacevole da leggere, ha una carriera decennale nel settore dell’editoria e ha scritto vari libri di viaggi, insomma un bel libro! Ho deciso di comprare il libro.
La sera stessa sera ho iniziato a leggerlo, trovando il personaggio Shackleton davvero appassionante.

Figura davvero anomala per quei tempi, uomo di grande coraggio ma sempre consapevole che l’impresa è fatta da tutta la squadra oltre che dal capo spedizione. Infatti questo esploratore leggendario non mise mai davanti all’impresa le vite dei suoi compagni. Si può immaginare quanto dovrà essergli pesato rinunciare all’obiettivo e alla gloria quando si è praticamente vicini alla meta.
Pagò caro questo suo valore che non fu capito dai suoi contemporanei. L’Europa era entrata nel primo conflitto mondiale e l’Inghilterra aveva bisogno di eroi pronti a sacrificarsi per l’onore e la patria, a scapito delle vite umane, mentre Shackleton si faceva vanto “non aver perso mai un uomo al suo comando“.

Note e riferimenti:

 

2 commenti per Da Battiato a Ernest Henry Shackleton

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