Eliminare il file B.

E magari fosse vero!

Resto contrario alla guerra

Io sono contrario alla guerra.
Sono cittadino italiano e nella nostra Costituzione noi ripudiamo la guerra.

Io sono contro la guerra… Lo dico da lustri, sono contro la guerra e continuo ad essere contro la guerra.

Quindi anche contro un attacco per fermare gli attachi di Gheddafi?

Io sono contro la guerra. Mi sembra chiaro cosa vuol dire essere contro la guerra, no?

Ma c’è la circostanza che lì si facciano morti tra i civili a opera di Gheddafi e che si debba fermare tutto questo.
E invece chi li fermerà mirerà diritto a Gheddafi, immagino, no?

Beh, nell’intento si vogliono colpire le basi militari.

E probabilmente neanche nell’intento di Gheddafi non si vogliono colpire i civili… Ma non è questo il problema, il problema è il ricorso allo strumento guerra.
Io sono contrario alla guerra per tante ragioni, una delle quali -non ultima- è che sono un cittadino italiano e ho una costituzione che ripudia la guerra.
Gino Strada da Repubblica on line

Testo trascritto dal sito http://www.antiwarsongs.org/

L’intervista a Gino Strada.

Giappone 2011 – Sogni 1990 di Akira Kurosawa

Non ho parole, solo tristezza.

Il film Sogni del 1990 del regista Akira Kurosawa, può rendere più lieve questo evento.

http://it.wikipedia.org/wiki/Akira_Kurosawa
http://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_di_Sendai_del_2011

PJ Harvey – Dry

energia
amore profondo, dolore
solitudine
orizzonti pieni di spazio, spirito di osservazione, percezioni
sensibilità che si raffina, ascolta in silenzio e cresce
bisogno di colpire forte. l’identità’ trova una dimensione propria
un muro.
di musica, di parole, di significati
il senso primitivo della vita prende il sopravvento
happy and bleeding. for you.
dono estremo
annullamento del “sé” di fronte all’immenso che scopri di avere dentro
e’ troppo per essere compreso e contenuto
due sole direzioni possibili: l’esterno percepisce la sensualità, dall’interno la propria anima grida
il bisogno di non essere “interpretata “
perché voler capire con la ragione ciò che solo il cuore può dirti?

P.J. Harvey
“Dry”
1992, Indigo Records

di Fabrizio Cavallaro

Avvoltoi nucleari

Evitare di sfruttare strumentalmente contro l’energia nucleare la tragedia giapponese? Perché dovremmo?

———————————-

Sto aspettando con un certo fremito le prime reazioni strumentali antinucleariste ai seri problemi che stanno affrontando le centrali nipponiche dopo il gigantesco terremoto.

Stanno già arrivando: oltre ai previsti e prevedibili siti ecologisti, come Greenpeace, registriamo anche i blog dei politici, come Antonio Borghesi.

→ Prosegui la lettura di Avvoltoi nucleari

Giappone, un pensiero dopo la catastrofe

Alle ore 06:45 di ieri la forza indescrivibile della Natura si è fatta sentire in Giappone, molto lontano da noi italiani.
La rete internet e tutte le sue risorse ci stanno aggiornando in tempo reale,
quasi come se fossimo là, in Giappone …
Difficile immaginare questa catastrofe.
Difficile scrivere parole di conforto, ora sto pensando solo alla gente, che era o è là.
Un abbraccio amici giapponesi.

http://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_di_Sendai_del_2011

Una zattera per cambiare

La Zattera logo dell'Iniziativa di informazione nell'economia solidale veroneseUn periodico elettronico per l’economia solidale veronese.

Alzi la mano chi è contento della Verona in cui viviamo. Una provincia terziarizzata, che non produce quasi più niente, che vive di finanza, di speculazione immobiliare, di lavori pubblici, e anche di xenofobia.

Una provincia che, se tornassero i tempi dell’autarchia, non riuscirebbe a sfamare nemmeno il 10 % dei suoi abitanti, a meno che non li si convincesse a mangiare soldi, tabacco e cemento. Una provincia governata, a tutti i livelli, da un sistema di potere a parole ribelle e secessionista, ma anche dissoluto e rapace, sicuramente distruttivo per il territorio.

Eppure, in tutto questo sistema sociale politicamente e culturalmente dominante, c’è qualcosa che si muove. È un movimento poco omogeneo, poco incline a essere etichettato dalle forze politiche, per niente strumentalizzabile, quasi inafferrabile dalle definizioni classiche.

Sostiene un’altra economia, dove il profitto è un accessorio, non la strategia, dove i valori relazionali contano più di quelli economico-finanziari, dove i progetti e le persone sono al centro delle decisioni.

→ Prosegui la lettura di Una zattera per cambiare

FREE: da fanzine a rivista contenitore. Paolo Cesaretti e la Firenze all’inizio degli anni ottanta

FREE1985SECT2 fanzine copertina

FREE era una fanzine musicale nata a Firenze durante gli anni ’80.
FREE era una fanzine che sia per la qualità dei contenuti che per la “forma“, la si poteva considerare una rivista propriamente “contenitore“.
A FREE era allegato un vinile originale.
Di FREE, parlando con un amico, lui mi disse: “… la mia fanzine dopo averla letta potevi anche buttarla. FREE no. La conservavi, la rileggevi.” Uno degli ideatori di FREE è stato Paolo Cesaretti, ora architetto e designer e con lui ho avuto la fortuna e il piacere di scambiare qualche domanda sulla rivista, su quello che ci stava dietro e attorno. Ovviamente stiamo trattando della scena musicale indipendente italiana e non degli anni ’80.
Le risposte possono sembrare un po’ lunghe , quasi dei racconti – del resto come in altre interviste di questo blog – ma a noi non importa, a noi piace così.

Domanda: FREE, un nome semplice, diretto e facile da pronunciare, perché?
Risposta: Free!, libero di dire ciò che pensi ma anche gratuito. Si, certo, inizialmente è una fanzine fotocopiata, distribuita gratuitamente. Da qui il nome. Capisco che oggi la free press sia un fenomeno generalmente accreditato, ma nell’81 è ancora una cosa piuttosto bizzarra, dal sapore vagamente militante. Siamo un gruppetto di compagni di scuola che ha desiderio di condivisione. Con grande ingenuità e aspettativa autoproduciamo una fanzine, la distribuiamo in qualche negozio di dischi, la inviamo alle due-tre radio di cui ci piacciono i programmi. Ne escono cinque numeri, non credo che la tiratura abbia mai superato il centinaio di copie a numero.

→ Prosegui la lettura di FREE: da fanzine a rivista contenitore. Paolo Cesaretti e la Firenze all’inizio degli anni ottanta

Playlist su Youtube dedicata a Brown Plays Tenco

“Una strana musica melanconica sposata ad una luccicante produzione… accompagnata da un basso grave e da un tempo di rullante stile slow-rock, che irrompe in un maestoso ritornello, frenetico e corale: un hit maledetto.”

Ecco come Steven Brown descrisse una canzone di Luigi Tenco, dopo averla ascoltata. Nel 1988 uscì “Brown Plays Tenco”, ora nel canale del blog ci sono dei video dedicati al mini album “Brown Plays Tenco” di Steven Brown, membro fondatore dei Tuxedomoon.

I video sono semplici e in pieno spirito “fai da te” o DIY (do it yourself), che poi vuole dire la stessa cosa, ma le Canzoni sono le vere protagoniste.

Le Canzoni sono di classe ed interpretate da un grande musicista che rende omaggio ad un altro importante musicista, Luigi Tenco.

Allora ecco una playlist dedicata a questo mini album, edito nel 1988 dall’ IDL – Industrie Discografiche Lacerba di Paolo Cesaretti, ora ristampato da LTM Recordings.