Eighty Blues 5 ovvero non si esce vivi dagli anni ’80 parte 5

Massimo Giacon NEO-CIRCUITI tessuto Memphis - 1988Continua la serie di storie e pensieri che abbiamo intitolato Eighty Blues ovvero non si esce vivi dagli anni ’80, ecco la quinta puntata.

Leggeremo le parole di Daniele Ciullini e di Massimo Giacon.

Daniele con i suoi sperimentalismi agiva nella Firenze anni ’80 (ricordate i Diaframma, Litfiba, Neon e Rinf ma sopratutto FREE e le Industrie Discografiche Lacerba).
Massimo Giacon iniziò a Bologna applicando il suo stile eclettico nel fumetto, nella grafica e nelle reincarnazioni musicali (Trax, Spirocheta Pergoli, I Nipoti Del Faraone).

Entrambi controllavano totalmente le espressioni artistiche prodotte, in cui “si intrecciavano musica, grafica, pensiero e stili di vita“.

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La collana Sconcerto di Stampa Alternativa

Molti anni fa la casa editrice Stampa Alternativa inaugurò la collana Sconcerto, dedicata ad artisti della musica Rock, privilegiando gruppi poco conosciuti o di culto come i Doors, i Grateful Dead o i Velvet Underground di Lou Reed e John Cale.

Le copertine e i vinili allegati alla Collana Sconcerto di Stampa Alternativa

Le copertine e i vinili allegati alla Collana Sconcerto

L’idea di fondo della collana era giusta per il tempo, perché negli anni ’80 non era facile avere informazioni complete su un gruppo o trovare i testi e le traduzioni. Infatti capitava spesso che le lyrics non erano incluse nell’album.
Assieme alle traduzioni vi erano le schede discografiche, la biografia della band o brani d’ interviste tradotti da magazine stranieri. Mi vengono in mente, ad esempio, le dichiarazioni ad effetto di Morrissey degli Smiths sulla società, il sesso o il cibo vegetariano.
Insomma era davvero un bel compendio per approfondire il proprio artista preferito. I libri erano bilingue, perché oltre ai testi tradotti tutto il contenuto era sia in italiano che in inglese. La caratteristica quindi era l’agilità della lettura di una vera e propria monografia.

Incluso al libretto era allegato un supporto sonoro in vinile con brani rari o cover di gruppi italiani dedicati alla band. Successivamente, nelle seconde edizioni e nei nuovi titoli della collana, il vinile 7″ venne sostituito dai CD in formato 3″.
Caso unico nella collana Sconcerto, i libretti sugli Smiths contenevano delle cartoline con le copertine dei dischi del gruppo.

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La storia dei Not Moving

Not Moving - Movin' Over 7" EP 1983Antonio Bacciocchi alias Tony Face è stato il batterista e membro fondatore dei Not Moving, un gruppo italiano degli anni ’80, piuttosto originale per il panorama underground italiano di allora.
Avevano un forte impatto dal vivo grazie ad una miscela di post punk, suoni acidi ’60 e rock and roll.
Sul suo blog Tony Face ripercorre la carriera del gruppo, una sorta di biografia personale e quindi ecco l’occasione di rivolgergli qualche domandina.

Domanda: Perché hai sentito l’esigenza di scrivere la biografia dei Not Moving?
Risposta: Perchè se ne parla relativamente spesso su internet e mi arrivano frequenti domande sui Not Moving. Una volta per tutte ho pensato che sarebbe stato utile dettagliare una storia che reputo comunque interessante anche per chi non ha conosciuto o semplicemente apprezzato il gruppo.
D: Come sarà strutturato, diciamo così, il piano di pubblicazione ?
R: Ogni domenica un capitolo a partire dagli albori del 1981 fino alla fine del mio rapporto con la band.
D: Qualche anno fa hai scritto un libro sugli anni ’80 legato alla tua esperienza di vita musicale, hai preso qualche spunto?
R: Cercherò di non ripetere quello che ho scritto in Uscito vivo dagli anni 80 ma un po’ di spunti ed episodi ci saranno senz’altro.
D: Ci saranno materiali inediti?
R: Ci sarà qualche storia inedita ma credo che un po’ tutto sia poco conosciuto dei Not Moving.

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Chi sarà il nuovo Papa?

E’ stato un fulmine a cielo sereno la notizia dell’abdicazione (e non dimissione!) di Papa di Benedetto XVI.
Fra qualche settimana inizierà la procedura elettiva in San Pietro ma già ci si domanda: chi sarà il nuovo Capo della Chiesa?
Pensando a questo mi è venuto in mente l’ottimismo del brano Papa Nero dei Pitura Freska, che possa esser di buon auspicio?

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Aiutiamoci ma a casa loro

E’ da un po’ di mesi che mi capita, direi piuttosto spesso, di incontrare qualcuno che, conversando, mi riporta più o meno la situazione di lasciare l’Italia.

Amici, amici di amici, figli di conoscenti e persone incontrate casualmente, tutti indistintamente la stessa cosa.

Definizione dal dizionario di immigrato

… questo Paese mi ha stancata.

Mio figlio è partito e vuole provare a vedere come va, pensa d’avere migliori prospettive.

… guarda, ancora pochi giorni, poi dopo Capodanno, partirò per Londra, farò la cameriera per iniziare poi sono sicura di trovare quello che cerco.

Mia sorella ha seguito il suo compagno a Camberra, è un po’ dura ma stanno bene, molto bene.

Sono stanco d’aspettare, ho aspettato quasi vent’anni in Italia, dopo che lei ha terminato il corso, stiamo pensano seriamente di partire per il Brasile.

Mio fratello e la sua compagna stanno da vari anni in Inghilterra e non ci pensano proprio a tornare, non è facile ma hanno alcune certezze che qui non esistono.

… ma cosa torni a fare qui in Italia? Resta a Copenaghen…

 

Ecco le frasi che ho ascoltato e che mi sono rimaste impresse.
Sono riferite a ragazze e ragazzi che hanno lasciato o stanno per lasciare l’Italia.
Nei media nazionali sono spesso definiti come “cervelli in fuga“, però mi sono chiesto perché invece non sono descritti come immigrati?

Howe Gelb dei Giant Sand Verona 28/03/2003

Qualche giorno stavo rimettendo a posto un po’ di cose e mi sono capitate fra le mani delle vecchie foto su pellicola.
Erano di un concerto del 2003 all’Interzona di Verona. Il musicista era Howe Gelb, il leader e fondatore dei Giant Sand.
Howe Gelb suonò da solo, alternandosi alla chitarra, al pianoforte e utilizzando un lettore CD per degli intermezzi di canzoni di suo gusto.

La voce calda e profonda di Howe Gelb ha accompagnato la serata, quasi fossimo in un saloon sperduto nel deserto dell’Arizona. I pezzi erano scarni ma interpretati con passione.
Curiosa fu anche l’esecuzione di alcuni passaggi al pianoforte suonato con la scarpa, mentre arpeggiava alla chitarra.

Ecco le immagini del concerto, dopo averle scansionate.

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Alberto Ongaro Hugo Pratt, L’Asso di Picche dall’Argentina

Roberto era uno dei soci dell’Associazione Lendicomics ed era un nostro caro amico.
Ci manca molto, ci manca la sua ironia – a volte pungente – e ci manca la sua energia.
Negli ultimi anni Roberto ha lavorato con passione e dedizione all’opera misconosciuta di Hugo Pratt, ci riferiamo al periodo sudamericano, quando il fumettaro veneziano immigrò nella lontana Argentina.
L’Asso di Picche fu ideato da Alberto Ongaro e Hugo Pratt ed è ora rieditato in un libro dell’Anafi, grazie all’opera di ricerca effettuata da Roberto.
Abbiamo deciso di riportare la premessa scritta dalla figlia Roberta.
Antonio, Enrico, Filippo, Pierlugi e Stefano.

L'Asso di Picche dall'Argentina di Hugo Pratt e AlbertoOngaro copertinaRoberto Reali ha amato il fumetto da quando lo ricordo. Il Topolino in libretto e il Paperino di Barks sono state tra le prime nostre letture di bambini. Poi tra gli americani c’erano Superman, Phantom, Mandrake, Tarzan; tra i francesi, Asterix, i Puffi, tra gli italiani, Corriere dei Piccoli, Corriere dei Ragazzi, Tex, Lanciostory (e poi la grandissima stagione del Male, Il Cannibale, Frigidaire) ma noi si leggeva anche Fritz il Gatto, Bodé, Linus, Comic Art e, un po’ più avanti, Alterlinus, Métal Hurlant, Sorry: nulla ci era precluso dalla aggiornatissima biblioteca del papà e, in in seguito, dalla vasta collezione che aveva raccolto insieme agli amici Lucio Verza e Paolo Semeghini. Con loro, le rispettive mogli e la mamma, e più tardi, il critico Gianni Brunoro, andavano per le fiere del fumetto, tra le quali Lucca, Treviso, Milano, Bologna, Reggio Emilia, dove si prendeva contatto con i collezionisti italiani e stranieri.

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